Per chi avesse perso le prime 4 (o
qualcuna delle prime quattro) puntate di questo racconto… ricordo che siamo in
un sabato degli inizi di Marzo 2013, che da poco si sono registrate due frane
sul lato coste del nostro paesino (il lato che si affaccia sul torrente Emoli)
ed io sto facendo una bella passeggiata lungo… u jum’e Santu Fili… nel tratto
compreso tra la sorgente di Palazia e il ponte Crispini.
* *
*
Lasciai il piano
(perché difatti di un piano ormai si tratta… tant’è stracolmo di sabbia, pietre
e materiale di riporto vario) dove una volta c’era la vasca della diga sul
torrente Emoli e, inforcando uno stretto sentiero che, costeggiando “u jum’è Santu Fili” porta in breve
tempo… dritto dritto al vecchio mulino di Ottorino Perri e quindi al ponte di
Crispino.
Il vecchio mulino
dei Perri per un certo tempo fu anche sede di una centrale idroelettrica… altri
tempi!
Girando intorno alla garitta dove ancora si vedono i comandi per azionare la chiusa della diga ed inforcando il succitato sentiero non potei fare a meno di guardare alla base della piccola stupenda cascata che ormai stavo per lasciarmi definitivamente alle spalle… sulla mia destra.
Girando intorno alla garitta dove ancora si vedono i comandi per azionare la chiusa della diga ed inforcando il succitato sentiero non potei fare a meno di guardare alla base della piccola stupenda cascata che ormai stavo per lasciarmi definitivamente alle spalle… sulla mia destra.
Guardai e… ricordai:
ricordai la mia cara amica Enrichetta Verbari… del suo dramma e della sua vana
voglia di vita.
Ricordai quando un
giorno Enrichetta mi chiamò, scorgendomi passare al di sotto della propria
abitazione… mmienz’u puontu… mi
presentò il marito (di cui non ricordo più neanche il nome: chissà perché ho
voluto cancellarlo dalla mia testa) e mi chiese se potevo fargli conoscere un
po’ il nostro bellissimo territorio.
Quale miglior modo
di far conoscere il territorio di San Fili ad un non sanfilese se non quello di
fargli fare una bella passeggiata lungo il corso del torrente Emoli che dalla
fontana di Palazia arriva fino al ponte di Crispino? … scendendo da piazza san
Giovanni (tramite la scalinata che si trova dietro la “croce”) e risalendo al
paese tramite la stradina conosciuta come “u
Canalicchiu”?
Il marito della
sfortunata Enrichetta mi scattò una foto proprio ai piedi della cascata.
… era contento di quella passeggiata ed era contenta Enrichetta del fatto che avessi accettato di fargli da cicerone. Fu grazie al marito di Enrichetta Verbari (e grazie ad un libro che lo stesso mi regalò in segno di amicizia) che conobbi ed apprezzai la storica figura di “Eleonora Pimentel Fonseca”.
… era contento di quella passeggiata ed era contenta Enrichetta del fatto che avessi accettato di fargli da cicerone. Fu grazie al marito di Enrichetta Verbari (e grazie ad un libro che lo stesso mi regalò in segno di amicizia) che conobbi ed apprezzai la storica figura di “Eleonora Pimentel Fonseca”.
Il libro sotto
accusa s’intitola “Il resto di niente” ed è un romanzo storico - ambientato a
Napoli nel corso del 1799, di fatti narra gli esaltanti… tragici eventi della
Repubblica Partenopea - scritto da Enzo
Striano.
Da leggere… per chi
non lo avesse ancora letto.
Ritorno ai giorni
nostri ed alla mia stupenda… solitaria passeggiata.
Oltrepasso il ponte
di Crispino e mi gioco a testa o croce la scelta tra l’andare a sinistra verso
l’attuale centrale idroelettrica (al di sotto del ponte di “santa Venere”) o
salire per un sentiero - in parte cementato - che mi porta, non senza un certo
sforzo (gli anni inizio a sentirli anch’io) in breve tempo all’altezza della
superstrada nel tratto che collega Paola con Cosenza. Alcuni dicono che tale
superstrada (… SS107?) si chiami “Silano-Crotonese”… e forse è anche vero ed
altrettanto giusto.
Avevo tanti buoni motivi per non andare a sinistra: tanti ricordi ormai lontani e qualcuno anche recente. Tra questi ultimi? … uno solo per tutti: il mio amico Salvatore (Turuccio) Mazzulla.
Avevo tanti buoni motivi per non andare a sinistra: tanti ricordi ormai lontani e qualcuno anche recente. Tra questi ultimi? … uno solo per tutti: il mio amico Salvatore (Turuccio) Mazzulla.
Proseguendo per quel
sentiero, infatti, guardando in alto ed osservando il succitato ponte… chissà,
forse per un attimo - un tragico attimo - l’avrei anche rivisto o avrei creduto
di rivederlo.
Giunsi, dopo qualche
minuto, finalmente a poggiare i miei piedi sull’asfalto della superstrada.
Le macchine, come al
solito, sfrecciavano in entrambe le direzioni... incuranti della mia presenza.
Avevo la macchina
fotografica a portata di mano e decisi di dirigermi, alla mia destra, verso la
galleria realizzata negli anni Sessanta… sotto la collina de “u ‘Ncinu”.
Volevo scattare
qualche foto al paese dal ponte che precede tale galleria… ad avere un po’ di
coraggio in più e soprattutto a soffrire un po’ meno di vertigini.
Toccata e fuga,
null’altro: rieccomi, quasi per miracolo, di nuovo ad attraversare il ponte di
Crispino… non dopo aver invano cercato, qualche metro prima, la miracolosa
fonte che da Crispino prende anch’essa nome.
A proposito:
Crispino con la “C” maiuscola o con la “c” minuscola? … le tesi sono due ed
entrambe più che valide. Il problema è capire se il termine si riferisce al
cognome di una nota famiglia di San Fili o semplicemente ad una pianta
spontanea che cresce (o semplicemente cresceva) nella zona.
Percorrendo il
passaggio del ponte non potei non guardare giù e a fine tragitto non potei non
girargli intorno e osservare il punto in cui quasi certamente era sepolta la
mia amica Stella… colei che, secondo una delle tante tradizioni orali, con la
sua tragica morte diede vita alla nostra amata Fantastica (l’essere
sovrannaturale che da qualche secolo a questa parte tiene sotto scacco i
bambini - e non solo - di San Fili).
(continua).
* *
*
… un caro abbraccio a tutti dal vostro sempre
affezionato Pietro Perri.
… /pace!
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