sabato 10 settembre 2022

DAVANTI AL MONUMENTO - versi di - OSCAR BRUNO.



Foto a sinistra: Il monumento ai caduti di San Fili nel corso della Prima Guerra Mondiale. Tale stupenda opera marmorea realizzata in marmo di Carrara dal maestro Tommasi Leone da Pietrasanta (Lucca) è stara inaugurata nel 1925.

La foto risale ad i primi anni Novanta del secolo scorso ed è stata scattata dallo scrivente.

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I versi che propongo di seguito, sicuro di far piacere anche e soprattutto a te carissimo mio unico lettore, sono stati scritti dall'amico Oscar Bruno (autore della raccolta "Il Suono d'un Verso" recentemente dato alle stampe. 

Inutile dire che questi versi carichi d'amore verso la terra natia ed i luoghi che hanno cullato la fanciullezza dell'autore, sono dedicati al nostro bellissimo monumento.

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DAVANTI AL MONUMENTO

versi di

OSCAR BRUNO

Qual memoria è scritta.

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Oh qual masso, per dar la memoria

A chi un dì con fede giacque,

Per dar di patria sua forza

A parteggiar di terra sua invasa.

Or, che tu posto in tal perenne sito

Stai ad indicar, chi per la patria cade

Per essere trincea, di patria sua difesa.

E tu, uom, appo tal mole prono, come caduto,

Mostri al ciel l’agel della gloria

Per far corona a quel, per Patria cadde.

Ma chi mirar di più, tal prostra,

Madre dolente, ch’il pianto suo irrora

Tal donna, che prole sua aver, solo in suo core.

E chi fermo a mirar, con suo descritto dire

Qual fu di questo, che s’affisse al quale

Per far saper qual fu l’errato tempo

Che sol con forza si potea aver

Quel giusto segno che ogn’uno agogna,

Ma il mal pensier dell’altro crudo l’affiora.

Ed io, a pensar corso di tempo

Che affuse in nostro suol militia e gente

Che fur di noi tanto miraggio,

E trar di noi frutto e sostanza

Che mal lasciaro cruda malvenza.

E l’altro, che in man l’acciaro grida…

“Ite dove Vostro suolo irrora

E non per tal, nostro sostego,

Che patrii furo per noi, antica stirpe

Che tal ne furo di patriottico volere.”

E tutto in te ne parla antica pietra

Che enumerar ne puo’ qual fu e qual’era.

O, tal memori, con onor ne sfronta,

Militi atti a dimostrar onore,

E di cadente passo segna quel tempo,

E di corona tal drappo cinta

Ch’il milite pose con tal patrio onore,

E di saldo, saldo passo,

Ratto si volse, con suo milite atto.

Oh quale onor per chi patria cade

Ormai di tutto e teorema afflitto.

Mi far pensar per tanta riverenza

Ma giusto n’è di onorar chi cade

In conflitto loco, che tal ci manca,

Ch’intarno, il suo ritorno e’ ignaro.

Voci e commenti e pensier, chi passa…

“Oh Patria mia, forte ne cadde

Ove tal giace… Oh caro amico vero,

ed or silenzio, voto il posto suo.”

Mi faccio peregrin e tal confunto

Alta la meta di storico silenzio.

Or che sento, un bronzeo tocco

Segna un rintocco di cadente note,

E mio riflesato volgo, pace a chi cade.

Per far saper di voi chi cadde esoso.

Sia per sempre tal mole erta,

Per chi di poi, popola tal borgo terre

Si faccia perigrin, quai tempi furo

E sia perenne la rispettosa prece.

Io, appie’ con rispettoso miro,

Scruto lontan, quai lotte atroci,

La mia prece, come incenzo sale

Ove son quei, che hanno in man

La sospirata, del martir la palma.

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