Immagine a sinistra ripresa dal web.
Riporto questa volta un
articolo dell’amico compaesano Luigi “Gigino” Iantorno pubblicato sul
Notiziario Sanfilese del mese di novembre 2017.
Tale articolo ci
catapulta nella San Fili gli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso.
Sono passati poco più di
Cinquanta anni dall’epoca eppure sembra siano passati secoli.
Buona lettura by Pietro Perri.
Ricordi di un recente
passato: u sampaulanu.
Di Luigi “Gigino”
Iantorno.
Chi era, o chi è, u sampaolanu
o sampaolaro che dir si voglia?
U sampaulanu è innanzitutto un uomo nato nel giorno dedicato alla venerazione di san
Paolo ovvero il 29 giugno (giorno della morte dello stesso) o, in casi estremi,
tra la notte che va dal 24 al 25 gennaio (giorno della conversione di Saulo di
Tarso... futuro apostolo Paolo).
U sampaulanu tradizione vuole che nasca con un particolare segno, quasi un tatuaggio
divino, sul corpo. Un segno simile ad un serpente.
Sarà vero? ... sarà falso? ... questo
comunque raccontavano i nostri padri e nonni fino agli anni Sessanta del XX
secolo.
Vuole la tradizione che u sampaulanu sia
indenne da ogni morso di animale velenoso, guarisca chi ne è stato avvelenato e
salvi da altre malattie. Dono di Dio questo che san Paolo acquisì in un suo
soggiorno sull’isola di Malta. Un dono che questi bravi uomini in ogni caso
portavano con loro girando nei vari paesi ed aiutando con lo stesso quanti per
fede ne facevano richiesta.
Ricordo che quand’ero fanciullo di tanto
in tanto un sampaulanu veniva anche a San Fili.
Quest’uomo portava sempre con sé un cesto
chiuso (... spurtune?) nel cui interno custodiva gelosamente un serpente
nero (nu cursune).
Questo particolare tipo di serpente non è
velenoso ma fa tantissimo senso a vederlo. Ovviamente noi fanciulli non
sapevamo della non pericolosità di questo serpente. Avevamo paura ed eravamo
sicuri che u sampaulanu, per come gestisse lo stesso, avesse veramente
delle capacità miracolose.
U sampaulanu girava sul corso principale e tra i vicoli di San Fili chiedendo qualche
spicciolo per sopravvivere e dispensando a quanti rispondevano al suo appello
con benedizioni e promesse di preghiere per la positiva risoluzione dei loro
problemi in particolare per i problemi di salute.
Noi fanciulli, e sicuramente non solo noi,
eravamo tutti affascinati da quel misterioso personaggio.
Nel suo incedere tra i vicoli del nostro
paese di tanto in tanto u sampaulanu, che noi fanciulli seguivamo a
debita distanza, si fermava, faceva uscire il serpente dal cesto, lo
accarezzava e gli sussurrava strane parole che il nero strisciante animale
sembrava ascoltare con attenzione. Poi lo poggiava per terra e questi iniziava
ad andare su e giù girando sempre e comunque intorno all’umano amico.
La gente presente inutile dire che più il
serpente si avvicinava a loro e più la stessa scappava lontano per paura di
essere morsa dallo stesso. Cessato questo breve spettacolo u sampaulanu con
altre strane parole ed alcuni segni con le mani richiamava a sé il serpente
che, senza reagire, si faceva prendere in mano dal miracoloso uomo e si faceva
deporre di nuovo all’interno della succitata cesta.
U sampaulanu portava sempre con sé un misterioso libro. Diceva che nello stesso erano
riportate tutte le formule da utilizzare con qualsiasi tipo di serpente a
seconda di quale specie lo stesso appartenesse. Tramite queste formule u
sampaulanu aveva il comando assoluto su queste pericolosissime bestie.
Inutile dire che tale libro per avere
effetto le formule (incantesimi) in esso contenute poteva essere posseduto ed
utilizzato solo da una persona nata il 29 giugno ovvero il giorno dedicato a
san Paolo... dotati del segno sul corpo.
Dobbiamo credere nei poteri miracolosi dei
sampaulani?
Noi fanciulli dell’epoca ci credevamo ed
alcuni come me ne avevamo anche un buon motivo che racconto di seguito.
In uno dei giorni in cui mi imbattei, da
fanciullo, in un sampaulanu in visita a San Fili ricordo che
questi, a me ed al gruppo di ragazzi presenti all’occasione ci chiese se per
caso in zona avessimo visto ultimamente qualche serpente.
Risposi subito in modo affermativo ed
assieme a lui ci recammo sul posto in cui qualche giorno prima avevo visto il
terribile animale.
Lui prese il librettino, lo aprì in una
determinata pagina ed iniziò a leggere la strana formula riportata nella
stessa. Nel men che non si dica da un buco del muro che gli avevo prima
indicato uscì una grossa vipera.
U sampaulanu la prese tra le mani, l’accarezzò, la ripose per terra e lei, docile
docile, rientrò nel buco da cui era prima uscita scomparendo per sempre dalla
nostra vista.
Dobbiamo credere nel potere dei sampaulani?
Sono anni ormai che non vedo più camminare
tra i vicoli di San Fili, e non solo nel nostro borgo, qualche sampaulanu.
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Un caro abbraccio a tutti dal sempre
vostro affezionato Pietro Perri.
... /pace ma... “si vis pacem para
bellum”!