SAN FILI BY PIETRO PERRI BLOG: novembre 2014

A chi non ha il coraggio di firmarsi ma non si vergogna di offendere anche a chi non (?) lo merita.

Eventuali commenti a post di questo blog non verranno pubblicati sia se offensivi per l'opinione pubblica e sia se non sottoscritti dai relativi autori. Se non avete il coraggio di firmarvi e quindi di rendervi civilmente rintracciabili... siete pregati di tesorizzare il vostro prezioso tempo in modo più intelligente (se vi sforzate un pochino magari per sbaglio ci riuscirete pure).
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Ricordo ad ogni buon file l'indirizzo di posta elettronica legata a questo sito/blog: pietroperri@sanfili.net

mercoledì 26 novembre 2014

Amministrative sanfilesi: i sommersi e i salvati... 2010.

I simboli usati dalle liste in gara nelle
amministrative sanfilesi 2010.
Nel mese di Aprile del 2010, ripensando alle elezioni amministrative appena trascorse, mi “divertii” (per quanto ci si possa divertire nei panni di uno come me che fu il primo dei non eletti della squadra di maggioranza a pari merito con l’ultimo degli eletti) a scrivere il pezzo che ripropongo di seguito... a poco più (o forse poco meno) di sei mesi dalle prossime amministrative paesane.
Secondo me tale pezzo (pubblicato sul Notiziario Sanfilese del mese - appunto - di Aprile 2010)  è... simpaticamente ancora valevole
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Partendo dal titolo di un saggio, tra l’altro il suo ultimo lavoro, scritto da Primo Levi nel 1986 (un libro che non ho ancora letto seppure ne conosco a somme linee il contenuto… ma che mi auguro di leggere quanto prima) vorrei provare a stilare, di seguito, una breve e spero simpatica digressione sulle ultime elezioni amministrative sanfilesi. Una elencazione (suddivisi tra buoni e cattivi?) dei vari risultati ottenuti dai candidati alle poltrone del Consiglio comunale del Comune di San Fili.
Titolo? … “i sommersi e i salvati” by Pietro Perri.
I salvati.
Tra i salvati, neanche a farlo apposta, vi metto il Sindaco Ottorino Zuccarelli e la sua lista. Motivo? … sicuramente ha preso cento voti in più di quelli che era politicamente legittimo pretendere. Per quanto riguarda invece la lista “Uniti verso il futuro” (ossia la lista capeggiata da Zuccarelli) tra i salvati a giusta ragione è giusto mettere i primi tre eletti (tra l’altro Consiglieri uscenti): Mario Sergi (137 preferenze), Carmine Cesario (127 preferenze) e Biancamaria Iusi (95 preferenze) con la speranza che un giorno ci insegnino la ricetta per come prendere un così alto numero di preferenze.
Anche per quanto riguarda la lista “Nuova alba di San Fili e Bucita” individuerei tre salvati: Andrea Perrone (79 preferenze)  eletto nella minoranza consiliare pur essendo alla sua prima esperienza elettorale, De Luca Antonello (50 preferenze… secondo me una vera sorpresa) ed il simpaticissimo Antonio Marotta (50 preferenze… meritatissime, almeno per la simpatia e l’educazione con cui ha condotto la sua personale battaglia).
Sempre tra i salvati non posso non collocare Sante Onofrio (tra gli eletti in quanto capolista della lista “Neapòlis”), Giovanni Carbotti (tra gli eletti in quanto capolista della lista “Nuova Alba di San Fili e Bucita”) e l’amico Mauro Lio (75 preferenze, lista “Girasole”). Non so perché ma ho la vaga impressione che tutti e tre, con qualche dubbio su Mauro Lio (… non eletto), hanno comunque raggiunto il loro scopo.
