Il Blog di Pietro Perri dedicato a San Fili (uno dei più bei paesi della provincia di Cosenza) e ai Sanfilesi nel Mondo.
A chi non ha il coraggio di firmarsi ma non si vergogna di offendere anche a chi non (?) lo merita.
domenica 25 giugno 2017
Cercasi amministratori comunali per passeggiata lungo corso XX Settembre... a San Fili.
domenica 11 giugno 2017
Ricordi di un passato non tanto lontano: i catuoi.
L’articolo che propongo in quest’occasione ed in questo spazio è stato
scritto dall’amico e compaesano Luigi “Gigino” Iantorno ed è stato pubblicato
sul Notiziario Sanfilese (il bollettino dell’Associazione culturale
“Universitas Sancti Felicis” di San Fili) nel mese di maggio 2016. Parla
dei... catuoi, ovvero del nostro recente
passato. Dopotutto i catuoi a San Fili ufficialmente sono
stati definitivamente eliminati agli inizi degli anni Settanta del secolo
scorso.
Ufficialmente! Ma nella realtà?
Ma cos’erano (o cosa sono) i catuoi? ... il
termine è di origine greca e San Fili, come sappiamo tutti, ricade nella
storica area della mitica Magna Grecia. E significa “stanza sottostante”. In
tale stanza, di fatti un seminterrato o comunque una stanza a pianterreno, i
nostri padri ed i nostri nonni ci allevavano gli animali... da allevamento:
conigli, galline ecc. Necessarie, o comunque di ottimo aiuto, per il
sostentamento alimentare del proprio nucleo familiare.
Ma... vi lascio all’articolo, ad una più analitica spiegazione del termine
e soprattutto ai vivi ricordi di Luigi “Gigino” Iantorno.
* * *
Quasi certamente ormai in tanti hanno dimenticato cos’erano i catuoi.
I catuoi erano dei locali posti al pianterreno delle abitazioni
all’interno del centro abitato in cui venivano accuditi gli animali
d’allevamento necessari al sostentamento alimentare delle famiglie: galline,
maiali, capre, asini, pecore, conigli e via dicendo.
Al pianterreno, spesso dei seminterrati, gli animali ed al primo piano i
locali dove si svolgeva tutta la vita della famiglia.
A San Fili almeno fino alla fine degli anni Sessanta del secolo scorso
tantissime case avevano un proprio catuoio.
Agli inizi degli anni Settanta anche la Comunità Sanfilese fu costretta ad
adeguarsi alle norme sanitarie in materia e quindi a chiudere definitivamente
l’epoca dei catuoi all’interno del centro storico.
Oggi, anche lungo corso XX Settembre, è ancora possibile ammirare alcuni
resti di catuo ma gli stessi ovviamente non rispondono più
all’utilizzo cui erano destinati fino agli anni Cinquanta e Sessanta del secolo
scorso. Tanti ex catuoi sanfilesi, infatti, oggi li troviamo trasformati
in magazzini, in garage, in ulteriori preziose stanze adibite ad abitazione
civile e persino in negozi e similari.
E non possiamo dire che non conservino un certo fascino di piacevole, per
alcuni indimenticato, passato.
Inutile dire che l’odore ai tempi in cui i catuoi sanfilesi
funzionavano a pieno regime e nel rispetto del fine per cui nascevano non era
dei migliori. Ma chi ha vissuto in quei tempi c’era abituato e non ci faceva
caso più di tanto. Anzi, il letame - un concime naturale potentissimo -
prodotto dagli animali era considerato una ricchezza per le numerose campagne
che circondavano il centro abitato di San Fili.
Anche la mia famiglia aveva un catuoio a disposizione. Ricordo che
nello stesso allevavamo un maiale, una capra e delle galline. Ciò ci garantiva
tantissimi buonissimi derivati della lavorazione del maiale, le uova fresche ed
il latte. Per quei tempi una vera manna.
Il pavimento dei catuoi spesso era in terra battuta, in ciottoli o
al limite ricavato con incastri di grosse pietre di fiume di opportuna
grandezza.
Ricordo che i maiali spesso si divertivano a scavare, con l’uso del muso e
delle zampe, dei fossi nel pavimento del catuoio e per evitare si usava
inserire un anello di ferro nel muso dell’animale. Il tal modo la povera
bestia, sentendo il fastidio del ferro, rinunciava all’impresa. I maiali sono
degli ottimi scavatori ed hanno anche un ottimo fiuto tanto che in varie parti
d’Italia sono allevati e utilizzati per la ricerca del pregiato tartufo.
In quei tempi non era strano vedere camminare dei maiali nei vicoletti del
nostro borgo. Non raramente infatti i proprietari portavano i loro animali a
pascolare in alcuni tratti di via Emoli o, imboccata tale via, nel collegamento
che dalla stessa portava magari alla scesa del canalicchio o alle coste.
Tale operazione veniva quasi regolarmente condotta dalle donne del paese che
nel pascolare gli animali si portavano dietro anche qualche lavoretto da
realizzare all’uncinetto.
Inutile dire che la bontà della carne del maiale di una volta era dovuta
anche a ciò.
Agli inizi degli anni Settanta del secolo scorso (quindi appena una quarantina di anni
addietro), dicevo, la musica sul fronte igienico sanitario cambia anche a San
Fili ed i Sanfilesi, qualcuno non senza polemiche e preoccupandosi
tremendamente sul come avrebbe potuto vivere in futuro, dovettero dire addio ai
propri catuoi: l’Amministrazione comunale in carica, ovvero la storica
Torre con Orologio guidata dall’allora sindaco Alfonso Rinaldi, costretta dalle
disposizioni tassative della vigente legge, ordinò ai propri concittadini di
allontanare gli animali d’allevamento dal centro abitato.
Oggi, col senno di poi l’ammettiamo, non possiamo definire quel cambiamento
epocale, ossia la dismissione dei catuoi all’interno del paese, una
vittoria della civiltà.
* * *
Un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.
... /pace ma... “si vis pacem para bellum”!
venerdì 9 giugno 2017
DEBOLE DI RAGIONE - raccolta di commedie di Peppe Esposito.
... /pace ma... “si vis pacem para bellum”!
lunedì 5 giugno 2017
Intervista a Mirko Onofrio, reduce del Concertone del I Maggio di Roma.
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Dario Brunori (Brunori SAS) nel corso
del concertone del I Maggio 2017 a Roma
in piazza san Giovanni in Laterano.
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Mirko Onofrio nel corso del concertone
del I Maggio 2017 a Roma in piazza san
Giovanni in Laterano.
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Dario Brunori e la sua band nel corso
del concertone del I Maggio 2017 a
Roma in piazza san Giovanni in
Laterano. |
... /pace ma... “si vis pacem para bellum”!