Nella foto a sinistra (foto by Pietro Perri): Siamo nei primi anni
2000 e l'allora sindaco di San Fili Luigi Bruno (a destra) si
appresta ad inaugurare la nuova centrale idroelettrica. A
sinistra il presidente della Provincia Antonio Acri.
Di seguito l'articolo pubblicato sul Notiziario Sanfilese del mese di ottobre 2021... a
firma di Pietro Perri.
La luce elettrica a San Fili. (6/6)
(di Pietro Perri)
(continua dal mese di settembre 2021)
«I bambini, di sera, accoglievano l'accensione della luce elettrica con
grida e battimani appollaiati su una catasta di travi. Grosse corde di rame
portavano la corrente in tutte le vie del paese».
* * *
Certo all’inizio del XX secolo non era immaginabile che la corrente
elettrica, anche nelle piccole realtà meridionali quali lo stesso borgo di San
Fili, potesse avere lo sviluppo che ha avuto dopo il 1950. Né lasciavano
presagire ciò le condizioni economiche in cui versavano gran parte dei nuclei
familiari del nostro amato/odiato paesino.
Il 1970 San Fili sarebbe stata a tutti gli effetti, su questo fronte,
trasformata in una grande bobina elettrica. Agli inizi degli anni Settanta del
secolo scorso era quasi impossibile trovare una sola abitazione sanfilese che
non fosse ormai fornita di energia elettrica.
Il primo bacino (punto d’imbrigliamento delle acque), dopotutto
nell’esperimento sanfilese parliamo di una centrale idroelettrica ovvero che
sfrutta il movimento delle acque, fu realizzato lungo il corso del torrente
Emoli sotto la zona denominata Coste.
In un articolo dell’indimenticabile (per i sanfilesi che l’hanno conosciuto
e ne hanno saputo apprezzare il lavoro di ricerca storica e di recupero della
memoria popolare della nostra Comunità) Francesco “Ciccio” Cirillo (deus ex
machina del “Bollettino del San Fili Fraternity Club” e nella prima
edizione del “Notiziario Sanfilese”) si legge tra l’altro: “(...) per darvi
un’idea, almeno per quelli che non sono pratici del posto, sotto le case dei
Pascalella”.
La prima centrale elettrica sanfilese sarà quindi realizzata nei pressi del
ponte Crispino nella proprietà di “Genu ‘u mulinaru” che anni più tardi
impianterà nella stessa zona il suo mulino per la macina del grano.
La conduttura dell’acqua seguiva così un percorso, di circa un chilometro,
adiacente a tutte le proprietà che si trovavano tra il bacino, a monte, e la
centrale idroelettrica, a valle.
Fare incetta di notizie del passato storico, più o meno recente, di San
Fili e della Comunità Sanfilese è sempre stata una vera impresa: tutti sanno
(ovviamente mi riferisco agli indigeni e non agli accolti), tutti vogliono dire
e stradire, ma quando fai presente loro che vorresti mettere per iscritto
qualcosa quasi tutti perdono la lingua.
Se chiedi poi a qualcuno di darti una mano ad accedere a particolari
archivi su cui gli stessi potrebbero avere qualche influenza diretta o
indiretta che dir si voglia ti rispondono immediatamente sconsigliandoti di
entrare in certi meandri “custodi della conoscenza umana locale” in quanto
secondo loro è sicuramente una perdita di tempo, un... lavoro sprecato a
priori.
Il nostro passato, il passato dei sanfilesi (forse perché tutti o quasi
abbiamo qualcosa da nascondere) si vorrebbe restasse celato per sempre. San
Fili non deve avere una sua storia perché... San Fili non ha una storia. Alcune
famiglie, chissà perché, vogliono che ci convinciamo di ciò.
E poi di tanto in tanto compaiono sul mercato versioni di brani di storia
locale scritti ad immagine e ad uso esclusivo, con proprie interpretazioni dei
fatti, di tali famiglie. Quindi tutto... tranne che una storia di San Fili e
della Comunità Sanfilese.
E così anche per questa breve, ma a mio parere bellissima, storia della
luce elettrica a San Fili ho dovuto rispolverare anche e soprattutto alcuni
“ricordi paesani” proposti in altri tempi sul suo “Notiziario Sanfilese”
dall’amico e compaesano prematuramente scomparso (nel 1990 se non vado errato)
Francesco “Ciccio” Cirillo... il Sanfilese d’America.
Uno dei pochi Sanfilesi che ho conosciuto degni di definirsi Sanfilesi.
In uno dei suoi “Notiziario Sanfilese” (periodico mensile pubblicato nel
corso degli anni Ottanta del secolo scorso) tra l’altro leggiamo:
* * *
«A San Fili di bacini idroelettrici ve n’erano due; uno per la Centrale
Cannataro e l’altro per la SAIDE. E d’estate sia l’uno che l’altro erano una
vera pacchia per i bagnanti locali.
