Dal “Notiziario
Sanfilese” (il bollettino dell’Associazione culturale “Universitas Sancti
Felicis” di San Fili) del mese di Gennaio del 2011.
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La frazione Bucita di San Fili. Foto by Pietro Perri. |
Oscar Bruno, carissimo compaesano di cui riportiamo in questa
pagina i versi della poesia “Piccolo borgo antico”, è nato a Bucita (la storica
frazione sanfilese), in contrada Ortale, nel lontano 24 settembre del 1936.
Oscar Bruno è figlio di Luigi e di Maria Asta. Il padre è
nato e cresciuto nella succitata c.da Ortale mentre la madre proviene dagli
Asta di Bucita.
Concluso il ciclo delle scuole elementari ed appena iniziate
le scuole medie, Oscar dovette abbandonare gli studi per tutta una serie di
problemi che si abbatterono sulla sua famiglia, non ultima una malattia che
colpì il padre Luigi. Assieme al fratello divenne pertanto il nuovo
sostentamento della famiglia.
Partì, come quasi tutti i maschi sanfilesi dell’epoca, per il
servizio militare di leva dove fu assegnato a servizi d’ufficio.
Rientrato al suo paese natio, saldato il debito con la
Patria, emigrò, per lavoro, nella relativamente vicina Germania. Dopotutto,
pensava Oscar, siamo pur sempre in Europa.
Dopo pochissimo tempo, sempre a causa della cagionevole
salute del padre, dovette ritornare nella sua San Fili. Con sommo rancore in
quanto si rendeva conto che ogni carriera intrapresa finiva per essere
arrestata bruscamente da problemi più grandi di lui.
All’epoca era impossibile trovare un buon lavoro nella
propria patria, sia a San Fili che in zone limitrofe. Le cose erano critiche
per tutti ma in tanti, grazie al loro cuore di pietra, ti chiudevano le porte
in faccia.
Fu così che si aprirono, per Oscar, le porte del Nuovo
Continente, dell’America.
Dopotutto doveva pur farsi una vita ed assicurarsi un futuro…
anche se lontano da ogni cosa a lui cara. Tutto, per lui, era nuovo: la lingua,
il costume, il lavoro, la società.
In America Oscar sposa la figlia di Sabatino Giraldi, un
altro sanfilese, e di Concetta De Buono. Dal matrimonio nacquero tre figli che
hanno saputo portare onore alle proprie origini.
La figlia nel 1996 risultò seconda al concorso “Miss Italia
nel Mondo” e come tale ritornò per un breve viaggio nel paese d’origine dei
genitori.
Oscar Bruno, che nel corso della propria vita “americana” e
fino alla pensione ha fatto il saldatore, vive a Toronto, in una modernissima
città di fronte ad uno stupendo e poetico scorcio di lago.
Da San Fili il nostro eroe poeta manca dal lontano 1994.
Precedentemente fece parecchi viaggi nel nostro paesino per visitare i suoi
parenti e i vecchi amici… sempre in numero minore, anche perché in tanti, come
lui, avevano fatto la valigia abbandonando, per lavoro, il paese natio.
I ricordi son rimasti e non si possono cancellare.
“E’ stata la troppa burocrazia amministrativa Italiana”, ci
dice Bruno, “che ci ha costretti a lasciare il nostro amato luogo di nascita,
la nostra terra, i nostri cari, le nostre cose che abbiamo appreso, la nostra
cultura che l’abbiamo dovuta impiantare in terra straniera. Così, ho dovuto
trascinare questo fardello là dove io neanche pensavo”.
Nei suoi ritagli di tempo Oscar si è dedicato a scrivere
composizioni letterarie: poesie, liriche e composizioni di libretti per opera.
Ha scritto anche in dialetto e la maggiore composizione, ci confessa sempre
l’amico Oscar, d’averla dedicata ad un personaggio sanfilese.
Il titolo di tale composizione è... “U chiantu du cuervu”. Non ci dice però chi è questo, sicuramente
affascinante, personaggio sanfilese.
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Piccolo borgo appie’
d’una montagna,
sorto un di’ da gente a
man sfuggita,
or che tu riedi, e il
primo sol ti bagna,
dolci natali desti, o
mia Bucita.
Chi da lontan ti
guarda, appollaiato,
sotto questi erti monti
il cor l’invita,
solingo stai, niun v’è
disturbato,
non più fuggiti un di’,
ma or Bucita.
Chi ne risiede in te,
modesta cura,
non altruista, ma alto
nella vita,
ti senti più d’amico a
sua bravura,
non dir tu puoi di più,
fratel Bucita.
Antiche pietre ergon
queste case,
antiche voci, e tante
son palese,
chi della mente lustra
vergo’ una frase
di questo nobil borgo
Bucitese.
La storia che hai
mostra il tuo valore,
chi t’edificò d’amor sì
prese,
perché la casa fu il
suo grande amore
che chiude dentro il
cor d’un Bucitese.
Di mente in mente corre
il tuo passato,
che lungi la tua storia
la intese,
da lungi chi sfuggì
qui’ s’è posato,
e ne formò tal borgo
Bucitese.
Or, che ho detto tanto
e molto bello,
ch’il nostro picciol
borgo il cor mi prese,
ogn’un nel suo ricordo
ha il paesello,
quale picciol borgo
Bucitese.
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... un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato
Pietro Perri.
... /pace ma... “si vis pacem para
bellum”!
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