La foto a sinistra (panorama di San Fili) è una rielaborazione grafica by Pietro Perri.
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Ho pubblicato questo post (su questo blog e sul “Notiziario Sanfilese”) nel mese di marzo del 2012. Ne è passato di tempo da quel giorno, dopotutto quando riprendo il post è il 24 agosto del 2024, ma una domanda sorge spontanea: è cambiato qualcosa su questo fronte, dal punto di vista demografico, a San Fili?
La popolazione è aumentata? E’ arrivata nuova gente a ripopolare il centro
storico del nostro borgo e quindi a far sparire quei vergognosi (per più di un
motivo) cartelli con su scritto “vendesi” attaccati ai portoni o alle finestre
di tanti edifici da tempo disabitati? Corso XX Settembre ha ritrovato nuova
vitalità di sera quando non ci sono iniziative ludiche o mangerecce in
programma?
* * *
Passeggiando lungo corso XX Settembre a
San Fili, e ragionando sopra quanto ci viene difronte nel nostro incessante
peregrinare in su e giù per lo stesso, almeno due cose non possono non colpire
il nostro sguardo e la nostra viva intuizione: il numero delle abitazioni
disabitate ed il numero, sempre più crescente, dei cartelli riportanti la
scritta “vendesi” che compare sulle porte o sui balconi delle stesse.
Intendiamoci, che di tanto in tanto
compaia un cartello con la scritta “vendesi” sulla facciata principale di
un’abitazione non è una cosa per niente scandalosa… specie se tale cartello
sparisce nell’arco di qualche giorno o al massimo nell’arco di qualche mese.
Diventa una cosa decisamente scandalosa e
preoccupante (dal punto di vista economico) se tale scritta persiste dove è
stata affissa per periodo superiori anche all’anno solare. Ciò, infatti, è
segno che le abitazioni presenti sul nostro territorio sono diventate… fuori
commercio. Ciò significa che tali fabbricati non valgono più neanche i soldi
finora spesi per realizzarli o semplicemente spesi per renderli nuovamente
abitabili.
Questa situazione ai cittadini normali
(ossia escludendo gli Amministratori e gli operatori del commercio locali…
visto che da tempo, entrambi questi soggetti, hanno appeso le scarpe al chiodo)
dovrebbe farci riflettere un pochino e chiederci: … cosa sta succedendo a San
Fili? … cosa si può fare per invertire la rotta?
Alla prima domanda è facilissimo
rispondere: da qualche anno a questa parte a San Fili non sta succedendo
esattamente niente e se sta succedendo qualcosa è regolarmente in negativo e di
scarso richiamo per le realtà cittadine che ci circondano.
San Fili, in poche parole, malgrado sia un
paese a pochi chilometri della vicina e sempre più invadente Grande Area Urbana
dell’Asse Rende-Cosenza, malgrado sia vicinissima all’Università della
Calabria, allo svincolo autostradale di Cosenza Nord, al versante tirrenico
della nostra regione (con le attigue cittadine di Paola, San Lucido, Fuscaldo,
Guardia Piemontese e via dicendo), vicinissima alle bellezze naturali della
Sila… in effetti è sempre più un paese isolato, quasi fosse situato non dov’è
situato bensì nel lontano e difficilmente raggiungibile territorio calabrese
dell’Aspromonte.
A conferma di quanto ho scritto in
quest’articolo c’è anche il fatto che se proviamo a passeggiare lungo il
succitato corso XX Settembre dopo le 19 di sera (non solo nei giorni feriali
ma anche nei giorni di sabato e domenica) è sempre più difficile imbattersi in
qualcuno per scambiare con lo stesso qualche parola sul più e sul meno della
nostra comunità, dell’Italia e del resto del mondo.
Assurdo: dopo le 19 o al massimo le 19 e
30 a San Fili subentra il coprifuoco. Eppure, malgrado le battute e le
necessità di scrivere in alcuni atti ufficiali il contrario di questo che sto
affermando in questo periodo, il nostro paese è tutt’altro che un paese “ad
alta intensità mafiosa”.
Il fatto che il mercato edilizio (sia
nuovo che di recupero) a San Fili abbia avuto questo brutto blocco dovrebbe
farci riflettere un pochino a tutta l’intera comunità. Ovviamente parlo di ciò
che è sotto gli occhi di tutti, ovvero del sempre più meno commerciale centro
storico e del fatto che la nuova edilizia in località Cozzi (e non solo
di località Cozzi) abbia avuto un traumatico e per alcuni versi inspiegabile
blocco… chi ha dati per confutare tali mie affermazioni mi farebbe piacere se
me li sbattesse in faccia dimostrando una volta per tutte l’inconsistenza delle
stesse.
Oltretutto in una zona di richiamo
turistico o semplicemente residenziale più che trovarsi difronte a cartelli con
la scritta “vendesi” ci si troverebbe difronte a cartelli con la scritta
“affittasi”… ma non è questo sicuramente il caso di San Fili. San Fili è un
paese in vendita e quanto prima, se continua a camminare sulla strada da anni
intrapresa, non solo sarà un paese in vendita ma sarà un paese… in saldo.
Allora, come invertire questa, per tutti e
non solo per le sempre più magre casse delle attività commerciali operanti sul
nostro territorio, disastrosa (forse ormai incancrenita) situazione? … la cosa
più normale sarebbe sederci tutti (operatori commerciali, rappresentanti
delle Associazioni sociali e culturali del paese, imprenditori, rappresentanti
delle forze politiche, amministratori comunali) intorno ad un tavolo ed
ammettere l’esistenza di un problema… che comunque c’è.
Fatto ciò, che sarebbe comunque un
grossissimo passo, si potrebbe chiedere a chi ricopre determinati ruoli
amministrativi e sociali se vogliono o meno coprire o ricoprire o far coprire o ricoprire tali ruoli.
San Fili un paese in vendita? … peccato
che non si trovi un acquirente!
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Un caro abbraccio a
tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.
… /pace!
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