SAN FILI BY PIETRO PERRI BLOG: maggio 2020

A chi non ha il coraggio di firmarsi ma non si vergogna di offendere anche a chi non (?) lo merita.

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domenica 24 maggio 2020

San Fili ai tempi del covid-19. (3)


Articolo pubblicato sul Notiziario Sanfilese del mese di maggio 2020... a firma di Pietro Perri.
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Chiesa Madre di San Fili 19 aprile 2020.
Il sacerdote don Franco Perrone celebra
la Santa Messa in diretta streaming.
I tempi cambiano e cambiano sempre più velocemente. E l’essere umano non può che non adattarsi ai nuovi tempi, specie se tali nuovi tempi sono il piacevole o il tragico frutto del suo stesso operato.
Non sappiamo ancora esattamente cosa abbia generato il covid-19 e le sue scioccanti conseguenze che hanno messo in ginocchio l’intero sistema economico e sociale mondiale. In giro, sui mass-media, si dice tutto ed il contrario di tutto. Ed a dire questo tutto ed il contrario di tutto spesso e volentieri sono proprio coloro che, da mostri sacri dell’ingegno e della conoscenza, dovrebbero dare certezze: gli scienziati. Ovvero coloro che calpestando i dogmi dovrebbero mettere l’Essere Umano difronte la inconfutabile cruda realtà.
I tempi cambiano ed a volte sono proprio le tragedie, o i problemi, a farci capire quanto siano macroscopicamente cambiati.
Noi, in effetti, da microbi quale continuiamo ad essere nella Storia del nostro stesso microbo pianeta all’interno del Creato, di alcuni aspetti neanche ce n’eravamo resi conto.
Ed ecco qua San Fili, e quindi la Comunità Sanfilese, nello scorso mese di aprile scoprire un’altra strada per confrontarsi col resto del mondo: la Santa Messa trasmessa in diretta streaming.
Una novità, questa, che ha dato l’opportunità a tanti nostri compaesani in giro per il Mondo di poter assistere ad una funzione religiosa nella propria amata Chiesa a migliaia di migliaia di chilometri di distanza.
 Un qualcosa che, speriamo, venga anche quando questo brutto periodo che stiamo vivendo sarà un fatto completamente dimenticato.
Sono stati tanti i sanfilesi, tra i miei contatti Facebook, infatti che mi hanno ringraziato per aver linkato le sante messe celebrate dal nostro sacerdote don Franco Perrone e trasmesse per l’occasione in diretta streaming.
Sante Messe che hanno dato la possibilità a chi mancava dal paese natio da diversi decenni (tanti di loro finora né hanno potuto farvi più ritorno né ve lo potranno fare, per varie ragioni, in futuro) non solo di pregare assieme ad altri loro compaesani ma anche e soprattutto di rivedere i luoghi sacri cui erano e restano eternamente affezionati: la Chiesa Madre (o della SS. Annunziata), la Chiesa del Carmine (o della Madonna del monte Carmelo), la Chiesa dello Spirito Santo (o di san Francesco da Paola), la Chiesa di santa Lucia alla frazione Bucita e via dicendo.
Tali celebrazioni sono a tutt’oggi visibili nella pagina Facebook della Parrocchia della SS. Annunziata di San Fili, all’indirizzo:
Complimenti e grazie di cuore (anche da parte di chi si spaccia per non credente o da chi non frequenta da tempo per pigrizia o altro i sacri luoghi del nostro paese) al nostro parroco don Franco Perrone ed ai suoi stretti collaboratori per questo stupendo regalo.
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N.B.: al fine di evitare stupide diatribe con alcuni miei detrattori voglio comunque evidenziare che a San Fili già in altri tempi si sono tenute delle dirette streaming. Ma... permettetemi di dubitare che abbiano avuto lo stesso valore di pubblico, simbolico e d’impatto.
(continua)
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Un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.
... /pace ma... “si vis pacem para bellum”!

venerdì 1 maggio 2020

Dalla spagnola al coronavirus * ovvero * San Fili ai tempi del covid-19. (2)


