SAN FILI BY PIETRO PERRI BLOG: C’era una volta a San Fili... il carnevale: la farsa. (2)

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sabato 16 aprile 2016

C’era una volta a San Fili... il carnevale: la farsa. (2)

Nel “Notiziario Sanfilese” del mese di Febbraio e nel mese Marzo del 2016 ho riportato in vita (?) la farsa di carnevale “Za Cassanta” messa in sena per le piazze ed i vicoli di San Fili nel lontano Febbraio del 1950.
Il trascrivere la stessa ed il riportarla anche se su un insignificante volantino da divulgare gratuitamente tra compaesani in effetti è un modo come un altro che mi permette di affermare, senza paura di essere smentito, d’aver salvato un seppur insignificante... ulteriore briciolo di memoria storica della nostra Comunità: la Comunità Sanfilese nel mondo.
Anzi, visto che a salvarla è stato in effetti agli inizi degli anni Ottanta del XX secolo il compianto Francesco “Ciccio” Cirillo sul suo Bollettino del San Fili Fraternity Club of Westchester”, a dir la verità... ri-salvato.
Quanto prima in ogni caso con tale precisazione, con quanto scritto nei succitati numeri del “Notiziario Sanfilese” (il bollettino mensile dell’Associazione culturale “Universitas Sancti Felicis” di San Fili) per rendere fruibile ad un maggior numero di lettori tale farsa con la sua storia... riporterò il tutto in una nuova pagina del sito “SAN FILI BY PIETRO PERRI” all’indirizzo www.sanfili.net.
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Ritrovando il “Bollettino del San Fili Fraternity Club of Westchester, Inc.” su cui Francesco “Ciccio” Cirillo aveva riportato la farsa di carnevale tenutasi a San Fili nel mese di Febbraio del 1950 almeno due cose mi hanno convinto a riproporla sul nostro “Notiziario Sanfilese”: 1) la completa assenza d’iniziative pubbliche o private lungo corso XX Settembre nel periodo carnascialesco che ci siamo appena lasciati alle spalle e 2) il ritrovare tra i personaggi o le semplici comparse che hanno dato vita a tale rappresentazione tanti nomi a me - e credo a buona parte della Comunità Sanfilese ancora sparsa per il mondo - familiari.
Il mitico Andrea "Brunello"
Commis.
Tanti purtroppo passati, spesso anche tragicamente ed immaturamente, a miglior vita e qualcuno ancora fortunatamente vivo e vegeto tra noi. Un nome per tutti: Andrea “Brunello” Commis... lo sfortunato Fabrizio ovvero uno tra i personaggi più importanti nella farsa “Zia Cassanta”.
Cosa c’è di meglio dal poter porre, con uno come me che cerca di salvare un po’ di memoria storica della nostra Comunità, alcune domande in merito all’organizzazione ed allo svolgimento della citata recita se non ad un testimone vivente... sessantacinque anni dopo?
Ed è così che sono venuto a sapere che: nelle piazze o nei larghetti in cui veniva tenuta la recita la gente si disponeva in cerchio al cui interno entravano i personaggi di volta in volta interessati dalla scena; Francesco “Ciccio” Cirillo alias Pulcinella si faceva largo annunciando la sua entrata in scena soffiando ripetutamente in un fischietto; il suggeritore alias Serafino Serpe si muoveva addosso ad un ciuco; i vestiti seppur i nomi dei personaggi dessero ad intendere il contrario erano ricavati alla buona con roba vecchia di proprietà degli stessi personaggi.
« Ci vollero circa tre mesi », mi ha raccontato  Brunello Commis, « per preparare il tutto.
Quel giorno, debitamente vestiti, uscimmo dalla casa de Giuvann’e Catalanu e facemmo la nostra prima recita proprio vicino all’abbeveratoio nei pressi del bivio per la frazione Bucita.
La casa de Giuvann’e Catalanu si trovava ad una cinquantina di metri dal bivio. Oggi non esiste più perché è da tempo crollata ed il punto in cui si trovava è stato in parte assorbito dalla carreggiata stradale.
Altre rappresentazioni della farsa le facemmo, sempre e solo in quello stesso giorno, in piazza san Giovanni, mmienz’u puontu, aru timparieddru (n.d.a.: incrocio tra via Umiltà e via Destre), in piazza Rinacchio e aru Spiritu Santu. »
Sempre dalla viva voce di Andrea “Brunello” Commis vengo a sapere che il testo della farsa di carnevale “Zia Cassanta” seppur originale è più vecchio di quel che si potrebbe pensare. A dettarla a Ciccio Cirillo infatti in quell’occasione fu lo stesso padre di Andrea Commis. Stando a questa ulteriore precisazione la farsa dovrebbe risalire almeno ai primi anni del XX secolo.
In questi giorni (fine Febbraio 2016) ho provato a cercare qualche ulteriore informazione sulle farse di carnevale in generale e su quella sanfilese in particolare. Inutile dire che per quanto riguarda il secondo punto la risposta di Google, il più famoso motore di ricerca del web, è stata del tutto negativa. Per quanto riguarda invece il primo punto... sorpresa: in tanti paesini della Calabria, dopo anni di oblio assoluto, si stanno riprendendo le recite, ovviamente in periodo carnascialesco, delle vecchie farse di carnevale. Farse diverse paese per paese.
Inutile dire che la farsa “Zia Cassanta” non fu più ripetuta, dall’ormai lontano 19 Febbraio del 1950, tra le strade ed i vicoli del nostro amato/odiato paesino... ma chi può dire che ciò non possa avvenire in un futuro prossimo?
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... un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.
... /pace ma... si vis pacem para bellum!

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