Nell’immagine a
sinistra: Particolare della facciata principale di un palazzo (palazzo Blasi) a
San Fili in piazza Adolfo Mauro (ex piazza Rinacchio). Alla destra del portone
compare la scritta “Vota Spiga n. 2”. La lista civica “Spiga”, capitanata dall’indimenticato
Alfonso Rinaldi, nelle elezioni amministrative sanfilesi vinse ben due tornate
elettorali: quella del 1983 e quella del 1988. Poi... implose.
L’articolo che vi propongo di seguito in questo spazio è apparso,
ovviamente firmato dallo scrivente, su “Il Gazzettino del Crati” anno XVIII n. 1 del 15 gennaio del
1990. Quest'articolo mi è particolarmente caro per un motivo: era la prima
volta che uscivo in prima pagina e la prima pagina di un giornale è la cosa più
bella che può capitare ad un "giornalista" completamente privo
d'esperienza.
*
* *
San Fili: quando le scritte sui muri
fissano la storia di una Comunità.
Ci
sono diversi modi di affrontare giornalisticamente una determinata situazione,
un personaggio, una comunità o più semplicemente uno status vitae (N.d.R.: da non credere, iniziavo a
spiegare me stesso!). Se ne può parlare, a seconda dei casi o dei
legami intercorrenti tra il giornalista e la res, in positivo o in negativo, parziale o imparziale,
costruttivo, distruttivo o infamante, generale o particolare e via dicendo.
Spesso
scrivere in modo negativo della res, a chi legge può dare l'impressione di essere in
presenza di un atto di ostruzionismo particolareggiato senza senso di
imparzialità verso qualcuno o qualcosa (sfruttare cioè il particolare per
offuscare il generale), quando in realtà si mira esclusivamente, fermo restando
quanto di buono traspare dal considerato, a fare in modo che sia semplicemente
rimosso il granello di polvere che comunque resta presente sul naso del Davide
michelangiolesco (N.d.R.: e pensare ch'era solo un
preambolo!).
Ed
è proprio di un granello di polvere che questa volta vi voglio parlare, un
granello di polvere, questo, che finisce quotidianamente nei sensibili, anche
se non troppo, occhi dei cittadini sanfilesi e di quanti si avventurano per le
strade del pittoresco Comune di San Fili (un problema comunque da allargare a
tutti i centri urbani della nostra stupenda penisola, pochi esclusi).
Ricordate
il detto «Anche
i muri hanno orecchie»? Forse è un pochino esagerato, poiché se orecchie nel
caso ci sono, queste sono certamente riferite a chi vilmente si cela ad una
realtà prettamente privata. Ancor più errato è il detto «Se i
muri potessero parlare!»: i muri, in effetti, parlano e pure troppo, sia in modo
ideale (basta saperli interpretare), sia in modo letterale (situazione,
quest'ultima, da cui si può desumere il grado di civiltà di una determinata
civiltà o di un intero popolo).
San
Fili, corso XX Settembre in modo più evidente, è decisamente sommerso da un
oceano di scritte murarie (senza considerare il nugolo di manifesti, politici o
pubblicitari che siano, affissi in modo tanto barbarico da far arrossire anche
Attila, che deturpano le stupende facciate dei palazzi settecenteschi), alcune
delle quali anche di una certa importanza storica.
Le
scritte sono varie, di varia estrazione politico - sociale e riportano alla
luce quasi un secolo di vita paesana (vario ne è anche il colore di vernice
utilizzato: verde, nero, giallo, azzurro, bianco, rosso). Tra queste, in
prossimità di piazza San Giovanni (dopo il semaforo, all'inizio della scalinata
che conduce in via Cozzo di Iorio), risalta anche una scritta in inglese, forse
un ulteriore, ingenuo, tentativo di divulgare più celermente quella che si
suppone sia destinata a diventare la lingua dei popoli del futuro, o forse
semplicemente un modo come un altro per riproporre ulteriormente la nostra
stupidità di esseri umani: «You'll never walk alone» firmato «Eagles Lazio».
Un
problema questo che, purtroppo, non è solo di San Fili (basta guardarsi
intorno, lo ripeto, anche nelle altre realtà urbane, poche escluse: cosentine,
calabresi, italiane... e forse anche oltre).
Ci
sono diversi metodi (cartine del Tornasole) per misurare il grado di civiltà di
una persona, di una comunità o di un popolo... uno di questi è quello di
studiare l'ambiente in cui vive.
* * *
Una ventina d’anni dopo dalla pubblicazione di quest’articolo su “Il Gazzettino del Crati” pubblicai sul “Notiziario Sanfilese” un seguito dello stesso. Dan non credere; sul fronte della stupidità umana su questo fronte ben poco era cambiato... anche dalle nostre parti.
Un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro
affezionato Pietro Perri.
... /pace ma... “si vis pacem para
bellum”!
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