Articolo pubblicato sul Notiziario Sanfilese del mese di marzo 2020... a firma di Luigi “Gigino” Iantorno.
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Cento anni addietro un’altra epidemia colpì in modo devastante non solo l’Europa ma il mondo intero. Tale epidemia (influenza) fu chiamata la spagnola.
La spagnola, una influenza che all’epoca uccise tantissime persone, colpì in modo pesante anche il nostro paese.
San Fili subì tantissime perdite.
I morti vennero trasportati in quei tristi giorni su carri trainati da buoi al cimitero comunale per ricevere degna sepoltura.
Purtroppo quando imperversò la spagnola non c’erano non solo potenziali vaccini ma non c’erano neanche la tecnologia (e quindi la conoscenza), alcuni medicinali di contenimento e gli strumenti che abbiamo oggi a disposizione e che ci stanno permettendo di contenere i danni di questo flagello umano.
La spagnola iniziò la sua marcia mortale verso la fine della Prima Guerra Mondiale e durò all’incirca due anni ovvero dal 1918 al 1920. Ed ancora oggi non si è certi del come sia terminata tale pandemia: “Una spiegazione per il rapido declino della letalità della malattia potrebbe essere che i medici erano riusciti a migliorare la prevenzione e la cura della polmonite che si sviluppava dopo che le vittime avevano contratto il virus.” o “(...) una ipotesi è che il virus del 1918 abbia subito una mutazione rapida verso una forma meno letale, un evento comune nei virus patogeni, poiché gli ospiti dei ceppi più pericolosi tendono a estinguersi.” (n.d.r.: corsivi tratti da Wikipedia).
Il virus della spagnola si rivelò una vera e propria catastrofe umana. Si stima che i decessi dovuti a tale virus in tutto il mondo possano essere stati tra i 50 ed i 100 milioni. Decisamente molti di più di quelli che causò la peste del 1300. Solo gli Stati Uniti d’America toccarono 675.000 vittime.
La spagnola non ebbe origine in Spagna così come il nome darebbe a pensare ma per il fatto che per primi a parlarne, di tale influenza, furono i giornalisti spagnoli.
Oggi al fine di contenere l’espandersi in modo drammaticamente esponenziale del numero dei contagiati dal coronavirus si è pensato di evitare che la gente uscisse di casa se non per comprovati urgenti ed improcrastinabili motivi. Ovvero si è cercato di mantenere le persone l’una distante dalle altre. Una cosa che sembra sia stata capita anche nel caso della spagnola. Ed oggi come allora si invogliò le persone all’uso delle mascherine.
Fortunatamente, a differenza del secolo scorso, oggi abbiamo tantissimi modi, anche in un paese come San Fili, per trascorrere il tempo, anche se non sempre piacevolmente, chiusi in casa. Oggi ad esempio abbiamo a disposizione la televisione o il computer che comunque ci mantengono collegati con il resto del mondo e comunque c’è, grazie a Dio, un governo (lo Stato) che riesce ad intervenire economicamente con aiuti economici e/o alimentari in favore delle famiglie più bisognose. Nel caso del periodo che ha interessato la spagnola purtroppo non c’era niente ed ognuno doveva arrangiarsi come meglio poteva.
L’influenza spagnola colpì anche la mia famiglia.
A causa della spagnola passò a miglior vita anche la mia nonna paterna. Nonna che io, proprio a causa di ciò, non ho avuto la fortuna di conoscere.
Mio padre restò orfano di madre, assieme ad un fratello e ad una sorella, a soli sette anni.
Mia nonna morì assieme ad un figlioletto di pochi mesi. Per tale motivo madre e figlio furono chiusi nella stessa bara e poi seppelliti nel cimitero del paese.
Mio nonno si risposò.
La seconda moglie di mio nonno non solo crebbe con amore i figli che già aveva avuto mio nonno ma diede allo stesso altri figli cresciuti con pari amore.
Dalla prima moglie mio nonno ebbe mio padre Francesco, zio Saverio e zia Carmela (oltre al figlioletto deceduto alla nascita). Dalla seconda moglie ebbe zia Marietta (emigrata in Brasile ed ivi deceduta), zio Giuseppe (emigrato in Canada) e zia Ida.
E sicuramente oggi staranno tutti pregando affinché usciamo al più presto e nel possibile incolumi da questo nuovo virus assassino.
(continua)
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Un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.
... /pace ma... “si vis pacem para bellum”!