Articolo pubblicato sul
Notiziario Sanfilese del mese di gennaio2020... by Pietro Perri.
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Nel mese di dicembre 2019, al pari di una brutta storia tristemente
annunciata, si abbassa un’altra saracinesca di un altro storico, e sicuramente
insostituibile, esercizio commerciale del paese: l’arciconosciuta gelateria
artigianale del mitico Cenzino Passarelli.
Una gelateria conosciutissima a dir poco a livello internazionale. Sono in
tanti, infatti, che, da non sanfilesi, nel momento in cui fai presente che sei
di San Fili la prima domanda che ti fanno è se c’è ancora la Gelateria
Passarelli, quella vicino al semaforo poco distante della piazza col monumento,
quella che fa quegli stupendi gelati artigianali dagli strani e stupendi gusti,
quella...
Era bello rispondere a tali persone; “Si, c’è ancora. E i gelati che fa
sono sempre unici sia come gusti che come qualità!”
Dal dicembre 2019 purtroppo non sarà più possibile dare questa orgogliosa
(perché la Gelateria Passarelli era motivo di orgoglio per noi Sanfilesi)
risposta.
Purtroppo Cenzino Passarelli, al pari di una brutta storia tristemente
annunciata, verso la fine del mese scorso ha abbassato per l’ultima volta la
saracinesca della sua storica (credo ultracinquantennale) gelateria
artigianale.
Dico “al pari di una brutta storia tristemente annunciata” in quanto nel
mese di settembre dello scorso anno è venuta a mancare prematuramente (aveva
appena 70 anni) nella nostra comunità, tra i tanti ed a pochissimi giorni da
mia madre (a cui presto dedicherò una giusta pagina del nostro bollettino
mensile), anche Maria Colombo ovvero la moglie del caro Cenzino Passarelli.
Maria Colombo era uno dei pilastri della Gelateria Passarelli di San Fili:
sia per l’aiuto materiale che per il supporto morale che assicurava al marito
nella gelateria di famiglia.
Quando appresi del decesso della cara Maria non potei non guardare, in un
prossimo futuro, la saracinesca di quella storica gelateria artigianale
bassarsi per sempre... e così fu.
Per quelli - ovviamente sanfilesi - della mia età (non mi vergogno di dire
che sono del 1961 e che è da un bel po’ di tempo ormai che ho oltrepassato la
soglia del mezzo secolo di vita) il “bar gelateria” di Cenzino Passarelli ha
rappresentato tantissimo ed in parte siamo anche cresciuti con tale esercizio
commerciale.
Nella foto a sinistra: Il
bar gelateria Passarelli... oggi.
Nel bar di Cenzino
Passarelli, infatti, non si giocava a carte, non si fumava, c’erano degli
ottimi gelati e c’erano anche uno o due flipper ed un paio di bigliardini
(calciobalilla).
Per quanto riguarda
l’alternativa, l’unica, allo spazio “sala giochi” riservata a noi fanciulli a
San Fili, che si trovava nel bar Passarelli, almeno fino alla fine degli anni
Settanta era la sala giochi dei fratelli Franco e Romano Zuccarelli.
Il bar di Cenzino
Passarelli e la sala giochi dei fratelli Zuccarelli, un vero e proprio covo di
convinti tifosi juventini, si trovavano a poca distanza l’una dall’altra.
Successivamente qualche
bigliardino (calcio-balilla) lo troveremo anche nel bar della famiglia Gioffré
che aveva acquistato, nel frattempo e verso la fine degli anni Settanta, la
“licenza” da Salvatore “Tuture” Blasi.
Dispiace tantissimo che
anche questa ricchezza tutta sanfilese abbia cessato di esistere e che resterà
per sempre come piacevole ricordo in quanti hanno potuto gustare in quei
limitati metri quadri l’ottimo gelato artigianale di Cenzino Passarelli.
Dispiace che il caro
Cenzino, per sua volontà o per incapacità d’altri, non abbia passato ad altri
in eredità quel suo bagaglio d’esperienza di maestro gelataio che in tanti gli
abbiamo invidiato.
A me personalmente
resterà in bocca per sempre il piacere inconfondibile del suo gelato al limone
ed all’amarena con dentro i noccioli dei relativi frutti a dimostrazione della
naturalezza degli ingredienti base utilizzati. Gelati sempre accompagnati dall’invito
a stare attento, proprio per la presenza dei noccioli, a quando addentavo il
magico fresco intruglio.
Ed anche il consiglio
che davo ad alcuni amici e/o colleghi di Cosenza quando mi dicevano che vi
avrebbero fatto quanto prima un salto: “Quando vi trovate a quattrocchi col
caro cugino (era così che ci chiamavamo tra noi a causa di una lontana
parentela)”, dicevo loro, “chiedetegli di farvi assaggiare, se ne ha ancora un
pochino da qualche parte, il gelato alle “jujume” (giuggiole) e poi...
si che mi direte di aver toccato il paradiso del gelato artigianale.”
E loro di rimando: “Ma a
noi ci hanno consigliato di assaggiare anche il gelato alle patate della Sila o
ai cetrioli.”
Che dire, effettivamente
in quel laboratorio ce n’era per tutti i gusti.
San Fili, la San Fili
che fa notizia positiva, ha perso un altro dei suoi inestimabili tesori. Un
vero e proprio ambasciatore nel mondo di ciò che significava il nostro essere
Comunità.
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Un caro abbraccio a
tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.
... /pace ma... “si vis pacem para bellum”!