SAN FILI BY PIETRO PERRI BLOG: febbraio 2016

A chi non ha il coraggio di firmarsi ma non si vergogna di offendere anche a chi non (?) lo merita.

Eventuali commenti a post di questo blog non verranno pubblicati sia se offensivi per l'opinione pubblica e sia se non sottoscritti dai relativi autori. Se non avete il coraggio di firmarvi e quindi di rendervi civilmente rintracciabili... siete pregati di tesorizzare il vostro prezioso tempo in modo più intelligente (se vi sforzate un pochino magari per sbaglio ci riuscirete pure).
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Ricordo ad ogni buon file l'indirizzo di posta elettronica legata a questo sito/blog: pietroperri@sanfili.net

martedì 16 febbraio 2016

FINALMENTE UNA LUCE IN FONDO AL TUNNEL...

L'italiano arrancando non senza fatica da tempo verso il futuro incerto con una candela in mano nel buio più profondo di un tunnel che sembrava non avere fine... "... MIRACOLO!!!", grido trionfante a se stesso, "... una luce in fondo al tunnel."
"... MIRACOLO!!!", gridò a se stesso il greco non appena vide quella luce tanto tanto lontana... a pochi passi davanti a sé. Dopotutto era semplicemente la candela dell'italiano che, reggendo la stessa fra le dita, gioì nel vedere una luce tanto tanto lontana... a pochi passi davanti a sé: la luce prodotta dalla candela del povero greco.
L'italiano ed il greco si ritrovarono al centro del tunnel... con entrambi la propria candela in mano... e con una certezza: alla fine del tunnel non avrebbero fatto altro che trovare il disastroso buio in cui era da tempo caduto il popolo fratello.
MIRACOLO? ... i criminali che giocano a MonoPoli sulla pelle degli altri... alla fine erano riusciti ad uccidere anche la speranza.
Nel silenzio assoluto del tunnel dalla doppia "non uscita"... solo il rumore di due soffi sulle rispettive candele.
E l'odore che si propaga nell'aria quando si spegne piano piano anche lo stoppino ancora per poco incandescente.
Nel buio più assoluto un italiano immaginava di trovarsi difronte un greco (... ma era poi vero?) ed un greco un italiano (... ma era poi altrettanto vero?)... ma non una parola uscì dalla loro bocca né si udirono più passi - seppur attutiti dall'assordante silenzio che la faceva da padrone in quel tetro luogo - andare nell'una o nell'altra direzione.
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... un abbraccio di cuore a tutti (sanfilesi e non sanfilesi visto il tenore del post) by Pietro Perri.
... /pace ma... “si vis pacem para bellum”!

martedì 9 febbraio 2016

C’era una volta a San Fili... il Carnevale.



Nella foto a sinistra: San Fili mese di Febbraio 2007 nei pressi dell’ex piazza Rinacchio (attuale piazza Adolfo Mauro): un attimo della sfilata di maschere organizzata dall’associazione culturale “Universitas Sancti Felicis” di San Fili.

Articolo pubblicato sul Notiziario Sanfilese del mese di febbraio del 2016. Ovviamente a firma Pietro Perri.

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“Fevraru”, amavano dirci i nostri avi, “eni nu mise curtu e amaru” ovvero è un mese che seppure sia il più breve dei mesi presenti nel nostro calendario essendo di fatti il mese centrale della stagione invernale finiva, e finisce, per essere il più brutto (amaro) mese dell’anno.

Tutto ciò però nella visione degli aduli che comunque devono garantire il sostentamento della famiglia ed un mese come febbraio ha ben poco da offrire a bocche da sfamare se non con un credito da pretendere nelle stagioni primaverile ed estiva. Inutile dire che stiamo parlando d’una società prettamente agricola. Appunto della società in cui vivevano i nostri avi.

Per i fanciulli (anche un po’ cresciuti) oggi come allora la questione era alquanto diversa: Febbraio era ed è il mese della neve (le migliori nevicate a San Fili ad esempio le abbiamo avute intorno alla metà dò questo stupendo... corto e amaro mese) e... del Carnevale.

La neve ed il Carnevale per noi sanfilesi normalmente sono due appuntamenti forieri di   delizie del palato (scirubetta, chjina, insaccati del maiale e via dicendo) e divertimenti (realizzazione di pupazzi e sfide a paddrun’e nive, scherzi vari, travestimenti più o meno riusciti e chi più ne ha più ne metta).

La nostra apprezzabile razione di neve quest’anno noi Sanfilesi l’abbiamo avuta poco dopo la prima metà del mese di gennaio. Per quanto riguarda il Carnevale invece abbiamo dovuto attendere, come tutti nel resto d’Italia, la prima settimana del mese di febbraio: il 4 per il giovedì grasso, il 7 per il vero e proprio Carnelevaru, il 9 per il martedì grasso ed il 14 per... carnelevarune.

Il Carnevale più antico che io ricordi risale alla fine degli anni Sessanta del XX secolo. Credo fosse tra il 1965 ed il 1968.

All’epoca la mia famiglia abitava in contrada Volette: mio padre, da colono mezzadro, lavorava una proprietà dell’ingegnere Giuseppe (Peppino) Blasi... mio compare di battesimo.

Avevo appena cinque o sei anni e, tenuto per mano da mio padre, accedevo su piazza Rinacchio con indosso quella che ricorderò per sempre come la prima maschera di carnevale che avrei indossato. La prima ed una delle poche.

