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sabato 24 agosto 2024

San Fili sotto la neve... giovedì 16 dicembre 2010.



La foto a sinistra (scatto by Pietro Perri) è stata realizzata nel febbraio del 1991 in seguito ad una storica nevicata, l'ultima vera nevicata per il momento, abbattutasi su San Fili.

Articolo by Pietro Perri.

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Stamane (giovedì 16 dicembre 2010) San Fili si è svegliata sono una stupenda coltre di neve bianca.

Si è svegliata sotto una stupenda coltre di neve bianca?

A dire il vero sotto una stupenda coltre di neve bianca, ieri sera, si ci è pure addormentata.

Fuori (purtroppo non mi è concesso di uscire all’aperto per un piccolo problema capitatomi ieri al rientro a casa… nu bellu scivulune supra u pianerottolo davanti il portone d’ingresso alla nostra abitazione) ci saranno all’incirca un dodici o quindici centimetri di neve.

Fa comunque un freddo boia e ciò fa in modo che la neve, malgrado il sole che stamane vince sulle nuvole, la neve ci metta un bel po’ a tramutarsi in acqua e a gocciolare dai tetti delle nostre calde accoglienti case.

Il silenzio, come il sole, vince sull’assordante rumoreggiare quotidiano.

E’ strana questa neve in questo periodo. E’ strana non per il fatto che abbia nevicato fuori stagione (dopotutto l’inverno, anche se ci vuole ancora qualche giorno per sostituirsi all’autunno, è pur sempre la stagione del cattivo tempo - punti di vista - e quindi anche della neve) ma per la quantità che se n’è accumulata al suolo.

Normalmente a San Fili in questo assaggio preinvernale la neve non ha mai superato lo spessore dei due o tre centimetri… così almeno ricordo io. Le vere e proprie (decisamente storiche) nevicate, infatti, a San Fili si sono verificate sempre nel mese di febbraio… ossia nel mese centrale della stagione invernale.

Quello che caratterizza questa volta questa strana, decisamente sottovalutata (malgrado gli avvisi dei meteorologi) dai più nella giornata di ieri e non solo dal sottoscritto, nevicata è il fatto che è stata accompagnata da temperature decisamente basse.

La neve ieri non faceva in tempo a cadere (a toccare il suolo) che già ghiacciava.

Ritornando dal lavoro (intorno alle 15,00), ovvero da Cosenza, ho avuto grosse difficoltà a proseguire verso San Fili una volta giunto all’altezza di Monticelli (nei pressi della storica “Chiusa” poco sotto Villa Miceli)… e tali difficoltà non li avevo solo io.

Per fortuna giunto a Villa Miceli e deviato verso il centro abitato di San Fili (invece di proseguire come al solito in direzione del bivio successivo cioè da quello in località Macchia della Posta) c’era a nostra disposizione uno spazzaneve che ci ha scortato fino al alle prime case della nostra della nostra stupenda ed amorevole cittadina.

Eravamo fortuitamente giunti nei pressi dell’Aireddra.

A Villa Miceli, a ridosso della strada cui si poteva scegliere se proseguire verso San Fili o deviare, sulla destra, per contrada Cucchiano o poco più avanti, sulla sinistra, per contrada Profico, un pullman faceva scendere i propri passeggeri (nostri concittadini) ponendoli in mano al loro destino… ne ho caricato un paio che ho scaricato poi nei pressi del bar rosticceria “Le Magare” (ovvero dove una volta si trovava il distributore di benzina del nostro ormai dimenticato concittadino Sarro).

Il bar rosticceria “Le Magare” era gestito da Rocchino Gioffre’ e dai suoi familiari.

L’una era una cara amica appartenente alla famiglia Cribari (Lucia Cribari, per la precisione) e l’altro un ospite della Casa Famiglia della frazione Bucita. La prima insegnante per professione l’altro professore per comune dire.

L’uno dopo avermi fatto tutta una serie di complimenti e ringraziamenti per il fatto d’essermi messo a sua disposizione iniziò a sciorinare la sua necessità di un paio di scarpe nuove: “Chissà se qualcuno di buon cuore tra i sanfilesi”, ci dice, “in questo Natale si metterà una mano sulla coscienza e me ne regalerà un paio nuove!

Chissà, forse, se sul tono del classico a buon intenditor poche parole. Riporto questo messaggio a te, affezionato lettore. Io il mio dovere l’ho già fatto non lasciandolo a piedi, in quelle condizioni, a Villa Miceli.

