Nella foto a sinistra (scatto firmato da mia moglie Orietta) io nel 2009 su uno dei crateri (spenti da tempo) del vulcano Etna in Sicilia.
“Emigrante? No, turista! Forse che un calabrese (magari santufilise) non
può fare il turista?”
Diciamo la verità, questa frase non è mia o quantomeno non è proprio mia,
l'ho ripresa da un celebre scambio di battute presente nel film “Ricomincio da
tre” del mitico, compianto, attore napoletano Massimo Troisi.
“Emigrante?”, gli chiede la futura compagna nordista (in quanto, in
base ad un luogo comune, un meridionale in Alt’Italia non può che essere un
emigrante), e lui risponde: “No, ccà pare ca 'o napulitano”, leggasi
meridionale e/o santufilise, “nun pò viaggià, pò sulamente emigrà,
perciò uno esce, nun pò ffà 'nu viaggio...'o napulitano”, si continui a
leggere meridionale e/o santufilise, “invece viaggia!!”
Nella sua stupenda acutezza comunque Troisi alla fine del film, e nel film,
si rivela per quello che in realtà è: il classico “emigrante meridionale”.
La sua frase, comunque ci evidenzia una tragica realtà: effettivamente
quando viaggia anche per una semplicissima vacanza di piacere il meridionale si
trova a far fronte a tutta una serie di problemi tecnici che di fatto lo fanno
sentire imprigionato nel classico luogo comune che… un meridionale non può
viaggiare se non per emigrare.
E' da un po’ di anni a questa parte che, rinunciando ai miei consueti
giorni estivi al mare (ma anche ai tre pacchetti di sigarette al giorno che in
altri tempi fumavo senza neanche rendermene conto), concentro spese e tempo
(accompagnato dalla mia dolce metà) per fare un viaggetto di piacere in qualche
nazione che si affaccia sul Mediterraneo o in qualche regione d'Italia più o
meno distante da quella in cui vivo... ovvero dalla Calabria.
Ogni volta che metto il piede fuori dalla Calabria mi sento, quando non mi
ci fanno sentire gli altri (quelli delle regioni in cui metto piede), come
fossi un emigrante... se non per necessità di lavoro o di un migliore tenore di
vita (mi sta bene quello che c'ho)... sicuramente per necessità culturale.
Mi sento un emigrante quando tramite internet (o quando mi rivolgo a
qualche agenzia di viaggi organizzati… tour operator) provo a prenotare un
qualsiasi viaggio/vacanza organizzato o una stanza in un qualsiasi hotel fuori
regione. Molti miei interlocutori (non tutti a dire il vero… le mosche bianche
esistono anche in quest’ambiente) mi fanno sentire decisamente calabrese, quasi,
per loro, fossi un africano del nord. E gli africani del nord fuori dal proprio
continente, lo sappiamo bene (dopotutto un po’ razzisti lo siamo anche noi
calabresi… sanfilesi), al 99% possono essere solo emigranti.
Dopotutto lo vogliono anche e soprattutto coloro che tirano le fila del
sistema Italia (Italia Meridionale in particolare), che io mi senta tale.
Che io, fuori dalla Calabria mi senta (e mi convinca pure) di essere solo
un emigrante in cerca (quasi elemosinandola) d’una speranza per un futuro
migliore.
Mi sento emigrante quando salgo su uno dei treni della rete ferroviaria
meridionale (quella che va da Roma in giù): treni “ultramoderni” (si fa
per dire) da anni dismessi dalle reti ferroviarie del resto d'Italia.
Il Meridione deve contentarsi sempre d’una scelta di “seconda mano”…
anche nei trasporti… non solo nella sanità e nei vari diritti che qualificano
come cittadino un qualsiasi essere umano,
Dopotutto il meridionale viaggia in cerca di lavoro (quindi “emigra”),
non per piacere.
E chi ha necessità di viaggiare (per lavoro, per problemi di salute, per
studio…) può farlo anche tappandosi il naso sugli odori circostanti o chiudendo
un occhio persino sull'igiene dei sedili del mezzo di trasporto o sull'ambiente di
viaggio.
La tariffa del biglietto stranamente, però, quando non è uguale al resto
d'Italia (a parità di distanza)... lo è abbondantemente superiore.
Dopotutto viaggiare per necessità… è un lusso.
Verso la fine di ottobre 2009 ho fatto una crociera sul Mediterraneo,
partendo da Civitavecchia e toccando i porti di Genova, Marsiglia, Barcellona,
Tunisi, Malta e Messina. Crociera decisamente stupenda.
Inutile dire che malgrado abbia chiesto a varie agenzie di trovarmi una
cabina con partenza da Messina (visto che Messina era uno dei porti in cui
attraccava la nave), l'impresa si dimostrò fin dall'inizio decisamente ardua.