Metterei infine tra i salvati l’amico Salvatore (Tuturieddru) Lio in qualità di padre dei candidati Carmine Lio (20 preferenze… lista “Girasole”) e Francesco Lio (12 preferenze… lista “Nuova alba di San Fili e Bucita”) con la domanda: a quale dei due figli avrà votato?
I sommersi.
Passiamo ora ai sommersi.
Tra i sommersi metto a priori i già citati fratelli Carmine e Francesco Lio. Il motivo? … la prossima volta vorrei vedere un solo fratello in competizione e vorrei vedergli prendere almeno 32 preferenze (ossia 20 più 12).
A seguire metterei i due candidati della lista “Uniti verso il futuro” che hanno preso entrambi 48 voti e si sono giocati quasi alla monetina l’entrata in Consiglio comunale: Biagio Luchetta (Consigliere ed Assessore uscente… per il fatto che nel 2005 aveva preso ben 97 preferenze e che nel giro di cinque anni è riuscito a smarrire metà dei suoi sostenitori) eletto per la seconda volta nel suo mandato, e Pietro Perri (alias lo scrivente) per il fatto che dopotutto un voto in più avrebbe benissimo potuto conquistarselo e per giunta senza grossi sacrifici.
Sempre tra i sommersi metterei il dottor Enrico Crispini con la lista “Girasole”: ci fu un momento in cui si era certi che la lista “Girasole” diventasse la seconda lista (per voti racimolati) del paese… ma sembra sia stato solo un momento.
Sempre tra i sommersi metterei alcuni componenti e fans della lista “Neapòlis” in quanto gli stessi potevano evitare onestamente di portare la lotta politica su un piano di offese personali (anche se poi hanno cercato di passare per vittime quando qualcuno ha risposto loro per le rime): San Fili (e alcuni Sanfilesi) decisamente non lo meritavano.
Sommersi, in base alla mia classificazione, sono anche Vincenzo Dimizio (21 pref.), Gianni Saggio (27 pref.) ed il sempreverde (candidaturamente parlando) Salvatore Mazzulla (27 pref.)... non eletti nella lista vincente “Uniti verso il futuro”. A due di questi in particolare non possiamo che regalare il classico motto “ritenta, sarai più fortunato”.
Sommersi sono pure il già citato Vincenzo Dimizio (21 preferenze, lista “Uniti verso il futuro”), Andrea Iantorno (7 preferenze, lista “Girasole”), Angelo Cersosimo (8 preferenze, lista “Neapòlis”) e Federica De Rose (10 preferenze, lista “Nuova alba di San Fili e Bucita”)… ultimi arrivati nelle rispettive liste.
Ci sono anche dei sommersi di qualità in questa classificazione: Pietro Cribari (ex Assessore nella passata Amministrazione oltre che leader della locale Rifondazione Comunista) e Pasquale Chiappetta (anche lui ex Assessore nella passata Amministrazione e leader del locale UDC)... per le loro “non eccessive” 37 preferenze. A questi due aggiungerei, per le stesse ragioni, anche il Presidente della Pro Loco Francesco Sangermano (38 pref.).
Tra i sommersi metterei infine l’amico Andrea Iantorno (lista “Girasole”) il meno votato in assoluto, e l’amico Filiberto Napolitano (lista “Neapolis”, segnalato come vice Sindaco in caso di vittoria di tale lista) per i suoi zero voti nelle sezioni prima e seconda… 35 preferenze alla terza.
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... un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.
... /pace! ... a chi gioca ad armi pari (onestà morale ed intellettuale).

