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domenica 18 marzo 2012

San Fili un paese in vendita? Peccato non si trovi un acquirente.



La foto a sinistra (panorama di San Fili) è una rielaborazione grafica by Pietro Perri.

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Ho pubblicato questo post (su questo blog e sul “Notiziario Sanfilese”) nel mese di marzo del 2012. Ne è passato di tempo da quel giorno, dopotutto quando riprendo il post è il 24 agosto del 2024, ma una domanda sorge spontanea: è cambiato qualcosa su questo fronte, dal punto di vista demografico, a San Fili?

La popolazione è aumentata? E’ arrivata nuova gente a ripopolare il centro storico del nostro borgo e quindi a far sparire quei vergognosi (per più di un motivo) cartelli con su scritto “vendesi” attaccati ai portoni o alle finestre di tanti edifici da tempo disabitati? Corso XX Settembre ha ritrovato nuova vitalità di sera quando non ci sono iniziative ludiche o mangerecce in programma?

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Passeggiando lungo corso XX Settembre a San Fili, e ragionando sopra quanto ci viene difronte nel nostro incessante peregrinare in su e giù per lo stesso, almeno due cose non possono non colpire il nostro sguardo e la nostra viva intuizione: il numero delle abitazioni disabitate ed il numero, sempre più crescente, dei cartelli riportanti la scritta “vendesi” che compare sulle porte o sui balconi delle stesse.

Intendiamoci, che di tanto in tanto compaia un cartello con la scritta “vendesi” sulla facciata principale di un’abitazione non è una cosa per niente scandalosa… specie se tale cartello sparisce nell’arco di qualche giorno o al massimo nell’arco di qualche mese.

Diventa una cosa decisamente scandalosa e preoccupante (dal punto di vista economico) se tale scritta persiste dove è stata affissa per periodo superiori anche all’anno solare. Ciò, infatti, è segno che le abitazioni presenti sul nostro territorio sono diventate… fuori commercio. Ciò significa che tali fabbricati non valgono più neanche i soldi finora spesi per realizzarli o semplicemente spesi per renderli nuovamente abitabili.

Questa situazione ai cittadini normali (ossia escludendo gli Amministratori e gli operatori del commercio locali… visto che da tempo, entrambi questi soggetti, hanno appeso le scarpe al chiodo) dovrebbe farci riflettere un pochino e chiederci: … cosa sta succedendo a San Fili? … cosa si può fare per invertire la rotta?

Alla prima domanda è facilissimo rispondere: da qualche anno a questa parte a San Fili non sta succedendo esattamente niente e se sta succedendo qualcosa è regolarmente in negativo e di scarso richiamo per le realtà cittadine che ci circondano.

San Fili, in poche parole, malgrado sia un paese a pochi chilometri della vicina e sempre più invadente Grande Area Urbana dell’Asse Rende-Cosenza, malgrado sia vicinissima all’Università della Calabria, allo svincolo autostradale di Cosenza Nord, al versante tirrenico della nostra regione (con le attigue cittadine di Paola, San Lucido, Fuscaldo, Guardia Piemontese e via dicendo), vicinissima alle bellezze naturali della Sila… in effetti è sempre più un paese isolato, quasi fosse situato non dov’è situato bensì nel lontano e difficilmente raggiungibile territorio calabrese dell’Aspromonte.

A conferma di quanto ho scritto in quest’articolo c’è anche il fatto che se proviamo a passeggiare lungo il succitato corso XX Settembre dopo le 19 di sera (non solo nei giorni feriali ma anche nei giorni di sabato e domenica) è sempre più difficile imbattersi in qualcuno per scambiare con lo stesso qualche parola sul più e sul meno della nostra comunità, dell’Italia e del resto del mondo.

Assurdo: dopo le 19 o al massimo le 19 e 30 a San Fili subentra il coprifuoco. Eppure, malgrado le battute e le necessità di scrivere in alcuni atti ufficiali il contrario di questo che sto affermando in questo periodo, il nostro paese è tutt’altro che un paese “ad alta intensità mafiosa”.

Il fatto che il mercato edilizio (sia nuovo che di recupero) a San Fili abbia avuto questo brutto blocco dovrebbe farci riflettere un pochino a tutta l’intera comunità. Ovviamente parlo di ciò che è sotto gli occhi di tutti, ovvero del sempre più meno commerciale centro storico e del fatto che la nuova edilizia in località Cozzi  (e non solo di località Cozzi) abbia avuto un traumatico e per alcuni versi inspiegabile blocco… chi ha dati per confutare tali mie affermazioni mi farebbe piacere se me li sbattesse in faccia dimostrando una volta per tutte l’inconsistenza delle stesse.

Oltretutto in una zona di richiamo turistico o semplicemente residenziale più che trovarsi difronte a cartelli con la scritta “vendesi” ci si troverebbe difronte a cartelli con la scritta “affittasi”… ma non è questo sicuramente il caso di San Fili. San Fili è un paese in vendita e quanto prima, se continua a camminare sulla strada da anni intrapresa, non solo sarà un paese in vendita ma sarà un paese… in saldo.

Allora, come invertire questa, per tutti e non solo per le sempre più magre casse delle attività commerciali operanti sul nostro territorio, disastrosa (forse ormai incancrenita) situazione? … la cosa più normale sarebbe sederci tutti  (operatori commerciali, rappresentanti delle Associazioni sociali e culturali del paese, imprenditori, rappresentanti delle forze politiche, amministratori comunali) intorno ad un tavolo ed ammettere l’esistenza di un problema… che comunque c’è.

Fatto ciò, che sarebbe comunque un grossissimo passo, si potrebbe chiedere a chi ricopre determinati ruoli amministrativi e sociali se vogliono o meno coprire o ricoprire o far coprire o  ricoprire tali ruoli.

San Fili un paese in vendita? … peccato che non si trovi un acquirente!

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Un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.

… /pace!

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