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Shangai - Tempio del Buddha di Giada. |
In questo post vi propongo due articoli pubblicati
rispettivamente sul Notiziario Sanfilese del mese di gennaio 2021 (il numero 5
o quinta parte) e del mese di febbraio 2021 (il numero 6 o sesta parte).
Tali articoli (ovviamente a mia firma) sono il
prosieguo del resoconto del mio viaggio in Cina svoltosi tra il 22 ed il 31
agosto del 2019... in tempi ancora COVID-19 non sospetti.
La quarta puntata di tale resoconto era apparsa sul
Notiziario Sanfilese del mese di dicembre 2019.
Se tutto va bene dovrei concludere tale resoconto con
la settima puntata che dovrebbe venire pubblicata sul Notiziario Sanfilese del
mese di marzo 2021... tempo spazio e soprattutto volontà permettendo.
Ma ecco di seguito la quinta e la sesta puntata.
Questa volta parlo di Buddha e... di uno degli ultimi
buddha vissuti.
* * *
La Cina è vi-Cina... molto più di quello che possiamo
immaginare. (5)
Chi conosce il mio modo di scrivere sa che spesso e
volentieri, anche e soprattutto per non
“scocciare” il mio lettore con sproloqui fiume, divido alcuni miei
articoli in più puntate con una sfaccettatura a se stante dell’argomento
trattato. Ovviamente cercando di chiudere con una morale o un banale messaggio
l’intera storia o articolo complessivo.
Un “progetto” questo che ho cercato di portare avanti
anche nel raccontarvi il viaggio che io e mia moglie abbiamo fatto nel mese di
Agosto del 2019 (in tempi non sospetti per quanto riguarda il discorso
“COVID-19”).
Un progetto che sono stato costretto ad interrompere a
dicembre del 2019 per dare spazio ad altri temi più interessanti per la nostra
Comunità o, com’era giusto, per dare il meritato spazio ad altri collaboratori
del nostro bollettino. Uno spazio, quest’ultimo, che è ancor più giusto
tesorizzare nel reciproco rispetto di quanti collaborano al Notiziario
Sanfilese stesso.
Per completare l’articolo sul resoconto del mio
viaggio in Cina mi restavano due puntate.
Mi restava solo da trattare il discorso religioso e
segnalare una piccola/grande pecca in un mondo così stranamente perfetto agli
occhi di un semplice turista come chi scrive.
Un turista che può parlare solo di ciò che le guide
locali gli dicono e di ciò che gli fanno vedere.
In questo numero del nostro bollettino parlerò
brevemente della religione... mancata?
.^.
Quando pensiamo alla Cina non possiamo non pensare ad
uno degli ultimi baluardi del materialismo comunista sulla terra. Come,
qualcuno potrebbe obiettare, se comunismo e materialismo (o ateismo in questo
caso) siano sinonimi.
Purtroppo è questo il concetto che ci hanno inculcato
da piccoli prima e da giovani poi in tanti borghi del Bel Paese... ed anche in
alcune sezioni politiche del nostro borgo. O almeno questo, a persone come me,
ci è sembrato di capire e nessuno ha cercato di dissuaderci dalle nostre
convinzioni. Qualcosa del genere sicuramente è avvenuto anche in Cina. Almeno
nella Cina ipotizzata (sempre per quanto ci è stato fatto credere a tanti noi
italiani di sinistra post sessantottini) da Mao Tze-tung.
Niente di più: i cinesi credono come noi. Certo non
come noi cristiani (i loro dei infatti sono diversi dai nostri dei) ma... anche
loro sono esseri umani e come tali non possono fare a meno di credere in
qualcosa di più grande di loro. Credere, dopotutto, fa parte dei bisogni
primari dell’essere umano.
Uno dei loro dei, sicuramente il principale, è Gautama
Buddha (ovvero “l’illuminato Gautama”).
Ma Gautama Buddha è veramente un dio?
Personalmente, e per quanto mi è sembrato di capire
(non sono un teologo, dopotutto) credo di no.
Gautama Buddha insegna la strada soprattutto per
migliorare se stessi e comunque in ogni ambito della propria esistenza.
