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venerdì 20 aprile 2018

San Fili (CS) SP 35 Km 22 - ovvero - La spada di Damocle.


San Fili (CS)  SP 35 Km 22 - ovvero - La spada di Damocle.

L’articolo che riporto di seguito è stata pubblicato, a firma del nostro compaesano prof. Francesco Commis, sul Notiziario Sanfilese (ovvero il bollettino dell’Associazione Culturale UNIVERSITAS SANCTI FELICIS di San Fili) del mese di Aprile 2018.
Anche in quest’articolo si parla della situazione di triste abbandono di cui è caduto vittima il nostro territorio.
Un triste abbandono che può di fatti tramutarsi in una storia triste di una tragedia annunciata... se non si interviene in modo responsabile al più presto.
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L'espressione spada di Damocle deriva dalla leggenda greca. In seguito diventata  metafora per indicare un grave pericolo incombente.

Cartello segnaletico annerito 
riportante la scritta “SP 35 -Km 22”: 
esempio di archeologia 
post-incendio, con resti di foresta 
pietrificata.

Secondo il racconto di Cicerone, Damocle è un membro della corte di Dionigi I, tiranno di Siracusa. Egli sostiene, in presenza del tiranno, che quest'ultimo sia una persona estremamente fortunata, potendo disporre di un grande potere e di una grande autorità: Dionigi gli propone allora di prendere il suo posto per un giorno, così da poter assaporare tale fortuna, e Damocle accetta.
La sera si tiene un banchetto durante il quale Damocle incomincia a tastare con mano i piaceri dell'essere un uomo potente; solamente al termine della cena egli nota, sopra la sua testa, la presenza di una spada sostenuta da un esile crine di cavallo. Dionigi l'aveva fatta sospendere sul suo capo perché capisse che la sua posizione di tiranno lo esponeva continuamente a grandi minacce per la sua incolumità. Immediatamente Damocle perde tutto il gusto per i cibi raffinati che sta assumendo, nonché per i bellissimi ragazzi che gli stanno intorno e chiede al tiranno di poter terminare lo scambio, non volendo più essere "così fortunato".
(Da Wikipedia enciclopedia)

Ma a San Fili non interessa a nessuno.
E alle istituzioni sanfilesi e non sanfilesi?
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Perdonatemi il prologo, forse non era necessario.

Particolare: alberi caduti e incastrati
 a varie altezze nel versante, con 
annessi smottamenti in atto.
Tutti conoscono la leggenda di Damocle e di Dionigi, tiranno di Siracusa. A scuola i professori di lettere la ripetevano in continuazione, per ricordare agli  alunni che non è cosa sensata esporsi a gravi pericoli.  Ancor più se tali pericoli sono conosciuti  e ben visibili.
Nel nostro caro paesello il buonsenso a non esporsi a inutili pericoli non esiste più. Non perché i  sanfilesi siano usciti di senno, ma perché chi deve tutelare i cittadini dai rischi non si impegna concretamente. Mi riferisco alla situazione di grave pericolo cui è esposto chi transita lungo la SP 35, in prossimità del Km 22, località nota  con il nome "timpe russe", lato Villa Miceli.
Nel mese di Agosto 2017, un pauroso incendio  devasta  queste contrade e riduce il bosco a un cumulo di tronchi  anneriti, simili a una foresta pietrificata. Quel giorno solo la fortuna del cambio della direzione del vento, che nel tardo pomeriggio  prende a spirare da Ovest verso Est  e  l'intervento seppure tardivo e poco coordinato di vigili del fuoco,  protezione civile e del comune ha evitato alle fiamme di raggiungere  le abitazioni di località Cozzi, Volette, Canalicchio.
Con azione tempestiva, il 19 Settembre 2017, il Comune di San Fili con "l'Ordinanza Sindacale n. 73"  ordina la pulizia dei fondi percorsi dal fuoco e il taglio degli alberi a rischio crollo sulla strada provinciale.
Smottamento sotto "il Borghetto":  
ad oggi non risulta nessun 
convogliamento delle acque. 
L'Ordinanza Sindacale è diretta ai proprietari di terreni confinanti con la strada provinciale 35, ai proprietari di seminativi, giardini privati e fondi agricoli confinanti con tale arteria stradale. Ma ritengo anche alla Provincia di Cosenza, Ente gestore della strada.
Siamo arrivati ad Aprile 2018 e la famosa "Ordinanza Sindacale n. 73/2017" non ha sortito nessun effetto.  Tutto è rimasto com'era a Settembre 2017. Quel che resta del rigoglioso bosco sono alberi bruciati, irti e anneriti tronchi che danno al paesaggio un aspetto lunare.
Nella scarpata prossima al Km 22 molti alberi sono caduti e si sono fermati a ridosso della sede stradale. Altri sono trattenuti da quelli più in basso, incastrati a varie altezze, in un precario equilibrio che basta un colpo di vento, un forte temporale, uno smottamento del terreno per causare qualche disastro molto serio. Sono ben visibili nel versante numerosi piccoli franamenti di terreno sabbioso che, in mancanza di vegetazione, le piogge continuano a erodere e indebolire. Il quadro di rischio è tale da far prevedere una evoluzione verso qualche dissesto di maggiore entità.
Insisto nel dire di non cullarsi troppo. A tal proposito voglio ricordare lo smottamento verificatosi lo scorso inverno sotto il "Borghetto", sempre lungo la SP 35. In quel frangente, si sono riversati sulla provinciale diverse centinaia di metri cubi di fango, roccia, tronchi di varia grandezza e anche alberi con tutte le radici. Solo la mancanza di traffico, in quelle primissime ore del giorno, ha evitato seri danni a cose e persone.
E' bene dire che le Ordinanze non bisogna solo emanarle e notificarle agli Uffici, Enti e istituzioni competenti di controllo del territorio. E' necessario anche attivare una efficace azione di controllo, in modo che istituzioni e soggetti privati a cui è diretta siano portati ad agire, per rendere efficace il provvedimento.
Particolare: alberi caduti e incastrati
 a varie altezze nel versante, con 
annessi smottamenti in atto.
Alla data odierna, considerato lo stato dei luoghi, risulta che nulla è stato fatto. Forse sarà stata spedita qualche lettera di sollecito, indirizzata ai proprietari o agli Enti competenti, ma la sostanza evidenzia che si tratta di atti "fumosi" e di nessuna efficacia.
L'aver emanato un' Ordinanza a tutela della pubblica incolumità non esonera l'Amministrazione comunale o chiunque chiamato a farla rispettare, da responsabilità in caso di danni.
Purtroppo nel nostro amato "belpaese" la legge per come strutturata, tra udienze infinite, ritardi, cambio di giudici, diversi gradi di giudizio, inciampi vari e infine con il sopraggiunge della prescrizione,  insegna che nella maggior parte dei casi  il danno lo paga chi lo subisce.
Esiste però un altro giudizio, di carattere morale, che resterà sempre nella coscienza della gente a valutare l'operato di chi doveva agire e non lo ha fatto e ha eluso i propri compiti.
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... un cordiale affettuoso abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.
... /pace ma... “si vis pacem para bellum”!

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