“Debole di ragione” (del 2015) è la
terza raccolta di commedie scritta e pubblicata dal nostro compaesano Giuseppe
“Peppe” Esposito e segue a ruota “Commedie” (del 2004) e “Da pari a pari” (del
2010).
È una raccolta a dir poco strana che
si presta a diverse chiavi di lettura: dalla via classica di stile
pirandelliano ma con evidenti influssi brechtiani (dove il lettore diventa
coprotagonista se non coautore) con qualche influsso della novellistica (con
l’esempio portato al suo eccesso) kafkiana.
In essa sembrano trovare giusta
collocazione i sei personaggi in cerca d’autore dell'omonima commedia di
Pirandello. Sei personaggi, forse qualcuno in meno o forse qualcuno in più,
sempre pronti a salire sul palco e sempre in attesa d'un nuovo copione, che
nasce giorno dopo giorno e pagina dopo pagina, da studiare e da portare al di
là del sipario nell’attimo stesso in cui prende forma.
Un copione che sembra non prendere
mai effettiva forma (semplicemente vive e sopravvive a se stesso) ma che alla
fine di ritrova paradossalmente con un inizio, un filo conduttore e quasi
regolarmente con una inaspettata morale conclusiva.
Tre sono le commedie che compongono
questa ennesima fatica del nostro compaesano Giuseppe “Peppe” Esposito: “Debole
di ragione” (che da’ il titolo alla raccolta stessa), “Il voto” e “La casa”.
Nelle tre commedie che compongono la
raccolta “Debole di ragione” (ma poi “debole di” quale “ragione”? … della
propria o dell’altrui… ragione?) sembrano, e secondo me lo fanno, prendere vita
i tre fantasmi del “Canto di Natale” di Dickens: il fantasma del Natale passato
(Debole di ragione), il fantasma del Natale presente (La casa) e quello del
Natale futuro (Il voto). Ovviamente nel caso di Giuseppe “Peppe” Esposito i
fantasmi seppur cercano di spiegare un blocco primordiale non trovano via di
sbocco né il lieto fine che ci si aspetterebbe da una commedia o da una
raccolta di commedie ma concludono il proprio “percorso iniziatico” con
“l’ammettere l’irresoluzione della vita terrena”. Nessuna via di scampo, né per
i personaggi né per i lettori… così come, appunto, nella commedia che, da
inconsapevoli attori, subiamo quotidianamente.
Un percorso iniziatico che si
preannuncia proprio con la prima delle tre opere che di fatto dà il nome alla
raccolta: “Debole di ragione”. E cos’è, infatti, la commedia “Debole di
ragione” se non un vero e proprio percorso iniziatico.
E poi:
... un ateo (Giuseppe “Peppe” Esposito. Ma
esistono veramente gli atei?) che descrive il miracolo della processione con
le parole di un prete (don Flores) che sa fare bene i propri interessi.
Oppure:
Don Flores (soddisfatto): Eh!… Il
miracolo, il miracolo!... E il rancore, l’odio, l’invidia, l’astio, la gelosia,
l’inimicizia dove li mettono, lor signori?... Eppure sono tutti là, sotto quel
santo, ognuno con le proprie ragioni ma tutti là a soffrire, a sfiorarsi, a
toccarsi, a stringersi per non soccombere. (estasiato) Ed eccolo il
miracolo!... Uomini, donne che vivono per più turpi desideri l’un contro
l’altro aspettando in ogni istante della loro esistenza che si compia la loro
miserabile vendetta. Ebbene, lì sotto quelle assi tutti a concorrere uniti per
non cadere. (grave) Badi!... Per poco, un nonnulla, il tempo del proprio
turno e dimenticano, si aiutano, si parlano, sono lì e non soltanto per non
cadere ma per dimostrare d’essere stati bravi a portarlo, il santo. Non è un
miracolo questo? (estasiato) È miracolo guarire dalle malattie del
corpo, dalle storpiature degli accidenti, dalle deformità della natura oppure
riconoscersi fratelli, seppur per un attimo, sotto il peso della fede?
Nelle altre due commedie riscopriamo
tra l’altro il pensiero politico, se non la fede, di Peppe Esposito ma con
appunto le sue aspettative giovanili e le regolari rinascite da adulto (e
questo è il caso de “Il voto”) e ci imbattiamo in una digressione che prova a
condurci mano nella mano alla maturazione, a guardare oltre (“La casa” ma anche
la stessa “Debole di ragione”).
Il pezzo forte della raccolta in ogni
caso è dato dalla commedia “Il voto”. In essa viene messa a nudo la fragilità
della perfezione. In essa viene dimostrato che tutto è debole nel sistema a
partire dal sistema stesso. E la debolezza viene resa evidente proprio dalla
perfezione del sistema: basta un nonnulla per mettere tutto in discussione, per
far saltare l’ingranaggio. Basta un singolo idealista che ha fatto del proprio
credo filosofico ed ideologico il proprio credo religioso: l'unica fede di
Giuseppe “Peppe” Esposito, sembrano gridarci infatti le righe di questa
commedia, è il Comunismo.
Dopotutto:
Primo commissario: ... Il comunismo è una fede, un marchio
impresso a fuoco ancor prima che nella carne nel profondo della coscienza e non
esiste condanna o tortura che possano cancellarlo.
E se tutto sembra funzionare nel
migliore dei modi lo si deve solo al fatto che i personaggi della commedia
della vita accettano di recitare il ruolo loro assegnato senza cambiare una
virgola del copione, della loro parte.
Che dire, per concludere, se non
“complimenti” all’autore?
Il libro, per chi volesse
acquistarlo, si trova in vendita sulla piattaforma internet di Amazon. Basta
digitare nell’apposito campo di ricerca “Debole di ragione” e/o “Peppe
Esposito”.
In alternativa ci si può rivolgere
direttamente all’autore.
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... un caro abbraccio a tutti dal
sempre vostro affezionato Pietro Perri.
... /pace ma... “si vis pacem para bellum”!
... /pace ma... “si vis pacem para bellum”!
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