SAN FILI BY PIETRO PERRI BLOG: ottobre 2014

A chi non ha il coraggio di firmarsi ma non si vergogna di offendere anche a chi non (?) lo merita.

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sabato 25 ottobre 2014

"... na cosiceddra ppe sant'Antonu, picciri'! ... ca sant'Antonu vi vo' bene."

... stamane (sabato 25 ottobre 2014) ho fatto, ovviamente con mia moglie, una piccola passeggiata lungo corso Mazzini a Cosenza... il mitico corso Mazzini. C'era "in corso" (scusatemi lo spreco della parola "corso") l'edizione 2014 della "Fiera del Cioccolato"... cosa di cui me n'è fregato ben poco. Ciò che ha invece ha attratto in particolare la mia attenzione sono state due cose: 1) un simpatico vecchietto che con una straconsumata cassettina chiedeva un obolo per sant'Antonio e 2) in un negozio (il Salumaio?) l'esposizione in bella mostra di tre "paddrun'e ficu" con sotto un cartello riportante la scritta "Fichi di San Fili".
Che dire: per quanto riguarda il punto due... mi chiedo dove siano stati raccolti quei fichi e chi abbia fatto quei "paddruni"... sono decenni che cerco invano di capire che fine abbiano fatto i mai esistiti (se non come semplice marchio) "Fichi di San Fili"; per quanto riguarda quel simpatico vecchietto che chiedeva l'obolo per sant'Antonio ... ma quantu c***u de anni tene chissu ddruacu? ... che ci crediate o no io lo ricordo sempre uguale fin da quando ad appena sette anni percorrevo con mia madre corso Mazzini a Cosenza: era già vecchio allora (circa 45 anni fa) e faceva lo stesso mestiere.
"... na cosiceddra ppe sant'Antonu, picciri'! ... ca sant'Antonu vi vo’ bene."
Inutile dire che se non è passato ancora a miglior vita (se non ha cent'anni - di buona salute - poco ci manca) due sono le cose: ho sant'Antonio a lui gli vuole veramente bene o... è lui che non ha il coraggio di oltrepassare il confine tra la vita e la morte perché non sa' come portare a sant'Antonio ciò che si è preso "terrenamente in prestito" in questa sua lunga e sicuramente poco travagliata vita.
... ppe n'atri cient'anni, vecchiari'!
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... un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.
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E se Alexandre Dumas (padre) fosse passato per San Fili?

E se Alexandre Dumas (padre) fosse passato per San Fili? ... sicuramente avrebbe citato almeno una volta il nome di San Fili in una delle sue tantissime opere e sicuramente avrebbe ambientato, magari nei pressi della Crocetta, una bellissima storia di briganti: come poteva, infatti, non restare affascinato dai magici naturali paesaggi che dividono San Fili dalla costa tirrenica? ... paesaggi che ancora oggi, malgrado il degrado della mano dell’uomo, malgrado i tralicci dell’alta tensione, restano pur sempre una tra le opere più belle con cui Dio poteva graziarci.
Fatto sta che Alexandre Dumas per San Fili c’é passato davvero e, seppure la sua non fu altro che una toccata e fuga (più fuga a dire il vero, che toccata) resterà così affascinato da quel poco che ebbe modo di vedere da citare il nome del nostro paese nel suo libro “Le Capitaine Aréna”.
E fatto sta che nei pressi della Crocetta (zona Sant’Angelo) ambientò una stupenda storia di briganti: “Enfants de la Madone” (“I figli della Madonna”) cui successivamente cambiò il titolo in “Cherubino et Celéstini” (“Cherubino e Celestino”).
Correva l’anno 1835, si era nel mese di ottobre, quando Alexandre Dumas, l’autore della saga de “D’Artagnan et les trois mousquetaires” (ovvero “D’Artagnan ed i tre moschettieri”) passò per San Fili. E chissà che a qualcuno dei nostri avi non abbia stretto anche la mano o comunque fatto un semplice cenno di saluto col capo e con la mano.
Il tema “Quando Alexandre Dumas passò per San Fili” è stato ampliamente trattato dall’Associazione Culturale “Universitas Sancti Felicis” il 12 agosto del 2006, sempre e comunque a San Fili, in una giornata interamente dedicata al grande autore francese. Una giornata in cui si è svolto un convegno ad hoc ed immediatamente dopo si è messo in scena il recital “Cherubino e Celestino”, liberamente tratto dal primo capitolo dell’omonima novella.
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... un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.
... /pace!