sabato 22 novembre 2014

U monachieddru 'e Santu Fili... by Pietro Perri.

Ho deciso finalmente di concludere, dopo qualche mese e forse più, un articolo in tre parti (le prime due pubblicate sul Notiziario Sanfilese dei mesi di Luglio e Agosto 2012) tendente a riportare in vita una cara ulteriore “presenza sovrannaturale” santufilise: u monachieddru.
A chi ha un po’ di pazienza per quanto riguarda i miei scritti... buona lettura.
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U monachieddru? ... che stupenda creatura.
Sarebbe bello venire a sapere come e quando i nostri avi si sono imbattuti in questo stupendo personaggio e chissà se si siano mai posti la domanda se sia u monachieddru ad essere frutto della loro fantasia o loro frutto della fantasia di quest’ultimo.
Chi scrive non ha avuto incontri ravvicinati con u monachieddru (io, infatti, appartengo al periodo in cui a farla da padrone nei vicoli del centro abitato di San Fili o lungo il suo terrificante perimetro era la Fantastica, qualche magara, qualche strega propriamente detta e qualche spirdu di passaggio) malgrado con tanti esseri sovrannaturali da piccolo ha piacevolmente (o orribilmente) convissuto.
Eppure anche lui, u monachieddru, era conosciutissimo, nei bei tempi che furono, nella Comunità Sanfilese.
Nei miei ricordi non era semplicemente il mattacchione che si divertiva a nascondere oggetti o a metterli fuori posto magari sul pavimento in punti in cui avresti potuto facilmente inciamparci... lasciandolo sbiascicarsi dalle risate per lo scherzo, simpatico per lui, riuscito.
Nei miei ricordi, ovviamente di quando ero ancora un lattante (siamo nei lontani anni Sessanta del XX secolo), u monachieddru era quell’essere insopportabile che veniva, nel corso della notte, a disturbare il tuo innocente sonno: avevi un peso sulla pancia e sul petto... ti mancava il respiro... aprivi gli  occhi tutto sudato ed affannato e... chi ti ritrovavi seduto sul tuo pancino, con le mani sul tuo petto e che ti guardava sghignazzante dritto dritto negli occhi... con i suoi occhi orrendamente spalancati? ... proprio lui: u monachieddru!
All’epoca, inutile dirlo, in casa mia non c’erano scorte di “Dolce Euchessina”  (n.d’a.: medicinale che negli anni Sessanta e Settanta veniva pubblicizzato come un toccasana anche per l’uso sui bambini con problemi di digestione... o pesantezza - a causa de “... u monachieddru?” di stomaco) e quindi non raramente u monachieddru - nelle lunghe e buie notti in quel casolare di campagna alle Volette - la faceva da padrone.
Fu in quel tempo che chiesi a mia madre chi era e cosa faceva u monachieddru e lei detentrice dell’antico sapere in casa nostra, nella sua proverbiale pazienza, mi erudì in merito a questa simpatica... magica presenza “casalinga”: sui suoi pregi e sui suoi difetti... sulle sue straordinarie potenzialità.
Mia madre mi disse che questo era un essere terribilmente dispettoso ma comunque un buon giocherellone. Quindi non cattivo se non lo si faceva incavolare più di tanto. Un essere con cui si poteva benissimo... coabitare.
Dopotutto se u monachieddru si rende conto che la famiglia che lo ospita si trova in grosse difficoltà ce la mette tutta per aiutarla. Dandole anche qualche insperato aiutino economico: u monachieddru è riconoscente dei piccoli accorgimenti che si usano nei suoi confronti (tipo lasciando qualche avanzo di leccornia sul tavolo da cucina a suo uso e consumo nel corso della notte).
E se nel corso della notte ci viene a fare visita nel modo surriportato ovvero cercando di rovinarci la nottata? ... non è detto che tutto il male vien per nuocere. Dopotutto... se si riesce ad impadronirsi del cappuccio de u monachieddru... abbiamo fatto, come si diceva fino a pochi anni addietro, tredici.
Chi riesce ad impossessarsi del cappuccio de u monachieddru, infatti, ne diventa automaticamente il padrone... non del cappuccio ma de u monachieddru stesso. Quello, infatti, è un po’ il segno del suo potere e l’essenza della sua vita sovrannaturale messa allo scoperto ed alla mercé degli esseri inferiori.
Chi riesce ad impossessarsi del cappuccio de u monachieddru può costringere lo stesso a farsi consegnare, in un libero scambio, il suo tesoro (realizzato con le migliaia di oggetti spesso e volentieri di valore persi nei secoli dai suoi umani conviventi) e quindi vivere agiatamente per il resto della sua vita.
Ecco che non appena svegliatici nel corso della notte a causa di questo dispettoso simpatico esserino... bisogna essere pronti a toglierli il cappuccio dalla testa.
Inutile dire che, fatto il debito scambio, tempo di ridare il cappuccio dallo stesso ci si può aspettare qualche terribile... meritata vendetta.
Mai sfidare le forze e le presenze sovrannaturali con cui quotidianamente interagiamo: in questa dimensione (e non solo in questa) noi siamo semplici ospiti... forse anche loro ma loro sono avvitati prima di noi.
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... un caro abbraccio a tutti by Pietro Perri.
... /pace!

martedì 18 novembre 2014

LEI NON E' PAGATO PER PENSARE! ... by Pietro Perri.

