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venerdì 28 maggio 2021

La luce elettrica a San Fili. (1/6)

Nell'immagine a sinistra: Invito ufficiale, datato 4 Agosto 1905, alla cerimonia di festeggiamento dell'inaugurazione della LUCE ELETTRICA a San Fili. Tale invito, rivolto alle personalità locali, è firmato dal sindaco in carica Michele Noto.

Di seguito: articolo pubblicato sul Notiziario Sanfilese del mese di maggio 2021... a firma di Pietro Perri.

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La luce elettrica a San Fili. (1/6)

(di Pietro Perri)

San Fili, lo attestano anche le cronache provinciali d’inizio ‘900, fu uno dei primi paesi della provincia di Cosenza a poter godere della luce elettrica. Anzi, per dirla giusta, San Fili ebbe la luce elettrica ancor prima della stessa città di Cosenza.

Cosa, quest’ultima, che sicuramente non avrebbe fatto (ed altrettanto sicuramente continua a non fare) tanto piacere alla città capoluogo di provincia ed ai paesi attigui al nostro.

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Leggiamo sul “Giornale di Calabria” dell’8 aprile del 1905:

«San Fili, pur essendo un piccolo paese, ha mostrato di comprendere ancora una volta i portati della civiltà e con singolare abnegazione - nei limiti della sua potenzialità, mira a metterli in pratica.

Fra poco infatti le vie che fino ad ora sono state immerse nell’oscurità, risplenderanno di belle lampadine elettriche e le case e gli uffici e i negozi potranno del nuovo impianto avvalersi.

Non reca forse meraviglia sentire che fra pochi giorni a San Fi1i avrà la luce elettrica? Non fa meraviglia che il nostro piccolo paese, abbia risoluto un problema che per altri ben più grossi paesi e per Cosenza stessa è ancora insoluto!

E’ quello che fa ancor più meraviglia si è che 1'impianto s’è fatto senza 1'aiuto di nessun ingegnere, ma di un semplice per quanto valoroso operaio elettricista Giuseppe Cannataro elettrotecnico.

E pure l’opera è perfetta in tutti i sensi.

San Fili oramai si è messa in moto verso 1a conquista dei portati della civiltà e presto altre opere non meno utili verranno a migliorare ancora il nostro ridente paesello.»

A firmare l’articolo fu un anonimo sanfilese.

Ma la notizia, credeteci, era vera.

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Si era nei primissimi giorni del mese di agosto (esattamente il 4) del 1905 quando l’allora sindaco Michele Noto invitava le personalità del paese a festeggiare assieme a lui, per domenica 6 nella Sala delle Scuole Comunali, la “inaugurazione della LUCE ELETTRICA”.

San Fili, anche in questo caso, entrava nella storia anticipando, pur nel suo piccolo, il futuro. Una storia che purtroppo negli ultimi anni ci stiamo sforzando, in parte riuscendoci, di dimenticare.

Un bel riassunto di questa stupenda avventura l’aveva realizzato, verso la fine degli anni Sessanta del secolo scorso, l’indimenticato (per alcuni di noi sanfilesi doc) Francesco “Ciccio” Cirillo. Ovvero quel nostro caro compaesano che io, ma non solo io, ebbi il piacere di definire “il Sanfilese d’America”.

L’associazione culturale “Universitas Sancti Felicis” di San Fili (la nostra associazione) il 3 dicembre del 2005, celebrò la ricorrenza del primo centenario di quel memorabile con una bellissima e costruttiva tavola rotonda avente come tema “C’ERA UNA VOLTA A SAN FILI - 1905/2005: CENTO ANNI DI LUCE”. Tale tavola rotonda, organizzata tra l’altro in collaborazione con l’Istituto Comprensivo Statale di San Fili (ovvero le ex Scuole Elementari e Medie del paese) e con il patrocinio del Comune, si tenne all’interno del locale Teatro Comunale.

I partecipanti alla tavola rotonda furono: Ottorino Zuccarelli (in qualità di Sindaco di San Fili), Maria Rosaria Lauro (Dirigente Scolastica), Pietro Cribari (assessore alla cultura), Pietro Perri (presidente dell’associazione culturale “Universitas Sancti Felicis”) e Francesco Iantorno (Dottore in Storia). Intervennero anche, in quell’occasione, l’insegnante Franca Napoletano.

Antonio Asta, storica voce teatrale del nostro paese, ci dilettò con le letture dei brani “Illuminazione”, “Ai bagni” e “Ponticelli” tratte dal libro “San Fili nel tempo” scritto dal nostro compaesano prof. Francesco Cesario.

Nel corso di tale manifestazione i ragazzi delle terze classi della Scuola Media Statale “Vincenzo Miceli” di San Fili illustrarono, in modo a dir poco egregio, il funzionamento di una centrale idroelettrica (ovvero una centrale per la produzione di energia elettrica che sfrutta per il proprio funzionamento la potenza dell’acqua così come hanno fatto e continuano a fare le centrali elettriche che si sono succedute sul territorio di San Fili lungo il corso del torrente Emoli).

Ciò che non fece all’epoca l’associazione culturale “Universitas Sancti Felicis” è raccogliere in un apposito opuscoletto il materiale utilizzato in occasione della succitata tavola rotonda né tantomeno di trascrivere, o magari registrare, in tutto o in parte gli interventi che si tennero nel corso della stessa.

