SAN FILI BY PIETRO PERRI BLOG: Dalla spagnola al coronavirus * ovvero * San Fili ai tempi del covid-19. (2)

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venerdì 1 maggio 2020

Dalla spagnola al coronavirus * ovvero * San Fili ai tempi del covid-19. (2)


Articolo pubblicato sul Notiziario Sanfilese del mese di marzo 2020... a firma di Luigi “Gigino” Iantorno.
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Cento anni addietro un’altra epidemia colpì in modo devastante non solo l’Europa ma il mondo intero. Tale epidemia (influenza) fu chiamata la spagnola.
La spagnola, una influenza che all’epoca uccise tantissime persone, colpì in modo pesante anche il nostro paese.
San Fili subì tantissime perdite.
I morti vennero trasportati in quei tristi giorni su carri trainati da buoi al cimitero comunale per ricevere degna sepoltura.
Purtroppo quando imperversò la spagnola non c’erano non solo potenziali vaccini ma non c’erano neanche la tecnologia (e quindi la conoscenza), alcuni medicinali di contenimento e gli strumenti che abbiamo oggi a disposizione e che ci stanno permettendo di contenere i danni di questo flagello umano.
La spagnola iniziò la sua marcia mortale verso la fine della Prima Guerra Mondiale e durò all’incirca due anni ovvero dal 1918 al 1920. Ed ancora oggi non si è certi del come sia terminata tale pandemia: “Una spiegazione per il rapido declino della letalità della malattia potrebbe essere che i medici erano riusciti a migliorare la prevenzione e la cura della polmonite che si sviluppava dopo che le vittime avevano contratto il virus.” o “(...) una ipotesi è che il virus del 1918 abbia subito una mutazione rapida verso una forma meno letale, un evento comune nei virus patogeni, poiché gli ospiti dei ceppi più pericolosi tendono a estinguersi.” (n.d.r.: corsivi tratti da Wikipedia).
Il virus della spagnola si rivelò una vera e propria catastrofe umana. Si stima che i decessi dovuti a tale virus in tutto il mondo possano essere stati tra i 50 ed i 100 milioni. Decisamente molti di più di quelli che causò la peste del 1300. Solo gli Stati Uniti d’America toccarono 675.000 vittime.
La spagnola non ebbe origine in Spagna così come il nome darebbe a pensare ma per il fatto che per primi a parlarne, di tale influenza, furono i giornalisti spagnoli.
Oggi al fine di contenere l’espandersi in modo drammaticamente esponenziale del numero dei contagiati dal coronavirus si è pensato di evitare che la gente uscisse di casa se non per comprovati urgenti ed improcrastinabili motivi. Ovvero si è cercato di mantenere le persone l’una distante dalle altre. Una cosa che sembra sia stata capita anche nel caso della spagnola. Ed oggi come allora si invogliò le persone all’uso delle mascherine.
Fortunatamente, a differenza del secolo scorso, oggi abbiamo tantissimi modi, anche in un paese come San Fili, per trascorrere il tempo, anche se non sempre piacevolmente, chiusi in casa. Oggi ad esempio abbiamo a disposizione la televisione o il computer che comunque ci mantengono collegati con il resto del mondo e comunque c’è, grazie a Dio, un governo (lo Stato) che riesce ad intervenire economicamente con aiuti economici e/o alimentari in favore delle famiglie più bisognose. Nel caso del periodo che ha interessato la spagnola purtroppo non c’era niente ed ognuno doveva arrangiarsi come meglio poteva.
L’influenza spagnola colpì anche la mia famiglia.
A causa della spagnola passò a miglior vita anche la mia nonna paterna. Nonna che io, proprio a causa di ciò, non ho avuto la fortuna di conoscere.
Mio padre restò orfano di madre, assieme ad un fratello e ad una sorella, a soli sette anni.
Mia nonna morì assieme ad un figlioletto di pochi mesi. Per tale motivo madre e figlio furono chiusi nella stessa bara e poi seppelliti nel cimitero del paese.
Mio nonno si risposò.
La seconda moglie di mio nonno non solo crebbe con amore i figli che già aveva avuto mio nonno ma diede allo stesso altri figli cresciuti con pari amore.
Dalla prima moglie mio nonno ebbe mio padre Francesco, zio Saverio e zia Carmela (oltre al figlioletto deceduto alla nascita). Dalla seconda moglie ebbe zia Marietta (emigrata in Brasile ed ivi deceduta), zio Giuseppe (emigrato in Canada) e zia Ida.
E sicuramente oggi staranno tutti pregando affinché usciamo al più presto e nel possibile incolumi da questo nuovo virus assassino.
(continua)
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Un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.
... /pace ma... “si vis pacem para bellum”!

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