Nel bene o nel male riesco ad oltrepassare con la mia “Toyota Yaris Now rosso Ferrari” persino piazza Adolfo Mauro (ex piazza Rinacchio) ma, fatti un cento o duecento metri oltre…

… la macchina mi si blocca (le ruote girano a vuoto) proprio all’altezza di uno di quei “maledetti” dossi in plastica che hanno messo (dicono per rallentare il traffico e quindi per garantire una maggior sicurezza ai pedoni) i nostri previdenti amministratori.

Peccato che i nostri previdenti amministratori non abbiano previsto anche la neve ed il gelo: non sono stato l’unico a bloccarmi in tale punto e a non riuscire ad andare avanti se non grazia all’aiuto di due romeni che si trovavano dietro di me col loro camioncino.

Provo persino a mettere le catene. Sull’etichetta (ancora attaccata alla confezione) c’è scritto “facili da montare”… sarà!

Sistema “click-clock” dice l’etichetta. Ma io… dopo il terzo inutile tentativo preferisco rinunciare.

Qualcuno (mio compaesano? Sembra di si. Mi sembra di riconoscere l’amico Mimmo Greco ma potrei anche sbagliarmi) s’incavola per il fatto che, secondo lui a causa della mia incapacità a guidare specie in certe condizioni, mi ero bloccato in quel determinato punto costringendo anche lui a fermare la sua macchina.

Prova a superarmi passandomi lateralmente… si blocca nello stesso punto anche lui: sono contento!

Lasciando Villa Miceli ho dato un’occhiata al proseguire della superstrada (ossia in direzione ponte di Santa Vennera o Saraca che dir si voglia). C’era una interminabile coda di macchine dirette verso Paola o forse stupidamente dirette solamente alla nostra cittadina ma… prendendo la deviazione sbagliata.

Difficile invidiarli. Difficile pensare (a chi era diretto nella cittadina tirrenica) pensando  a cosa li avrebbe aspettati nel passaggio al di sotto del varco della Crocetta.

Giunto a San Fili cerco un posto dove lasciare la macchina incustodita… ritengo stupido proseguire per Bucita almeno con il mio mezzo.

Giungo, dopo solo un’altra sosta obbligata dal ghiaccio presente sul fondo stradale (nei pressi del negozio di alimentari di “Minuzzu u commerciante” - ovvero nei pressi della storica abitazione de “u Summichele”)… proseguo oltre, sempre lungo corso XX Settembre, arrivo in piazza san Giovanni (davanti al monumento ai caduti) saluto velocemente qualche compaesano e proseguo ulteriormente fino a raggiungere il bivio per la frazione Bucita.

La frazione Bucita ovviamente sarà la mia meta finale.

Finalmente, esattamente davanti all’abbiveratoju, trovo un punto per parcheggiare in modo, spero, accettabile la mia automobile.

Ripercorro, a piedi, l’intero corso XX Settembre per andare a fare giusto un salto da mia madre: tutto a posto… tranne la stufa a pellet da pulire ed anche con una certa urgenza.

Conclusa anche questa parte della giornata ritorno al bivio per Bucita, guardo la strada che mi si spiana alla vista e decido che forse farmela a piedi fino alla frazione non è dopotutto una cattiva idea.

Per strada poche macchine (nessuna che si fermi per chiedere cosa ci faccio da quelle parti. O come mai stia percorrendo a piedi i due chilometri di strada che separano il centro urbano di San Fili dalla sua storica frazione Bucita.

E fanno bene.

Se si fermano dubito, infatti, che riescano a ripartire. Ma a piedi si cammina decisamente bene.

Giungo a Bucita intorno alle ore 18,00 (quindi non più d’una trentina di minuti dopo) senza nessun problema di sorta: né una scivolata né un tentativo di scivolata… non avevo considerato il pianerottolo di casa.

Conclusione?

Una spalla per fortuna semplicemente slogata ed il pollice del piede destro con l’unghia completamente nera. Meglio così, avevo pensato di peggio… anche se da fastidio.

Oggi…giornata di festa, così com’era ai tempi in cui felici, da fanciulli, si andava a scuola. Dopotutto fuori c’è la neve. Domani? … giornata di festa, anche se non ci sarà più la neve.

Mi piace la neve? Tantissimo!

La neve mi piace sicuramente perché mi riporta agli anni più spensierati della mia vita. Mi riporta ai giorni di vacanza da scuola, are paddrunate de nive e persino ara scirubetta.

Peccato che in quest’occasione causa la spalla slogata, ma anche all’età che non mi permette più di sentirmi ufficialmente bambino, non posso giocare a paddrunate’e nive e causa il mio diabete mellito non sempre posso gratificare il mio palato con una rinfrescante e salutare scirubetta realizzata neve condita ccu mele de ficu.

La neve è… magia. In particolare la neve quando cade copiosa su San Fili.

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Un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.

… /pace!


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