venerdì 10 ottobre 2014

L’ex tratta ferroviaria Cosenza Paola fu anche questo. (1)


Articolo a firma di Pietro Perri (alias lo scrivente) pubblicato sul Notiziario Sanfilese del mese di ottobre 2014.

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Foto a sinistra (by Pietro Perri): Davide Rende con suo figlio Geppino in piazza San Giovanni a San Fili agli ini-zi di settembre del 2014.

Domenica 22 novembre del 1942, dopo appena sette giorni di ricovero non dei migliori, veniva dimesso, dall’Ospedale Civile dell’Annunziata di Cosenza, il nostro compaesano Davide Rende. All’epoca aveva appena 19 anni e si stava lasciando alle spalle una tra le esperienze più brutte della sua vita. Una di quelle esperienze il cui ricordo ci accompagnerà per tutto il resto dei nostri giorni.

La diagnosi? ... “Stato di choc. Ferita vasta lacero-contusa con esteso scollo del cuoio capelluto alla regione parietale destra con osso scoperto”.

A quel tempo, malgrado le attente cure dei sanitari dell’Ospedale Civile dell’Annunziata di Cosenza... di ferite del genere si poteva anche morire. La medicina dava ben poche risposte, nel 1942 in Calabria e non solo in Calabria, ai problemi prospettati dai pazienti.

Strano: mi sembra oggi! ... fu per questo che il nostro compaesano decise, d’accordo anche il padre, di uscirsene da quella bolgia infernale e di continuare le cure nella propria accogliente casa che all’epoca era  rappresentata - lungo la tratta ferroviaria tra San Fili e la vicina Rende - dal famoso casello 19.

Non si parla con i se ma presumibilmente l’aver lasciato - quasi fuggendone - il proprio letto nel più importante nosocomio della provincia di Cosenza... gli salvò la vita nel giro di pochi giorni e per la seconda volta.

All’ospedale dell’Annunziata le cure prestate al giovanissimo Davide Rende, dopo circa una settimana, erano state quasi nulle: per negligenza o forse perché l’avevano dato già comunque per spacciato.

Come mai il nostro compaesano era finito all’ospedale una settimana prima? ... ovvero domenica 15 novembre 1942?

Fu da una parte il classico appuntamento con la casualità della vita e dall’altra il più grave incidente ferroviario che ha interessato la tratta ferroviaria che collegava, fino al mese di maggio del 1987, le importanti stazioni ferroviarie di Paola e Cosenza passando per le stazioni di San Lucido, Falconara Albanese, San Fili (al centro), Rende e Castiglione cosentino.

Più che un disastro ferroviario fu un vero e proprio macello su strada ferrata quello che avvenne in quella tragica domenica mattina del mese di novembre del 1942.

Il bilancio fu uno dei più brutti registrati dalle Ferrovie dello Stato italiano, passato quasi senza ricordo nella memoria della gente (anche dei compaesani ancora viventi) solo perché in quel momento si aveva ben altro a cui pensare (dopotutto si era in piena Seconda Guerra Mondiale): ventuno morti, all’inizio si parlò solo di diciotto, e ben 81 feriti.

E poi, diciamo la verità: la guerra colpisce anche in quel modo.

Fu una tragica casualità, quella di cui fu vittima il nostro compaesano Davide Rende. Quel treno che l’avrebbe portato dalla stazione di Paola alla stazione di San Fili, infatti, non avrebbe dovuto prenderlo. E non l’avrebbe preso se, il treno venuto da Roma e diretto a Cosenza, non avesse racimolato qualche minuto di ritardo nel suo velocissimo, per quei tempi, andare.