Tanto e tanto tempo fa avevo una divisa addosso e ne andavo decisamente fiero... diversamente non sarei rimasto circa cinque anni nell'Esercito Italiano... e vi assicuro che, nel bene e nel male, per me fu un'esperienza stupenda.
Una volta, nel 67° Montelungo di Monza, ebbi una piccola discussione con un superiore (... superiore? ... per la divisa che indossava! ... il resto era tutto opinabile) e per questo fui rinviato a giudizio: sette giorni di consegna semplice neanche trascritti e neanche, di fatto, fatti in quanto il servizio cui ero adibito comunque mi costringeva ad uscire almeno una volta al giorno fuori dalla caserma.
Nel corso del processino costruito ad hoc mi permisi di aprire il mio intervento con la premessa: "IO PENSAVO..."
A tale premessa registrai il prosieguo (intelligente) proferito dall'allora comandante del Battaglione: "LEI NON E' PAGATO PER PENSARE!"
" ... quindi la prossima volta eviti!", mi sembro continuasse il discorso una farfallina, terzo incomodo nell'intero discorso, che svolazzava imbecillemente nella mia testa.
Chissà, forse è anche per questo che adoro Internet (siti personali, blog, Facebook ecc.): qui anche chi non è pagato per pensare... a volte (non sempre: in tanti scrivono senza pensare... non raramente anch'io mi cimento in questa nobile arte, quella del "non pensiero")... pensa!
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... un caro abbraccio a tutti by Pietro Perri.
... /pace!

domenica 16 novembre 2014

... un abbraccio, carissima amica Franca, by Pietro Perri.

Oggi ho dato, assieme a gran parte della Comunità Sanfilese, l'estremo saluto ad una persona cui, seppur sono state poche le volte con la quale ho scambiato qualche frase, non posso non qualificare come "cara amica": bastava un suo sorriso o un suo fugace sguardo per parti l'impressione che fosse tale.
Una "cara amica" per giunta coetanea o quasi... solo due anni più di me. Decisamente pochi considerato i 53 che da qualche mese a questa parte mi sono lasciato alle spalle.
Qualche giorno addietro un mio compaesano (... caro? ... anche!) mi ha detto che sulla mia pagina Facebook o sul mio blog (quello su cui stai gentilmente leggendo) sto mettendo sempre più spesso lo scorcio in bianco e nero della chiesa di santa Maria degli angeli e la cosa proprio non gli scende giù.
Credetemi: la colpa di tale "continua eccessiva ripetizione" non è mia!
Quella foto, infatti (e come ormai da tempo s'é capito), preannuncia qualche brutta notizia legata alla Comunità Sanfilese".
La domanda, comunque, è... qualcuno sa cosa sta succedendo a San Fili? ... e non mi riferisco certo ai "fermenti lattici in subbuglio" in vista delle amministrative della primavera del 2015.
Oggi almeno due persone, in piazza san Giovanni (a San Fili) mi hanno chiesto se io ipotizzavo qualcosa in merito all'eccessivo aumento di "mali brutti" (come usavano dire i nostri nonni) tra la popolazione residente. Una di queste mi ha pregato di iniziare a trattare (magari in settima pagina) l'argomento sul "Notiziario Sanfilese"... chissà!
Personalmente di ipotesi ne avrei almeno sei o sette in testa e, credo, forse l'unica risposta plausibile e quindi certa non è altro che una miscela di tali ipotesi.
Fatto sta che - beh! - San Fili è diventato proprio un paese invivibile.
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... un abbraccio, carissima amica Franca, by Pietro Perri.
... /pace!

venerdì 14 novembre 2014

Ricordando Giovanni Iantorno... indimenticato tecnico del comune di San Fili.