L’unico porto a disposizione (disposto ad accogliere due meridionali non
emigranti) in quell’occasione era Civitavecchia. E non vi dico cosa significa,
per un calabrese, partire in crociera da Civitavecchia… in costo non solo di
tempo ma anche e soprattutto di denaro.
Il meridionale se vuole fare un viaggio di piacere deve innanzitutto
dimostrare di non essere un meridionale... magari partendo da una città posta
geograficamente da Napoli, meglio se da Roma, in su.
Strano a dirsi ma ogni volta che ho fatto partecipato ad un tour
organizzato (in particolare a quelli caratterizzati da una certa valenza
culturale) mi è andata bene se ho potuto collegarmi al resto del gruppo a
Napoli. Diversamente… partenza obbligatoria da Roma (aeroporto di Fiumicino o
porto di Civitavecchia).
Ciò infatti comporta un biglietto d'andata e ritorno verso il luogo
d'incontro dei vacanzieri, una notte o due in albergo (per essere puntuali al
luogo d'incontro), almeno tre pasti fuori programma... il tutto moltiplicato
due, considerato che viaggio con mia moglie.
In poche parole un qualsiasi viaggio di piacere ad un meridionale finisce
per costare almeno quattro o cinquecento euro in più di quello che costa ad un
italiano del centro nord.
Per non parlare, se uno abita in un paesino tipo San Fili (CS), della
difficoltà di raggiungere una qualsiasi stazione ferroviaria o un aeroporto.
Altro che Africa, devi sempre e comunque ringraziare qualcuno che ti dia
uno strappo... e quindi qualcuno dovrà sempre e comunque sapere dove vai a
sciacquarti le *****.
Dite che invece di chiedere il piacere ad un amico potrei benissimo
utilizzare la mia macchina?
Ed anche questa scelta prevede dei costi non indifferenti (tipo pagare dei
parcheggi custoditi possibilmente giorno e notte) o quanto meno il rischio di
doverti acquistare, al rientro, una nuova macchina.
Un esempio? ...
Da sanfilese volete partire con la vostra macchina per raggiungere la
stazione di Paola (CS) o quella di Castiglione cosentino?
Provate a cercare un parcheggio coperto (e quindi garantito) in loco (nei
pressi della stazione) dove lasciare la vostra autovettura per sette o otto
giorni.
Io non ci sono riuscito.
Da Napoli in su ne avrei trovato diecimila.
In altri tempi (l'anno scorso, ovvero nel 2008) sono salito alla stazione
di Paola (CS) su un treno della serie Eurostar.
Ero diretto a Napoli dove avevo prenotato una notte in un hotel nei pressi
della stazione centrale.
Giunti a Sapri... il treno si rompe (dopotutto viaggiavamo in su un treno “ultramoderno”
dismesso dalle ferrovie del nord’Italia ormai da decenni). Dovevamo coprire il
tratto in poco più di due ore e mezza… ce ne mettemmo quasi cinque!
Trenitalia ci rimborsò il 40% dell'importo del biglietto... con un buono da
utilizzare entro sei mesi dall'emissione.
Che presa per i fondelli (leggasi “c*lo”): Trenitalia non sa che il
99% dei meridionali sono emigranti “per scelta” e che quando può farlo un
viaggio…può fare appena un solo viaggio di piacere all'anno?
Perché per il meridionale un viaggio verso il nord (se non in Francia, in
Germania o in Svizzera…) in cerca di un lavoro altro non è se non un viaggio di
piacere.
Il buono sconto “elemosinatomi” da Trenitalia? Perso! Rimasto inutilizzato
come se non l’avessi mai ricevuto.
Mi auguro vivamente che gli alti dirigenti della società se li prendano in
medicine i miei soldi “non restituitimi a causa del disagio subito”.
Dimenticavo, anche Trenitalia (visto i mezzi che ci mette a disposizione
per viaggiare) è sicura che il meridionale quando viaggia, viaggia per emigrare
ed un emigrante un paio di viaggi all'anno, lo sa benissimo la dirigenza di
Trenitalia, un paio di viaggi all'anno li fa sicuramente. Perché Trenitalia
considera viaggio sia l’andata che il ritorno. Mentre il turista meridionale (l’emigrante
per vocazione) stupidamente considera un solo viaggio l’andata ed il ritorno da
una stessa località nel giro magari di 7 o am massimo venti giorni.
Quindi, emigrante?
Si!
Perché sono un meridionale (anche se santufilise de Cusenza) e come
tale non posso essere, quando viaggio, che un emigrante!
Un emigrante della cultura!
* * *
Un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.
... /pace!
N.B.: Ho scritto questo post nell’ormai lontano 2009 e, ritenendolo non del
tutto superato dal tempo e dagli eventi, nel mese di agosto del 2024 ho pensato
di riprenderlo e di riproporlo… riveduto e corrotto. Dopotutto… continuiamo ad
essere in Calabria.
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