Riporto
di seguito l'articolo a firma di Nuccia Giglio-Carlise apparso nel mese di
maggio del 2009 sul Notiziario Sanfilese ovvero sul bollettino
dell'Associazione culturale "Universitas Sancti Felicis" di San Fili.
* * *
Scherzi a San Fili negli anni Sessanta.
Di Nuccia Giglio Carlise.
Nei primi anni Sessanta San Fili era un paese abbastanza
tranquillo; poche le macchine e pochi i televisori.
La gente amava trascorrere le serate riunendosi in casa di amici o
in qualche locale pubblico. Uno di questi era il negozio di mio padre Giuseppe
situato vicino il bar Sammarco.
I più assidui frequentatori del locale erano: Rocchino Speziale,
mastro Peppino Mazzola, Eugenio Aiello e qualche volta Marchesani (il padre di
Domenico).
Mio padre nel negozio aveva un po' di tutto: roba di cartoleria,
libri scolastici, articoli da regalo, giornali, riviste, etc.
Aveva anche il banco per il Lotto, Totip e Totocalcio. I
suddetti amici si ritrovavano la quasi ogni sera per giocare al Lotto, per
preparare sistemi e discutere del più e del meno.
Un giorno Eugenio Aiello, che era il più allegro di tutti, propose
a mio padre di fare uno scherzo a mastro Peppino: fargli credere di aver
vinto al Lotto.
Naturalmente loro sapevano i numeri che lui aveva giocato. Così
prepararono una radio, la truccarono per l'occasione e scelsero me come
complice per leggere i numeri vincenti.
Quando arrivò la sera dell'estrazione io, nascosta nel
retrobottega, annunciai i numeri fasulli ad uno ad uno.
Appena mastro Peppino si rese conto che il primo numero era
lo stesso di quello da lui giocato, come pure il secondo, il terzo, il quarto
ed il quinto, credette naturalmente di aver vinto e, non potendo più contenere
la gioia, si tolse il cappello (era d'inverno), lo lanciò in aria ed esclamò:
"Isola, ho fatto cinquina!”.
Poi, salutò allegramente gli amici e se ne tornò a casa per dare
la bella notizia alla moglie.
La sera stessa l'ideatore dello scherzo decise che era meglio dire
la verità a mastro Peppino e gli mandò un ragazzo a casa per
comunicargliela.
Inutile descrivere la reazione del nostro mastro Peppino che
prima rimase deluso e poi, in un impeto di rabbia, tirò giù dal tavolo di
cucina (apparecchiato per la cena) la tovaglia mandando a terra piatti e
bicchieri.
Per un po' di tempo non si recò nel negozio di mio padre ma la
rabbia sfumò presto e dopo pochi giorni mastro Peppino tornò a riunirsi
con gli amici di sempre.
*
* *
Un caro
abbraccio a tutti by Pietro Perri.
… /pace.
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