Che ci crediate o no... non ho mai amato tanto travestirmi a Carnevale. E neanche nel resto dei giorni dell’anno.

La maschera, comprata credo al negozio di Riccardo Bonanata o di Pasquale Gentile, era un semplice fogliettino di cartone, neanche tanto duro e quindi facile a rompersi, che riproduceva il viso di un re con annessa corona. Agli estremi lati della maschera c’erano due forellini collegati l’uno con l’altro da un elastico che ci saremmo fatti passare al di sopra delle orecchie. Due fori per gli occhi ed un naso sagomato che si rialzava dal resto della maschera.

Inutile dire che quasi tutti riconoscevano subito chi si nascondesse dietro la maschera anche se, forse per compiacere il poverino, all’inizio facevano finta di non riuscirci.

(continua... forse).

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Un caro abbraccio a tutti by Pietro Perri.

… /pace.

sabato 6 febbraio 2016

QUESTO PALO PRIMA O POI CADRA’... E NUN CE VO’ NU MAGU PPE RU CAPIRE.

Ok, qualcuno potrà anche dirmi: "Ma quando passeggi lungo corso XX Settembre a San Fili, non potresti pensare o immaginarti di passeggiare lungo corso Mazzini a Cosenza o corso Rossini a Quattromiglia di Rende?" ... ed in effetti a chi mi dicesse una cosa del genere non potrei dargli torto.
Notate qualcosa di strano nelle foto che allego a questo post amati/odiati concittadini? ... no?
... allora mi sa' che dovrò farmi un nuovo paio d'occhiali in quanto io vedo un palo della luce pubblica terribilmente storto e a rischio di cadere su qualche sprovveduto passante o qualche incauta macchina.
Oh, niente paura: il palo è saldamente assicurato nella sua traballante e pericolosissima posizione grazie a due (invisibili all'occhio umano) fili di ferro.
La foto è l’ho scattata domenica 17 Gennaio scorso e il luogo è nei pressi de "u pont'e picciune" o "chjano ghiande"… a San Fili (e dove se no?). Inutile dire che da quel giorno, così come avrebbero detto i Romani, “niente di nuovo sotto il sole”.
Per chi non ha ancora capito dove ci troviamo esattamente dirò che ci troviamo all’imbocco del centro storico di San Fili… lato bivio per Paola. Esattamente a pochissimi metri della pizzeria SPQR.
Inutile dire che quel palo, dal 17 Gennaio scorso… aspetta e spera. Spera che non venga a scontrarsi con un altro alito di vento (diciamo che ormai basterebbe anche il semplice respiro di un qualsiasi essere vivente… anche minuscolo) per non perdere del tutto… l’ancoraggio al cielo.
Nel dubbio comunque se vi trovate a passare da quelle parti non dimenticate di indossare un casco omologato per minatori o quantomeno portarvi dietro... un ombrello aperto.
Non si sa mai!
Come mai si è piegato su se stesso tale palo? … c’è chi dice che vi abbia sbattuto qualcuno contro ma è sicuramente una grossissima fesseria in quanto nel punto in cui si ì piegato il palo non ci sono segni di scontro. La verità è che tale palo è sicuramente stato piegato dal forte vento che all’inizio di Gennaio di quest’anno ha visitato San Fili provocando, specie in questo punto, diversi problemi.
La piegatura infatti ha messo in evidenza la tragica situazione in cui versa lo stato di tale palo (completamente mangiato all’interno dalla ruggine) e se la situazione dello stesso è da considerare una cartina del tornasole dei pali identici presenti sul territorio sanfilese… non oso pensare a cosa ci aspetta a noi poveri residenti (e contribuenti) presenti nella zona.
Eppure… chi amministra San Fili (ed intendo chi amministra realmente San Fili e non i componenti del Consiglio comunale) dovrebbe iniziare a pensare e possibilmente a prevedere.
Perché prevedere (ovvero fare prevenzione) è meglio che curare. Specie quando nel momento in cui saremo costretti, forzati dagli eventi, a curare, il danno potrebbe già essere stato fatto e risultare un danno per lo più irreparabile.
Perché San Fili ed i Sanfilesi meritano tantissimo in più… da chi?
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... un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.
... /pace ma... “si vis pacem para bellum”!

mercoledì 3 febbraio 2016

Tradizionale processione di san Biagio nella frazione Bucita di San Fili.

Oggi mercoledì 3 Febbraio 2016 a Bucita, ovvero nell’unica storica frazione di San Fili, l’appuntamento annuale con la tradizionale processione in onore di san Biagio co-protettore dei residenti nella frazione stessa.
La processione uscirà dalla chiesa di santa Lucia alle ore 16:00. Da qui percorrerà alcune vie, vicoli ed il corso principale di Bucita.
Se verrà rispettata la tradizione (almeno quella che ricordo io per avervi partecipato qualche volta quand’ero fanciullo… ne è passato di tempo) al rientro in chiesa, dopo appunto la processione ed a conclusione della santa messa, si terrà anche il caratteristico rito dell’imposizione delle candele alla gola dei fedeli presenti.
Questo perché san Biagio è considerato il protettore delle gole per aver salvato, sembra, un bambino da morte certa perché stava soffocando a causa d’una spina di pesce.
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… un abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.
… /pace (n.d’a.: “si vis pacem, para bellum)!