Dal sito “cara conflenti” www.caraconflenti.it/S.Nicola.htm |
domenica 30 aprile 2017
La Fantastica di San Fili e le fantastiche di Conflenti... stessa radice?
martedì 25 aprile 2017
“Gente, eni arrivata ‘a fortuna!”... ricordi d’altri tempi.
U tesoru de santa Vennera.
Nella foto a sinistra: Casolare nei pressi
di santa Venera a San Fili.
Foto by Pietro Perri.
Articolo pubblicato sul Notiziario Sanfilese del mese di ottobre 2015 a firma di Luigi “Gigino” Iantorno.
* * *
Tra i tesori fantastici presenti sul territorio di San Fili c’è
anche quello della chioccia con i suoi numerosi pulcini... d’oro.
Siamo nella zona di Santa Vennera (o Vennere o Venere
che dir si voglia) e siamo esattamente nei pressi, ovviamente percorrendo la
superstrada 107, nei pressi del bivio per la frazione Nogiano del confinante
Comune di Rende.
In quella zona esiste ancora un grande fabbricato rurale intorno
al quale, nei tempi che furono, sembra si aggirasse una bellissima chioccia con
un cospicuo seguito di pulcini... d’oro. Un vero tesoro, per chi fosse riuscito
ad impossessarsene, che avrebbe risolto i problemi economici di una famiglia
almeno per tre o quattro generazioni.
Erano i tempi, questi, in cui a San Fili c’era un tesoro e/o una
presenza sovrannaturale in ogni vicolo, anfratto o contrada del territorio
comunale.
I nostri anziani raccontavano che mentre un loro compaesano
lavorava chino su un pezzetto di terra nelle vicinanze del suddetto fabbricato,
alzando un attimo la tesa non pote’ fare a meno di restare meravigliato nel
vedere, a qualche decina di metri da lui, zampettare indisturbata una chioccia
seguita a pochissimi zampate da un dieci o dodici stupendi pulcini... d’oro
come la chioccia.
La visione durò decisamente poco... giusto il tempo che il
contadino si riprendesse dal proprio stupore e pensasse di acchiappare quel
fantastico tesoro di cui tra l’altro, restando comunque incredulo al fatto,
aveva già sentito parlare.
Quel giorno e qualche giorno successivo comunque le magiche
visioni si ripeterono più volte tanto che il nostro compaesano si industriò in
più modi per impossessarsi della chioccia e dei pulcini... d’oro. Ma ogni volta
che si avvicinava quatto quatto al tesoro in movimento... puff! ... lo stesso
così d’incanto come era apparso d’incanto spariva.
Passò qualche giorno con queste visioni finché, forse perché il
nostro compaesano svelò il tutto in qualche cantina del paese agli amici con
cui di tanto in tanto passava un po’ di tempo sorseggiando un po’ di vino per
dimenticare gli stenti della giornata, il povero contadino non fu più vittima
di quella stupenda visione.
Gli restò comunque il dubbio se l’aveva veramente vista la
chioccia con i pulcini d’oro o se il tutto non fosse stato solo un miraggio
frutto magari di uno strano gioco realizzato da alcuni raggi del sole riflessi
in qualche pozzanghera d’acqua presente nelle vicinanze.
Eppure qualcuno ancora oggi, a conoscenza della storia del magico
tesoro nei pressi di Santa Vennera, ha qualche dubbio che la chioccia
con i pulcini d’oro sia esistita veramente e ciò per almeno due validi motivi:
1) la strana ricchezza comparsa di botto in qualche famiglia del nostro paese
proprio allo scomparire delle visioni; 2) il fatto che pur non vedendo più
l’intera preziosa combriccola quel contadino raccontò giorni dopo le mancate
visioni sentito in quella zona il pigolio addolorato di un solo pulcino... come
se lo stesso, nascosto, chiamasse la madre ed i fratellini finiti chissà dove o
sottratti da chissà chi.
E qualcuno affermò in seguito di aver anche visto quel piccolo
pulcino sopravvissuto ma... ciò avveniva tanto e tanto tempo fa e forse quel
pulcino ha fatto la fine, se di fine si tratta, del resto della combriccola
fatata.
* * *
Un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro
Perri.
... /pace ma... “si vis pacem para bellum”!
domenica 23 aprile 2017
C’era una volta il Muraglione di San Fili. (1/3)
Nella foto a sinistra (archivio Ciccio Cirillo): Primi anni del XX secolo. Il Muraglione di San Fili... integro.
L’articolo che
riporto di seguito è apparso sul Notiziario Sanfilese del mese di aprile del 2017
a firma di Pietro Perri.
* * *
Ok, a scanso d’equivoci ed al fine,
soprattutto, di non far fare qualche brutta figuraccia a qualcuno dei nostri
“amati lettori sanfilesi doc” ve lo dico io: il Muraglione (notare la emme
maiuscola) per quanto riguarda San Fili è quel mastodontico muro in pietra che
sostiene il tratto di corso XX Settembre compreso tra l’ex piazza Rinacchio
(attuale piazza Adolfo Mauro) e l’ex piazza Caserma (attuale piazza Mario
Nigro).
Tale spettacolare opera venne realizzata -
oggi diremmo “a tempo di record” - nel corso degli anni Venti del XIX secolo in
occasione della realizzazione della strada di collegamento tra la città di
Cosenza e la cittadina di Paola. Per la cronaca il 1830 la strada che collegava
Cosenza con Paola, denominata “traversa di Paola”, veniva considerata «
compiuta ed aperta al pubblico passaggio » (nota ripresa da “Vie di
comunicazione strade e tratturi nel comune di San Fili / XIX-XX sec.” di Mario
Spizzirri).
Agli inizi il Muraglione, almeno così sembra
di capire anche da alcune foto scattate all’inizio del XX secolo, era un’opera
unica ovvero non presentava il distacco all’imbocco di via Giuseppe Crispini
(ex via Rampa).
Il succitato distacco quasi certamente è
stato realizzato in occasione della costruzione della locale, “ex” stazione ferroviaria di San Fili. Costruzione avvenuta appunto agli inizi del
XX secolo (la stessa resterà aperta al pubblico servizio dal 1915 al 1987).
Quello del distacco ottenuto con la
realizzazione della scesa della “rampa” fu il primo lacerante colpo inferto
all’imponente Muraglione di San Fili.
Il primo ma certamente non l’ultimo. Il
progresso, infatti, anche in tale campo ed anche se in certi casi fa rima con
“regresso” quasi mai tiene conto del passato (quindi della storia) né tantomeno
del futuro di una Comunità.
(continua).
* * *
Un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro
affezionato Pietro Perri.
... /pace ma... “si vis pacem para bellum”!