Giovanni Iantorno - primi anni Ottanta
del XX secolo.
Agli inizi di questo mese trovai nella mia casella di posta elettronica il testo (che riporto di seguito) di un comunicato stampa relativo ad un manifestazione (convegno/ricordo) messa su per ricordare un caro compaesano prematuramente scomparso agli inizi degli anni Ottanta del XX secolo... nel 1984. Questo compaesano era il tecnico del comune di San Fili... amico Giovanni Iantorno.
In passato ho chiesto più volte, inutilmente, al figlio Emiliano Iantorno qualche foto da allegare ad un mio ricordo da riportare sia su questo blog che sul “Notiziario Sanfilese” (il bollettino mensile dell’Associazione Culturale “UNIVERSITAS SANCTI FELICIS” di San Fili). Quindi... benvenuto anche questo comunicato stampa che riporto di seguito. Per quanto riguarda invece il mio articolo/ricordo... dovrete attendere ancora un po’ e magari anche qualche altra foto dal figlio Emiliano.
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Giorno 29 ottobre scorso si è svolta presso il teatro comunale di San Fili una serata in ricordo di Giovanni Iantorno, tecnico comunale del paese prematuramente scomparso nel lontano 1984 all’età di soli 44 anni.
Giovanni Iantorno è stato un pubblico funzionario valido e stimato da tutti oltre che una persona con una moralità ed un altruismo che andavano oltre ciò che comunemente ci si possa aspettare dalle persone con cui si ha quotidianamente a che fare. E’ proprio e soprattutto per questo che Giovanni è stato ricordato dai familiari e dalla comunità sanfilese in un dibattito che ha raccolto testimonianze degli ex amministratori e dei colleghi  dipendenti comunali i quali  hanno riportato uno spaccato della vita amministrativa Sanfilese a cavallo tra gli anni Settanta ed Ottanta.
Nel corso dell’evento si è tenuto un  interessante convegno sul tema: “1984 – 2014, com’è cambiato l’ufficio tecnico comunale tra riforme della pubblica amministrazione e leggi sui lavori pubblici”.
Come relatori si sono alternati: l’arch. Carlo De Giacomo vice presidente dell’Ordine degli Architetti di Cosenza, che ha parlato di urbanistica; l’ing. Michele De Filippis della Provincia di Cosenza, che ha illustrato le ultime leggi sui Lavori Pubblici; l’avv. Angela Stellato della Provincia di Cosenza, che ha tracciato il percorso legislativo che si è sviluppato negli ultimi 30 anni all’interno della Pubblica Amministrazione. 
La serata che ha visto come moderatore il dott. Emilio Iantorno, figlio di Giovanni, ha avuto da cornice una buona presenza di pubblico che ha ascoltato con attenzione le tematiche sviluppate ed ha partecipato emotivamente al ricordo di un sanfilese amato da tutti.
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... un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.
... /pace (anche a chi non se la merita)!

Quando non esisteva internet i radioamatori erano già in rete.

