Per chi avesse perso le prime 3 (o
qualcuna delle prime tre) puntate di questo racconto… ricordo che siamo in un
sabato degli inizi di Marzo 2013, che da poco si sono registrate due frane sul
lato coste del nostro paesino (il lato che si affaccia sul torrente Emoli) ed
io sto facendo una bella passeggiata lungo… u jum’e Santu Fili… nel tratto
compreso tra la sorgente di Palazia e il ponte Crispini.
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U bacil’e Santu Fili? ... quanti ricordi mi ritornano in mente pensando a quel
caratteristico luogo.
Certo non vi ho
fatto mai il bagno come i sanfilesi (credo tutti maschi, dubito che alle donne
fosse permesso qualcosa del genere) che mi hanno preceduto negli anni
precedenti il 1960… lungo corso XX Settembre del nostro stupendo amato/odiato
paesino.
Oltretutto quando io
vidi per la prima volta dovevo avere non meno di nove o dieci anni ed all’epoca
(fine anni Sessanta - inizio anni Settanta) di acque profonde e tali da
permettere un tuffo ed una seppur minima nuotata, nel bacile, ne era rimasta ben poca.
Qualche anno prima
si erano poste le basi della realizzazione della superstrada che, dal 1969 in
poi, congiunge Cosenza con Paola: la nuova statale 107. I detriti finiti nel
letto del fiume, grazie a quei lavori, avevano completamente sotterrato la
vasca della piccola diga che da circa mezzo secolo garantiva un regolare
afflusso alle centrali idroelettriche sanfilesi poste più a valle.
Mi è difficile dire
se la prima volta che vidi la… cascata che prendeva forma dall’alto di quella
diga... fu grazie a mio padre Salvatore (che all’epoca coltivava un pezzo di
terra che si trovava dalla parte delle Volette al di sotto dell’imbocco della
galleria ferroviaria) che permise di accompagnarlo per deviare un flusso d’acqua
o... scendendo con alcuni amici d’avventura dell’epoca (... i soliti, ma non
chiedetemi di fare ulteriormente la spia!) nel dirupo che si trovava al di
sotto della piazzetta antistante la facciata principale della chiesetta della
Madonna del monte Carmelo (... a Madonna
du Carminu!).
Nell’uno o nell’altro
caso ne rimasi affascinato ed al tempo stesso impaurito.
E’ bello ammirare lo
scorrere costante dell’acqua, il saltare dell’acqua da un’altitudine di due o
più metri, il tuffarsi dell’acqua nello stesso vuoto... colmo d’acqua creato da
se stessa, l’ascoltarne il rumore... musica per le più insensibili delle
orecchie, il sentire sulla propria pelle infrangersi quelle delicate fresche...
uniche nella loro essenza... bollicine...
Domanda: siete mai
stati a vedere le cascate delle Marmore? ... io, sì! ... ed io ho visto anche
alcune stupende cascate presenti lungo il percorso che segue il torrente Emoli
nel territorio di San Fili. Che ci crediate o no, molti sanfilesi hanno visto
le cascate delle Dolomiti ma non la cascata che, a pochi metri da casa loro, si
trova... aru jum’e Santu Fili.
Ritornai più volte
nella zona della de “u bacile”:
alcune volte con degli amici ed altre anche da solo. Ci ritornai sia scendendo
verso il ponte delle “jumiceddre” o
dalla scalinata che da piazza san Giovanni porta alla fontana di Palazia e poi proseguendo lungo il corso del torrente
Emoli fino al ponte di Crispini e... sia nel tragitto uguale e contrario.
Ci ritornai, ad
esempio, col mio amico Antonio Cavaliere (alias - almeno all’epoca - “Tonino
click”... a causa della sua innata passione per la fotografia) agli inizi degli
anni Novanta... entrambi armati di macchina fotografica. La mia all’epoca era
una “Yashica 108 semiautomatica” appena comprata.
Non ricordo,
purtroppo, né in quale esatto anno eravamo né in quale mese di quell’incerto
anno ci avventurammo in quella ennesima... naturale passeggiata.
Non ricordo se
assieme a noi c’era qualcun altro del gruppo cui appartenevamo all’epoca io e “Tonino
click”, ricordo però che arrivammo sul larghetto spiaggia che si era creata nel
luogo in cui in altri tempi c’era l’invaso del bacile intorno a mezzogiorno
e che, in quell’occasione, oltre a scattare una serie di fotografie... mi
beccai una delle classiche lezioni da fotoamatore dal mio accompagnatore.
Innanzitutto Antonio
mi fece notare che quello era uno dei pochi punti (se non l’unico), girando
lungo il perimetro del nostro paese, da cui non si vedeva il campanile della
Chiesa Madre. Non solo: avendo una piccola dose di fortuna si poteva
fotografare, nelle calme e limpide acque del nostro torrente, il riflesso di
parte del centro abitato di San Fili.
Un effetto, questo,
a dir poco stupefacente... per innamorati del proprio territorio come lo
eravamo noi: io e “Tonino click”.
Da qualche parte
conservo ancora una foto scattata quel giorno ed in quel punto esatto. Sulla
foto si vede uno scorcio di San Fili riflesso in una pozzanghera d’acqua. Una
pozzanghera in cui tra l’altro facevano capolino tutta una serie di rifiuti
(scatole, scarponi rotti, lattine e via dicendo): una profezia degli anni a
venire per San Fili e per la Comunità Sanfilese? ... no comment!
(continua)
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... un caro abbraccio a tutti by Pietro Perri.
... /pace!