Dalla Raccolta di poesie “SOLFEGGI - OVVERO - OPINIONI OPINABILI” di Pietro Perri. La raccolta (in e-book) è acquistabile sulla
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Quando è stata recitata la
prima volta questa poesia in pubblico, era un continuo toccare di chiavi, corni
e similari.
La sera stessa veniva
recitata anche la poesia 'a livella
di Totò. Non ci fu, in tale caso, alcun continuo toccare di chiavi, corni e
similari, malgrado 'a livella e il mio funerale, seppur in altri termini
ed in altra arte, dicano esattamente la stessa cosa.
Entrambe raccontano, in
un'ipotesi alquanto azzardata, "il proprio funerale": Totò che nelle
maschere del marchese e del netturbino racchiuse l'essenza della propria vita
(diviso tra il rincorrere quella nobiltà che gli fu tolta alla nascita e la
consapevolezza schiacciante della sua natura clownesca) ed il sottoscritto
stufo e nauseato di doversi cibare della quotidiana razione d'ambiguità umana.
Totò (netturbino) che dice a
Totò (marchese) "Sti ppagliacciate
'e ffanno sulo 'e vive: nuje simmo serie... appartenimmo 'a morte!".
Il protagonista de "il mio funerale" che "cede senza invidia, a
te che resti vivo, il nuovo giorno", purché gli fai il piacere di startene
a casa al suo funerale, tenuto conto che non sei neanche stato invitato.
Avete presente un funerale di
paese: davanti alla chiesa c'é tutto un vociare di politica, di perbenismo, di
affari strettamente personali, di malignità di vario genere... tutto tranne che
raccoglimento in commemorazione al defunto (che in alcuni casi viene anche
spettegolato).
E poi? ... avete fatto caso a
come ci si fa in quattro per intrufolarsi nel mezzo della fila: prima si danno
le condoglianze e prima si va a casa? ... ci sono alcuni (alcune in
particolare) che sono veri maestri in proposito. Si sforzano d'arrivare primi e
non ci riescono quasi mai: i primi saranno sempre i morti e quando sarà il loro
turno, non potranno vantarsene con nessuno.
Infine, terminato il pesante
rito delle condoglianze, da ottimi discepoli di Pilato, subito a lavarci le
mani... sempre... dopo essere stati ad un funerale.
... e allora ... "che il mio funerale sia solo mio",
"Sti ppagliacciate 'e ffanno sulo 'e
vive".
* * *
Che il mio funerale
sia solo mio,
che non mi sia compagna,
almeno in questo giorno,
l'umana ambiguità.
Lasciate senza rimpianto
le lacrime nel cassetto,
lasciate i ricordi inventati
almeno in questo giorno,
lontano dal mio feretro.
Che il mio funerale
sia solo mio,
che chi non mi rispettò in vita,
or che non lo vedo... nudo,
mi privi di volgare presenza.
Son morto senza rancore,
chiedendo perdono a Dio:
per me, e a chi offrii il mio male,
son morto, e questo basti:
domani è un nuovo giorno.
Son morto senza rancore,
chiedendo perdono a Dio,
domani è un nuovo giorno,
lo cedo senza invidia...
a te che resti vivo.
Che il mio funerale,
sia solo mio,
che non mi sia compagna,
almeno in questo giorno,
l'umana ambiguità.
* * *
... un caro abbraccio a tutti
by Pietro Perri.
... /pace!
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