L’avventura estera del nostro compaesano Antonio Conte ricostruita in collaborazione col sottoscritto (alias Pietro Perri) e pubblicata in due puntata sul “Notiziario Sanfilese” dei mesi di ottobre e novembre 2014.
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Quando non esisteva internet i radioamatori erano già in rete. (1)
Di Antonio Conte.
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Antonio Conte.
Ho sempre avuto una grande passione per le radio.
Una passione nata presumibilmente quando (ancora fanciullo, potevo avere sette o otto anni... Siamo agli inizi degli anni Sessanta), mio padre Costantino cercava invano di una stazione che si sentisse un po’ più chiara delle altre su una stupenda, per l’epoca, radio a valvole.
Ricordo come fosse ieri il filo collegato allo stupendo magico scatolone che serviva da antenna ricevente. Quel filo partiva da un lato della stanza per completare il suo interminabile percorso al lato opposto.
Era una radio ad onde corte e a me piaceva tantissimo, forse in quanto premonitrici di quanto mi sarebbe capitato in futuro,  ascoltare emittenti che trasmettevano dall’estero.
In quegli anni io e la mia famiglia abitavamo “ara Jiazza”... davanti “u Spiritu Santu”.
Qualche anno dopo, grazie anche e soprattutto all’amicizia con il nostro compaesano Franco Gentile, mi avvicinai alla conoscenza della cosiddetta CB (n.d.r.: sigla della “banda cittadina”. Sistema di comunicazione a brevi distanze tramite apparecchi a transistor). Erano quegli gli anni d’oro degli ormai mitici “baracchini”.
Ricordo, in quei tempi, l’amico Franco Gentile che, in macchina e col suo “baracchino” a portata di mano, si parcheggiava nei pressi dell’Aireddra e da lì iniziava a parlare con persone più o meno della zona. Con quel tipo di ricetrasmittenti, è facile intuirlo, all’epoca non era possibile parlare con soggetti lontani né tantomeno con persone all’estero.
Una volta con Franco Gentile siamo andati sulla Crocetta per provare a metterci in comunicazione con radioamatori d’altre zone. Essendo un punto in alto era facile dallo stesso ampliare il raggio d’azione della nostra ricetrasmittente.
Purtroppo gli anni passano per tutti e passavano anche per me: il futuro bussava alla mia porta ed il futuro, per lo scrivente, all’epoca si chiamò Svizzera.
Era il 1972.
Restai in Svizzera, per lavoro, circa due anni dopodiché presi la via per il Canada.
Quando si emigra in un altro Stato all’inizio la vita è sempre un po’ difficile... per tutti.
Oltre il confine del nostro Stato ci aspettano una nuova lingua, una nuova cultura, nuovi amici e un nuovo lavoro.
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Quando non esisteva internet i radioamatori erano già in rete. (2)
Di Antonio Conte  con la collaborazione di Pietro Perri.
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"Sono un radioamatore da più di trent’anni!” ... così ama dichiararsi il nostro compaesano d’oltre Oceano Antonio Conte.
In Italia i radioamatori in effetti sono un po’ sottovalutati mentre nelle Americhe ed in particolare nell’America settentrionale (Canada ed USA) sono una vera e propria istituzione. Forse una necessità del vasto territorio in cui operano e dove, a volte, in mancanza di collegamenti alternativi loro sono un vero e proprio “salvavita”.
Sono decisamente rari, infatti, i film catastrofici di matrice hollywoodiana in cui non si veda un probo cittadino a stelle e strisce impegnato davanti alla sua stupenda ricetrasmittente a cercare collegamenti con il resto del mondo ancora, non per molto forse, in piedi.
Il radioamatore, in Canada, dove risiede il nostro encomiabile concittadino Antonio Conte, e negli USA è qualcosa in più di un semplice “soggetto impegnato nel volontariato sociale”: è la voce amica che, non raramente, ti guida nella classica notte buia della tua a volte infernale vita.
Questo e tant’altro è il nostro eroe Antonio Conte da Toronto.