Davide, giovanissimo dipendente delle Ferrovie dello Stato, aveva appena smontato dal suo turno di servizio di guardalinee che svolgeva da poco tempo tra le stazioni di Fiumefreddo Bruzio, Paola e San Lucido.

Gli era capitato di fare il turno di notte, quella volta.

Era, come si può presupporre, stanchissimo e vide, nel ritardo provvidenziale succitato, il classico buongiorno del mattino. Ma quello tutto sarebbe stato tranne che un buon giorno per tantissimi ospiti di quello sfortunato convoglio ferroviario.

Secondo i rapporti dell’epoca “alle 5:38 il treno viaggiatori n. 4371, proveniente da Roma, subiva un incidente dalle conseguenze catastrofiche nella tratta San Lucido - Falconara Albanese, al momento dell’imbocco della galleria denominata San Giovanni.”

Davide Rende resosi conto di ciò che stava succedendo, invano tentò di azionare il freno d’emergenza.

Su quel treno viaggiavano anche altri nostri compaesani. Tra questi qualcuno più fortunato e qualcuno, purtroppo, più sfortunato.

Tra i più fortunati ci fu Luigi Marchesani. E’ lui che Davide Rende, miracolosamente uscito con i suoi piedi da una delle carrozze interessate alla tragedia, vedrà, seduto su un masso poco distante, prima di cadere a terra svenuto.

Andò peggio a Ernesto Albamonte, dirigente alla stazione ferroviaria di Napoli, coniugato con la nostra compaesana Luisa Noto. Ernesto sarà annoverato tra le ventuno vittime di quella terribile vicenda.

(continua).

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Un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.

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E' in distribuzione il Notiziario Sanfilese del mese di ottobre 2014.

... proprio così, anche questo mese (ottobre 2014) noi dell'Associazione culturale "Universitas Sancti Felicis" di San Fili (ovvero l'Associazione dei Sanfilesi nel Mondo), siamo riusciti a realizzare il nostro bollettino mensile, il... "Notiziario Sanfilese".
Otto pagine di storia, cultura ed attualità relative alla stupenda cittadina di San Fili e all'altrettanto stupenda comunità da essa ospitata.
Chi volesse ricevere il nostro Notiziario non ha che da diventare socio (anche non effettivo ma semplicemente simpatizzante) dalla nostra Associazione. Si può diventare soci partendo da un contributo di appena 5,00 (cinque) euro, a seconda se si vuole essere soci simpatizzanti (5,00 euro), soci ordinari (15,00 euro) e soci onorari (da 15,00 euro in su).
Per ritornare al "Notiziario Sanfilese" di questo mese (di cui viene riprodotto il frontespizio a sinistra), comunque, riporto di seguito l'indice delle pagine:
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Pag. 1
- L’ex tratta ferroviaria Cosenza Paola fu anche questo: il tragico incidente del 15 novembre del 1942. (1) Di Pietro Perri.
Pag. 2
- Tutti possono collaborare al “Notiziario Sanfilese”.
- Raffaella Scarpelli... una piacevole sorpresa canora. Di Pietro Perri.
Pag. 3
- Contadini per hobby. Di Nuccia Giglio-Carlise.
Pag. 4
- Dall’album fotografico di Anthony Aiello.
- Piccolo dizionario santufilise.
- Comunicazione ai soci.
- Una piccola gradita precisazione. 
Pag. 5
- Cinquant’anni di matrimonio e non li dimostrano.
- Foto di gruppo nella sala convegni “Goffredo Iusi” di San Fili.
- Ci hanno lasciato.
Pag. 6
- Terra luntana. Di Oscar Bruno.
Pag. 7
- Quando non esisteva internet i radioamatori erano già in rete. (1) Di Antonio Conte.
Pag. 8
- Dall’album fotografico di Frank Fato.
- Un saluto ad un caro amico: Giuseppe Saggio.
- Gli acrostici di Alfredo Ruffolo: Maria.
- I membri dell’Associazione culturale “Universitas Sancti Felicis” e costo tessera e contributi 2014.
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... un cordiale affettuoso abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.
... /pace!