Era domenica… domenica 15 gennaio 2012.
Era domenica ed erano all’incirca le 12 e 30 di mattina (anche perché se fossero state di sera e/o di notte… non avrei scritto che erano le 12 e 30 ma avrei tutt’al più scritto che erano le 24 e 30 di domenica ovvero le 00 e 30 di lunedì).
Mi ero appena congedato dagli amici con cui avevo diviso una bella vasca (alias passeggiata) lungo tutto corso XX Settembre (… a San Fili) e con i quali mi ero brevemente trattenuto (discorrendo del più e del meno… più del meno - grazie al Governo italiano ed all’Amministrazione comunale in carica - in questo periodo che del più) e, salito in macchina, invece di prendere la strada che mi conduceva a casa da mia moglie… decisi di proseguire verso l’imbocco della vecchia SS107 (la strada che conduce al valico Crocetta e dalla quale, giunti in tale punto, si discende, tramite “a palummara” verso la cittadina di Paola) dove, imboccati due o tre tornanti, avrei potuto dar sfogo, non visto, a qualche impellente istinto primordiale.
La “telefonata urbana” (leggasi “pisciata”) che da qualche decina di minuti a quella parte iniziava sempre più insistentemente a ricordarmi la sua necessità di lasciare il mio corpo… ormai non mi data più spazio d’agire diversamente: o pisciavo (potrei benissimo dire) o mi sarei letteralmente pisciato addosso.
Inutile dire che scelsi (più che giustamente) la prima ipotesi.
Ovviamente, da soggetto civile quale sono… non potevo farla in un angoletto nascosto del centro abitato di San Fili né me la sentivo di chiedere a qualche barista con il locale ancora aperto (ammesso e non concesso che ce ne fossero quella mattina, in piazza San Giovanni a San Fili - aperti in circolazione) se potevo sfruttare i servizi igienici presenti nel locale stesso. Chiedere un tale piacere, senza nel contempo ordinare niente in quando non mi andava di ingurgitare niente in quell’occasione… mi sembrava come rubare loro (o lui) qualcosa.
Imboccai quindi la salita verso il valico Crocetta e, guidando, guardando a destra ed a sinistra (se davanti a me c’era qualcuno… sicuramente l’avrei messo sotto… impegnato com’ero a guardare a destra ed a sinistra) alla ricerca di un punto in cui avrei potuto fare la mia “telefonata urbana” (rileggasi “pisciata”) lontano dalla vista di occhi indiscreti… almeno umani!
… lontano dalla vista di occhi indiscreti… almeno umani! … perché non immaginate quanti occhi indiscreti possano esserci in giro in qualsiasi momento (intenti ad osservarvi con chissà quali intenzioni non sempre umanamente concepibili) in circolazione.
Fermai la macchina (la mia Yaris now rossa Ferrari… purtroppo non sono annoverabile tra quei miei compaesani che possono permettersi - e magari neanche lo fanno - una Ferrari now colore Yaris) nel punto in cui la strada presenta una biforcazione (bivio) in cui andando dritti si prosegue verso il valico Crocetta e svoltando verso destra si accede al piazzale dove una volta si svuotavano i camion carichi dell’immondizia dei sanfilesi residenti. Ero giunto, in pratica, alla cosiddetta “curva d’u Fiegu” dove appunto si trovava, poco oltre, la dismessa (ma sarà stata poi veramente dismessa?) discarica abusiva… “du Fiegu”.
Mi fermai, dicevo, con la macchina, proprio all’imbocco della strada (non asfaltata) che porta alla vecchia discarica del Fiego e, quivi (credevo non visto) detti adito ai miei istinti primordiali.
… che goduria! … che rilassamento divino!
Non avevo avuto neanche il tempo di guardarmi bene intorno e di vedere… se c’era qualcuno intento a vedere il sottoscritto. E qualcuno c’era!
Mi accorsi troppo tardi dell'ingombrante presenza che dall'alto del suo punto d'osservazione sembrava consigliarmi (col suo assordante silenzio) di essere un po' più civile verso lui e verso l'ambiente circostante.
Che stupendo cane e che portamento nobiliare… dubito fosse stato sempre un bastardo (… un cane abbandonato?) e forse non lo era neanche adesso. Oltretutto se bastardi ci fossero stati nella sua vita… quelli sicuramente sono i suoi ex proprietari.
Non potei fare a meno di fotografarlo!
... era bello... bellissimo quello stupendo animale che osservava dall'alto del suo punto d'osservazione il sottoscritto dar sfogo ai suoi più bassi istinti (diciamo... a metà altezza, non proprio bassi... dopotutto era solo una... “telefonata urbana” - leggasi “pisciata”) primordiali.
Un po' meno belli erano tutti quei copertoni (ovviamente usati) accatastati al limite di quel sentiero a strapiombo.
… perché di sentiero a strapiombo si trattava: nella zona sottostante mi trovavo io... all'altro capo si trovava il mio… contemplatore solitario.
Chissà se contemplava proprio me o, decisamente affamato, l'innominabile (umano?) volatile che in quello stesso momento stavo riponendo nella sua... accogliente gabbietta.
Chissà chi aveva riposto in quel punto (proprio in quel punto) quei copertoni e chissà se li avrei ritrovati lì anche domenica prossima (giorno in cui ci avrei fatto un salto anche se non avessi avuto necessità di rifare alcuna “telefonata urbana”… si, domenica 22 gennaio 2012… c’erano ancora).
Ovviamente per terra, in quel piccolo e per niente pulito piazzaletto, non c’erano solo quei copertoni ma anche sacchi d’immondizia, immondizia varia e persino dei rami (appena tagliati… e dire che siamo ben distanti dal periodo pasquale) di alcune palme.
… una vera e propria discarica a cielo aperto.
... anche questo, oggi, è San Fili. Anche questo, oggi... sono Cosenza e la Calabria!
... alla mia destra (alla sinistra avevo la pila di copertoni ed il cane che mi guardava dall'altro... sono pochi i cani che ti guardano dall'alto... gli umani - cani - ti guardano normalmente o al pari o dal basso) osservai la sbarra che impediva il passaggio ai mezzi... alla zona in cui una volta San Fili vantava la propria... discarica comunale (una vera fabbrica di diossina a basso costo e a grande impatto ambientale... forse anche da questo dipende l'insorgere di qualche tumori di cui sono state ignare vittime alcuni miei compaesani).
La sbarra era bloccata con un lucchetto opportunamente chiuso.
Strano come, al di sotto della sbarra... si notavano chiaramente i segni del passaggio decisamente recente di qualche mezzo di locomozione. Strano in quanto... era domenica mattina e tale zona dovrebbe essere stata vietata a tutti... vista la pericolosità della stessa per la salute degli avventori. Ma siamo a San Fili... nella provincia di Cosenza... in Calabria!
… alla faccia della raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani ed alla faccia, soprattutto, delle locali sezioni di guardie ecozoofile (a queste ultime, personalmente, pagherei volentieri, con i soldi della Comunità ovviamente, una visita oculistica… visto che spesso e volentieri tutto vedono tranne ciò per cui sono, per statuto, obbligate a vedere… ma forse, appunto, è solo un problema di difetto visivo… e di ciò, purtroppo, gli interessati sembra ne siano tutt’altro che coscienti… almeno a San Fili).
* * *
... un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.
… /pace!
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