Antonio - anche se oggi, dopo tanti anni passati lontano dalla terra natia, sarebbe più giusto chiamarlo Anthony o semplicemente Tony - approda in Canada nell’ormai lontano mese di dicembre del 1974.
Da quelle parti, in quegli anni soprattutto, non era difficile trovare un posto di lavoro per chi sapeva adattarsi.
Ad aprire le porte di una fabbrica dove si producevano materassi, ad Antonio, ci pensò, qualche mese dopo giunto a Toronto, l’amico e nostro caro compaesano Ottorino Argentino.  Antonio resterà in tale fabbrica per circa tredici anni. Nel frattempo iniziò a seguire le lezioni presso il Seneca college a Yonge e Sheppard, per chi conosce ovviamente tale zona. Tale scuola ovviamente garantirà all’intraprendente Antonio un futuro decisamente migliore da
quello che poteva prospettargli un prosieguo della vita lavorativa in una fabbrica di materassi.
Nel 1980, ovvero in questi magici impegnatissimi anni passati tra lavoro, scuola e famiglia, Anthony riesce a prendere persino il suo tanto desiderato patentino (licenza) di radioamatore. Un traguardo, questo, tutt’altro che facile da raggiungere: per ottenere la licenza di radioamatore, bisognava, infatti, imparare a pennello l'alfabeto morse ed essere capace di ricevere e trasmettere almeno 5 parole al minuto. Antonio di parole al minuto ne supererà, all’esame previsto, la bellezza di dodici ottenendo il miglior risultato possibile.
Diverse sono le associazioni di volontariato cui fa riferimento ai giorni nostri Antonio nella sua opera di “volontariato - radioamatore - senza frontiere”, e diverse sono le occasioni in cui la sua opera si è mostrata vitale o comunque di notevole supporto in situazioni di bisogno o di presunto pericolo.
Ed eccolo impiegato in un ospedale di Toronto dove finalmente, da qualche mese a questa parte, entrato in pensione potrà dedicarsi a tempo pieno alla sua passione di radioamatore e... ai suoi sicuramente più amati nipotini.
Personalmente non conosciamo bene l’organizzazione dei radioamatori mondiali né quanto siano presenti nella nostra zona (San Fili e paesi limitrofi) ma ci piace chiudere questo pezzo con una stupenda frase del nostro caro amico compaesano Antonio: “Si, oggi abbiamo internet... però dove arrivano i radioamatori, gli internetnauti se lo possono' sognare!
Una vita passata lontana dalla terra natia, dicevamo, quella di Antonio Conte. Una vita simile a quella di migliaia di altri Sanfilesi costretti ad emigrare cercando in luoghi lontani ciò che la propria terra ha da secoli negato a lui ed ai suoi familiari... ai nostri familiari: un futuro dignitoso.
Colpisce, nei suoi appunti di viaggio, la seguente frase, pensando ai giorni che furono: “Bei ricordi, anche se un po’ tristi, quelli di quando si emigra. Quello che ti resta in mente, anche dopo tantissimi anni, è sempre il giorno della tua partenza. Quel giorno, noi emigranti, lo porteremo con noi per sempre nei nostri occhi e nel nostro cuore.
Lasciare i genitori ed il resto della famiglia è una vera tragedia. A me quello ciò che mi ha ferito particolarmente è stato il distaccamento della mia sorellina Loredana. Lei aveva più o meno quattro anni... è stato veramente triste lasciarla.
Antonio partì per Toronto nel lontano dicembre del 1974 dall’aeroporto di Roma Fiumicino con un volo dell’Alitalia. Otto ore di volo e, a bordo di un taxi, dritto verso la casa di un suo zio di cui resterà ospite per circa un anno e mezzo.
Sinceramente, voglio dirvi che quasi immediatamente nel vedere quanto mi si prospettava come futuro, ho detto tra me e me: qui, in Canada, non ci starò a lungo.
Così non fu: nel 1976 Antonio conobbe sua moglie Anna da cui ebbe tre figli: Francesco, Sabrina e Christian. E da questi ultimi... cinque stupendi nipotini: Alyssa e Anthony (figli di Francesco), Julia (figlia di Christian), Daniela e Marco (figli Sabrina).
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... un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.
... /pace!