Partendo anche dal concetto che migliorando se stessi si migliora anche ciò che
ci sta intorno e quanti ci stanno intorno. Negli ultimi anni oltretutto è
finito anch’egli vittima del capitalismo e quindi del consumismo imposto da chi
manovra i capitali.
* * *
La Cina è vi-Cina... molto più di quello che possiamo
immaginare. (6)
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Pietro Perri in piazza Tienanmen a Pechino - Agosto 2019. In fondo il mausoleo a Mao Zedong. |
L’ammetto: quando entro in un luogo di culto (ovvero
sacro per chi mi ospita in quel determinato momento), specie se in veste di
semplice turista, non posso fare a meno di rispettare i canoni che m’impone la
religione seguita in quel determinato luogo. Mi levo il cappello e faccio il
segno della croce entrando in un tempio (chiesa) cattolico, ho tenuto il capo
coperto quando sono entrato in una sinagoga o mi sono trovato nell’area sacra
del Muro del Pianto a Gerusalemme, mi sono tolto le scarpe (ed i calzini ove mi
veniva chiesto) entrando in una moschea, mi sono inginocchiato ovviamente
davanti ad una statua del Buddha e mi sono inginocchiato persino quando ho
calpestato il sacro suolo del tempio di Delfi in Grecia.
Una buona norma, questa del rispettare il luogo di
culto in cui si entra che mi ha insegnato, tanti anni addietro, l’ex vescovo di
Cosenza-Bisignano monsignor Dino Trabalzini, in occasione di un viaggio in
Terra Santa.
Ho rispettato tale regola anche nel mio viaggio in
Cina, terra dei Buddha passati a miglior vita e terra, forse, anche dei buddha
viventi. Dei... santi uomini (difficile considerarli dei in quanto loro, per
come mi sembra di capire, da “illuminati” si limitano ad indicare il metodo per
trovare la propria via ma sta ai discepoli capire di quale via si tratti). Agli
“illuminati” si può solo chiedere la luce. Ma se non coltiviamo in noi stessi
tale scintilla dopo un attimo la stessa si spegne e ci rigetta nel buio in cui
camminano i comuni mortali.
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Mausoleo a Mao Zedong in piazza Tienanmen a Pechino. |
Mao Zedong, il quattro volte grande dei Cinesi, altro
non era, o tale è considerato ed a ragione, se non un buddha vivente. Dopotutto
è lui ad aver ridato la meritata dignità alla Grande Cina.
Eppure Mao Zedong tutto voleva, a sentir dire dai suoi
biografi, tranne che essere venerato, alla sua morte, come un dio. Dopotutto
lui era un Comunista con la C maiuscola consapevole che la religione è per
buona parte, non del tutto, l’oppio dei popoli. “Ma... anche loro”, i cinesi,
“sono esseri umani e come tali non possono fare a meno di credere in qualcosa
di più grande di loro. Credere, dopotutto, fa parte dei bisogni primari
dell’essere umano”.
Mao Zedong era consapevole di ciò e da illuminato qual
era sapeva anche quale tipo di venerazione avrebbero subito le sue spoglie
mortali. Fu per questo che il quattro volte grande dei Cinesi espresse in vita
la volontà di essere cremato.
Speranza vana. Il suo corpo venne imbalsamato ed ora è
debitamente venerato, in un mausoleo realizzato ad hoc, in piazza Tienanmen
(porta della Pace Celeste).
Non ho potuto entrare all’interno del mausoleo che
conserva le spoglie mortali di Mao Zedong. Ma, se mi fosse stato possibile,
sicuramente mi sarei inginocchiato davanti al suo sarcofago ed avrei chiesto
anche a lui di illuminare la mia via o di insegnarmi la giusta direzione.
Inutile dire che per la maggioranza dei cinesi è
obbligatorio almeno una volta nella vita, per ovvie ragioni, fare un
pellegrinaggio a piazza Tienanmen a Pechino.
* * *
Un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato
Pietro Perri.
... /pace ma... “si
vis pacem para bellum”!