“Ciruzzu ‘i Cerignola” nei versi del
mitico Luigi (Gigi) Aloe.
Di seguito:
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Nu personaggiu unicu, facia u carrettiere
esule ‘i Cerignola cca trova la mugliere.
U suprannumi è subitu trovatu
Ciromiglianu vena vattiatu.
Fa ra spola tra Santu Fili e Cusenza
a ra curriera fa ra cuncurrenza.
Porta di tuttu animali e cristiani
paglia fianu mobilie e lignami.
Saglia e scinna due vote intra ‘a jurnata
tene sempi di fa dua o tri mmasciate.
Si fa tutte le fere, iddru vinna critaglie
u sordiciaddru o i na manera o i n’atra
ricoglie.
Si ferma a san Giuvanni, parcheggia la
carretta,
puru s’unu ritarda iddru un li duna
fretta.
Ccussì faciannu, pe tantissimi anni
s’ha fattu ancunu sordu e si mo minta in
grande.
si cumpra u camioncinu, assuma n’autista
... su mezzu tene e marce, un parte cu ra
frusta.
Cumincia ra scalata tra Paula e ra
Crucetta
iddru vinna di tuttu, a genti ormai
l’aspetta.
L’autista piglia pocu, lavura senza sosta,
mentre su supa u valicu li lancia a
proposta:
“O tu mi paghi i cchiju! ... o iju ti
lassu cca’!”
U poveru Ciruzzu un si fa ricattà.
Li nega l’aumentu, ppe ru fari spagnari
chissu tira lu frenu, un si fa
ncuraggiari!
Ciruzzu a chissu puntu si senta disperatu
su carru a motori iddru un l’ha mai
guidatu.
Un po’ chiamari a Misasi, ancora nunn’è
natu
si arma di curaggiu e arriva a ra vallata.
U sani c’a Santu Fili, sunnu preoccupati
li fa nu telegramma da tutti ricurdatu.
“Cara Mariuzza Crucetta arrivatu
scappò Franciscu sulu lassatu!
Preso comando coraggiosamente
arrivato a Paola pericolosamente”
Primu da guerra Ciruzzu n’ha lassatu:
era giustu ca vinissi ricurdatu!
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Luigi (Gigi) Aloe nei versi dedicati a
Ciruzzu (sotto riportiamo all’incirca la storiellina che ha dato vita agli
stessi) com’è solito nei suoi scritti con perspicacia riesce non solo a
riportarci in un tempo che non è più davanti ai nostri occhi ma... riesce anche
a farci nel contempo ragionare e se possibile “sorridere” sulla realtà e sui
problemi che viviamo nella nostra quotidianità. Ovviamente ci riferiamo alla
quotidianità del periodo un cui vengono fissati, da Luigi (Gigi) Aloe i suoi
versi nero su bianco.
Un esempio? ... L’onorevole Riccardo
Misasi (con tutti i suoi colleghi) degli anni Settanta e Ottanta. All’epoca,
infatti, chiunque avesse un problema - anche se tale problema era
insignificante o non attinente all’uomo politico di turno, bastava fare una
camminata in una segreteria degli stessi per vedersi risolvere, quasi
miracolosamente, lo stesso. I problemi, nelle segreterie di onorevoli quali
Riccardo Misasi e company, in quegli anni venivano prontamente risolti anche
quando non esistevano e soprattutto anche quando gli stessi si risolvevano da
soli.
Peccato per Ciruzzu, dice Luigi (Gigi) Aloe nei suoi versi, che Riccardo Misasi all’epoca dei fatti non era ancora nato e - mi vien quasi da dire - peccato soprattutto che oggi politici come questo (specie per noi Calabresi) non esistono più. Almeno loro qualche posto da bidello, e non dico per scherzare, alle generazioni che ci hanno preceduto gliel’hanno assicurato.
La storia di Ciruzzu la possiamo benissimo
collocare tra le due guerre mondiali ed è una storia emblematica: un emigrante
da una terra di povera gente (la Puglia) che riesce a fare un po’ di fortuna in
una terra d’altra povera gente (la Calabria).
Con i risparmi d’una vita caratterizzata
da sudore e privazioni decide di fare il grande passo trasformando il suo
piccolo commercio portato avanti con un carretto trainato da un mulo in un
piccolo automezzo per il trasporto delle merci: il futuro era arrivato anche a
San Fili e soprattutto anche per Ciruzzu.
Purtroppo per guidare un automezzo c’è
bisogno della patente e Ciruzzu non ha nessuna voglia né capacità di prenderne
una. E’ così che decide di prendere a giornata un collaboratore patentato ed
inizia a coprire, con la sua attività e con il suo mezzo nuovo di zecca, il
tracciato che, tramite il valico Crocetta, collega San Fili con Paola.
Quale miglior punto per Franciscu, l’autista, del valico Crocetta per chiedere un aumento al suo datore di lavoro?
Alla richiesta Ciruzzu fa orecchie da mercante e dice a Franciscu che se
vuole può anche andarsene.
Franciscu lo prende in parola. Ferma il
mezzo e scende ritornando a piedi a San Fili e lasciando solo come un cane,
sicuramente incapace di guidare l’automezzo, Ciruzzu sul valico Crocetta nel
punto in cui iniziava la discesa verso Paola.
Ciruzzu non si perde d’animo e, per non
darla vinta a Franciscu (dopotutto era solo il suo prezzolato autista
quest’ultimo) si mette ai comandi del mezzo ed inizia la discesa verso la
cittadina del glorioso santo.
Guidare, senza saper guidare, lungo i
tornanti della “palummara” - la vecchia statale 107 - è cosa tutt’altro che
facile ma il nostro eroe riesce comunque a raggiungere l’agognata meta.
Giunto a Paola e consapevole che a San
Fili quasi certamente i suoi concittadini e la propria moglie erano ormai a
conoscenza della bravata di Franciscu, e quindi sicuramente erano in pensiero
per lui, Ciruzzu intelligentemente si reca al primo ufficio postale che gli
viene sulla strada e spedisce un telegramma indirizzato ai propri preoccupati
cari.
Il telegramma all’incirca riporta queste
parole:
“Cara Mariuzza Crucetta arrivatu /
scappò Franciscu sulu lassatu! / Preso comando coraggiosamente / arrivato a
Paola pericolosamente”.
In pochissime parole, quelle appunto del
telegramma, il prode Ciruzzu riesce a riassumere il racconto d’un’intera
indimenticabile giornata.
Inutile dire che l’intera vicenda finì per
diventare un classico “racconto del focolare”... Spasso per i mesi, se non per
i decenni, a venire di intere generazioni di sanfilesi.
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Un caro abbraccio a tutti dal sempre
vostro affezionato Pietro Perri.
... /pace!
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