E purtroppo ciò che non si mette nero su bianco (specie per quanto riguarda la storia di una piccola comunità come la nostra), o che si lascia solo alle cure del prezioso temporaneo cofanetto della memoria individuale, finisce nel corso di pochi decenni, per essere perso per sempre.

(continua)

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Un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.

... /pace ma... “si vis pacem para bellum”!

domenica 9 maggio 2021

Un francobollo per San Fili. (2/2)

Immagine a sinistra: Frontespizio del “Catalogo dei Bolli Italiani di Assistenza e Beneficenza 1915-1918”. Collezione Pietro Perri.

L’articolo che propongo di seguito è stato pubblicato, a mio nome, sul Notiziario Sanfilese del mese di aprile del 2021.

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«Il “COMITATO di SAN FILI - Organizzazione Civile Durante La Guerra” pubblicò, per quanto si dice, un opuscoletto in cui rendicontò parte del suo operato.

Qualche copia di tale pubblicazione esiste ancora e non può negarsi quanto sarebbe bello (per le nuove e vecchie leve) riaverla in circolazione: a San Fili, ne siamo certi, ci sono anche giovani pronti a riappropriarsi delle loro tradizioni e della propria storia.».

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Un francobollo per San Fili. (2/2)

(di Pietro Perri)

Nel corso della Prima Guerra Mondiale a San Fili operò l’associazione di volontariato denominata “COMITATO di SAN FILI - Organizzazione Civile Durante La Guerra”.

Tale associazione anche al fine di autofinanziare le sue attività in favore in particolare dei nostri compaesani impegnati al fronte (nonché delle loro famiglie in stato di necessità in quanto rimaste prive del loro sostegno economico), fece stampare ben due cartoline ed un francobollo chiudi lettera (ovvero un erinnofilo).

Sul frontespizio delle cartoline compariva, dal lato binari, la nostra bella stazione ferroviaria appena aperta al traffico persone e merci. Su uno dei binari compare un treno in attesa di imbarcare un gruppo di militari destinati appunto al fronte.

Sul facciale del francobollo invece compare la Vittoria alata con nella mano destra, abbassata, una corona d’alloro (la corona destinata ai vincitori... in dubbio fino alla fine della guerra) mentre nella mano sinistra, alzata, una spada inneggiante al sacrificio ed al coraggio nell’affrontare i rischi delle varie battaglie.

E’ giusto ricordare che la Vittoria alata compare in un altro “simbolo” tanto caro a noi sanfilesi: il monumento ai caduti di piazza san Giovanni (bellissima opera di Tommasi Leone da Pietrasanta).

Fermo restando che ormai collezionare francobolli non è più remunerativo come avrebbe potuto essere in altri tempi (ai giorni d’oggi parecchi giovani neanche sanno che esistono i francobolli) e che gli erinnofili (come il francobollo chiudi lettere sanfilese) non hanno un mercato degno di tale nome devo dire che trovarmi nelle mani il “Catalogo dei Bolli Italiani di Assistenza e Beneficenza 1915-1915” e ritrovare nello stesso catalogato anche il nostro preziosissimo (dal punto di vista affettivo) francobollo chiudi lettera mi ha fatto immensamente piacere.

Ovviamente ha fatto tantissimo piacere a me... un po’ meno al mio portafogli. Ma, come si dice dalle nostre parti, addruve c’eni gustu nun c’eni perdenza (ovvero dove c’è gusto non ci si può perdere).

Il catalogo è un opuscolo di centimetri 15 larghezza per 23 di altezza e di 70 pagine più la copertina. Tale opuscoletto è stato stampato in tiratura limitata (solo 350 copie... la mia riporta il numero 311).

A pagina 48 dello stesso, in alto a sinistra, inutile dirlo, compare, opportunamente catalogato, il nostro bel francobollo chiudi busta (...).

Vedasi a sinistra il particolare della pagina succitata.

Quindi il francobollo emesso nel corso della Prima Guerra Mondiale su richiesta del “COMITATO di SAN FILI - Organizzazione Civile Durante La Guerra” rientra in una catalogazione ufficiale e come tale riconosciuto a livello nazionale anche dai relativi collezionisti.

La cosa che stupisce e non poco è che nel succitato catalogo non compaiono poi tanti francobolli chiudi lettera, come ci si aspetterebbe, né che vengano riportate nello stesso così poche città, o borghi, dalle quali furono intraprese iniziative del genere tra il 1915 ed il 1918.

Il catalogo, infatti, presenta a chi si imbatte nello stesso, tali erinnofili elencandoli innanzitutto per la città o il borgo che ne ha chiesto l’emissione. Nomi di città e borghi disposti in stretto ordine alfabetico. All’incirca compaiono un 200/250 Comuni sui circa 7000 presenti in Italia. Tra questi... San Fili (CS).

Da segnalare che in tale periodo, stante a questo catalogo, non sono stati stampati, per gli stessi motivi, francobolli chiudi lettere neanche dalla città di Cosenza, Rende, Paola o Montalto Uffugo. Compaiono comunque in tale catalogo le città di Catanzaro e Reggio Calabria.

Cosa significa ciò?

Significa che in altri tempi, mi si permetta dirlo, San Fili (caratteristico borgo in provincia di Cosenza) era culturalmente molto avanzata rispetto ai tempi in cui si muoveva.

Ovviamente un po' di spirito campanilistico a volte non guasta.

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Un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.

... /pace ma... “si vis pacem para bellum”!