giovedì 13 novembre 2014

Quello "NON ERA IL SISTEMA". Quello "ERA... IL LORO SISTEMA”!

Personalmente sono stato sempre contrario a rivangare il passato di una Comunità (sempre e comunque perbene nel suo complesso) o di qualche soggetto  appartenente alla Comunità stessa (sempre e comunque perbene nel suo singolare) ma quando dei “moralmente disonesti” ti mettono in bocca frasi o in testa pensieri che non sono tuoi ma sicuramente del suo bacato cervello, qualcosa è giusto ricordarla o quantomeno... rinverdirne alcuni punti cardine (promettendo di farne uscire al momento opportuno persino gli storici articoli dei quotidiani locali).
Gli ultimi 54 anni di vita politico-amministrativa di San Fili? ... tutt’altro che fiori e tutt’altro che limitata ad un solo soggetto (che tra l’altro questa sfaccettatura della stessa l’ha potuta condizionare per non più di 7 - magari i peggiori - di tali 54 anni): due Commissari prefettizi (1977 e 1996), due dissesti finanziari (negli anni Ottanta), due bypass miliardari (uno negli anni Novanta perpetrato da un “non sanfilese” ed uno agli inizi di questo millennio perpetrato da “un sanfilese”... difficile pensare che siano stati comunque da soli e/o che per il lungo periodo in cui si sono reiterati gli stessi ammanchi nessuno se ne fosse mai accorto prima che i reati venissero a galla... quindi o altri ci hanno mangiato o gli altri erano dei ciechi handicappati professionisti ed amministratori da non rendersi conto di ciò che succedeva loro intorno).
Erano gli anni in cui i muri di alcune opere pubbliche crollavano ancor prima di essere ultimati (vedasi campo sportivo in località Frassino agli inizi degli anni Novanta o alla fine degli anni ottanta del XX secolo).
Erano gli anni in cui in periodo elettorale qualche amministratore faceva vedere sotto il risvolto della propria giacca il calcio di una pistola (forse rubata al proprio innocente figliolo).
Erano gli anni in cui lettere anonime tendenti a denigrare chi diversamente non si poteva scalfire (strano che tali lettere siano cessate quando alcuni soggetti - nostri compaesani - sono finiti fuori gioco) -  per non dire tant’altro - si trovavano anche nel cesso al posto della carta igienica.
Inutile dire che su questo fronte sono usciti vari articoli sui quotidiani locali e tantissimi avvisi di garanzia (alcuni nostri compaesani ne hanno una bella mazzetta di tali avvisi quasi quanto un mazzetto figurine di calciatori della Panini nel loro cassetto)... che comunque non mettono in dubbio la rispettabilità dei destinatari degli stessi (non colpevoli fino a prova contraria... una prova che alcune volte riesce a vedere solo Dio e lo stesso opera di conseguenza) ma qualche domanda sulla capacità del magistrato che li ha emessi la fanno sorgere.
Visto che alla fine tutti sono innocenti... anche quelli finiti in sordina (ripeto: in sordina e non sotto gli occhi di tutti) agli arresti domiciliari.
Anni, i succitati, dove si vede incompetenza amministrativa (diversamente San Fili non sarebbe ciò che è oggi), odore di truffa costante (qualcuno ci ha guadagnato in tale stato di cose ma il 95 percento della popolazione sanfilese - quella onesta o tendenzialmente onesta - ne pagherà le conseguenze almeno per altri due secoli) e continuo accanirsi verso la gente “realmente perbene” cercando di creare il dubbio sugli stessi, dl vuoto attorno agli stessi, l’odio sociale e morale verso gli stessi... da veri criminali. Questi sono alcuni dei giovani rampanti (in alcuni casi forse buon sangue non mente) futuri amministratori del nostro paese. Di San Fili.
Oggi tra l’altro sento proporre l’assurdo concetto del “ma quello era il sistema”.
E no!, cari miei... quello “NON ERA IL SISTEMA” quello “ERA... IL LORO SISTEMA”. Perché in quegli anni, così come oggi, c’eravamo tantissime persone oneste che ci siamo fatti in quattro per cambiare le regole del gioco e che proprio per questo nostro lavoro siamo stati tenuti ai margini della scacchiera dove si dividevano equamente le caselle i pezzi bianchi e i pezzi neri.
Vogliamo continuare a denigrare la gente perbene? ... io sono pronto.
Credetemi: ho buona memoria ed anche un buon archivio personale.
San Fili ha bisogno d’altro che di questi yuppies della macchina amministrativa locale per il rilancio che aspetta, sempre più invano, da oltre una ottantina d’anni a questa parte.
Io? ... sono sempre e malgrado tutto disposto a dare il mio contributo.
E tu?
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... un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.
... /pace!

mercoledì 12 novembre 2014

ADORATA IPOCRISIA...by Pietro Perri.

Se c'é una cosa che proprio non riesco a sopportare è... l'ipocrisia di alcuni miei conoscenti (incluso quel signore che la mattina, facendomi la barba, vedo per alcuni minuti nello specchio).
Per anni si augura a qualcuno il peggio che si possa mentalmente concepire (una morte atroce, un brutto handicap permanente, un tumore e via dicendo).
Poi, di colpo, quasi certamente perché Dio s'é scocciato delle varie richieste (... preghiere?) spesso giustamente giunte al suo orecchio e spesso da un numero indefinito di persone... miracolo... si avvera il tutto ed anche nel modo più impensabile possibile.
Ed ecco allora che ci si mette una mano sul cuore (o semplicemente una parola di rito sulle labbra) e si grida ai quattro venti: poverino!
Poverino? ... ma allora sono proprio scemo o semplicemente falso?
E allora? ... allora cerco di ricordare il perché in altri tempi a questo o a quel caro gli avessi augurato tutto il bene di questo mondo e... si, mi spiace ma... se l'è proprio meritata.
Amo la mia ipocrisia e questa notte prima di addormentarmi reciterò l'ennesima preghiera affinché lo stesso ritorni come prima, se handicappato, o ritorni in vita, se finito prematuramente all'altro mondo.
... subito dopo essermi gustato un buon film pornografico in TV... però!
... e tu, che ipocrita non sei, vuoi essermi d'amabile compagnia?
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... un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.
... /pace!