(...) Il bacino della SAIDE era proprio sotto le Coste. Verso il centro del
paese, ma al di sotto di un promontorio e quindi in un posto recluso.»
* * *
«La luce nel nostro paese ha una storia lunga e particolare. Noi comunque
proviamo a tracciarla brevemente per quel che sappiamo sulla stessa o di cui
sulla stessa abbiamo sentito raccontare dai più vecchi.
Nel 1900 in San Fili si fondava una Società Elettrica tra Peppino
Cannataro, Micuzzu Gambaro, Micuzzu de Cicerchia e Geno il
Mulinaro. Tutti nostri concittadini più o meno facoltosi.
La ricevitoria per il pagamento delle bollette era al magazzino della casa
dei Pagliarini, a fianco della “forgia” del Bersagliere. Nella centrale hanno
lavorato Temiste Guido e poi Adone Argentino, il quale si occupava della
manutenzione degli impianti.
Per affari che noi non vogliamo (...) le cose non funzionavano bene. La
Società veniva assorbita da una Ditta chiamata SAIDE di proprietà dell’Ing.
Longobardi di San Vincenzo la costa.
Peppino Cannataro (siamo negli anni Venti del Novecento) un perito
elettrotecnico che al momento si trovava a Chicago e lavorava nel suo mondo
tecnico, dava ordine all’Ing. Alfredo di fondare una Società tutta per loro.
Così nasceva la Ditta Idroelettrica Cannataro, la quale era anche sotto la
direzione di Aniceto Costa, un cognato di Peppino.
Il bacino veniva costruito vicino il ponte delle Jumicelle e la
Centrale sotto il piano del Mulino, vicino il ponte di Palazia.
Tale Società durò diversissimi anni sempre sotto il controllo della stessa
famiglia, anche se l’Ing. Alfredo alla fine della Prima Guerra Mondiale
raggiunse il padre a Chicago.
Verso la fine degli anni Quaranta tale Società veniva assorbita dalla
Società Elettrica Calabria che a sua volta, anni prima, aveva già assorbito la
SAIDE.
La SAIDE, pur essendo stata assorbita dalla Società Elettrica Calabra,
rimase in funzione per buona parte degli anni Sessanta mentre quella di
Cannataro venne chiusa al momento della compera.
In ogni modo quando a Cosenza mancava la luce (a causa di qualche
deficienza nella sua rete di distribuzione) era la centrale di San Fili
che, in parte, sopperiva a tale problema. La corrente prodotta dalla nostra
centrale, infatti, veniva deviata nella rete di distribuzione della città
capoluogo. Ciò anche a costo, come alcune volte capitava, di fare rimanere
il nostro paese al buio.
Ed è a conoscenza di molti che la Società Sanfilese di Elettricità fondata
nel 1900 fu una delle prime della Calabria e che San Fili ebbe la luce molti
anni prima della stessa città di Cosenza».
* * *
Per dovere di cronaca: agli inizi di questo millennio l’allora sindaco
Luigi Bruno assieme alla sua amministrazione, grazie a provvidenziali fondi
pubblici, rimisero in funzione l’ultima centralina idroelettrica di San Fili.
Quella che mantiene le sue turbine in un fabbricato al di sotto di contrada
Volette.
Inutile dire che l’energia elettrica prodotta da tale centralina viene
immessa direttamente nella rete di distribuzione pubblica in quanto, come
limitata produzione di kilowattora di per sé sarebbe alquanto inutile per
rendere autonoma qualsiasi agglomerato urbano anche se di piccole dimensioni.
Comunque fa piacere sapere, o illuderci nel pensare ciò, che la storia
della luce elettrica prodotta nelle centrali idroelettriche di San Fili non si
è ancora conclusa.
Chiudo con questa breve nota la storia della luce elettrica a San Fili
sperando che questa seppur breve carrellata di notizie in merito a tale
argomento abbia fatto piacere a tutti, o quantomeno alla maggioranza, lettori
del Notiziario Sanfilese.
Da parte di chi scrive... grazie per il fatto che continuiate a
sopportarmi. E comunque, se potete, sfruttate debitamente questi spunti storici
che vi metto a disposizione.
Onestamente una piccola tesi (di laurea o semplicemente una tesina d’esame)
sulla storia della luce elettrica a San Fili personalmente non la vedrei male.
Dopotutto materiale da mettere assieme al fine di realizzare un tale
progetto credo che in circolazione ce ne sia più che a sufficienza.
* * *
Un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.
... /pace ma... “si vis pacem para bellum”!