SAN FILI BY PIETRO PERRI BLOG: Dal mulino delle fate aru tesoru du Canalicchiu: una stupenda naturale passeggiata tutta sanfilese. (2)

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giovedì 18 aprile 2013

Dal mulino delle fate aru tesoru du Canalicchiu: una stupenda naturale passeggiata tutta sanfilese. (2)

E fu così (n. d’a.: in una bella giornata di sabato del mese di marzo 2013) che, per alcuni versi in modo non del tutto facile, raggiunsi il greto del torrente Emoli: il fiume (u jume) di San Fili: era uno spettacolo! Era esattamente come me lo ricordavo.
Già, i ricordi… perché ripercorrendo le stesse vie già e più volte percorse in tenera età, quando ormai si è oltrepassata la soglia dei cinquanta (… altro che nel dantesco “mezzo di nostra vita”), non si fa altro che iniziare a… ricordare: gli odori, i suoni, il sapore della stessa aria di cui continuiamo famelicamente a cibarci… oggi più che allora.
Emoli? … che stupendo nome e… chissà da cosa deriva (ovvero qual’è la sua etimologia).
Agli inizi del Terzo Millennio (2002 o 2003) A San Fili (e dove, se no?) in località Frassino, nella struttura adiacente al teatro all’aperto, realizzato nel corso degli anni Novanta del XX secolo, in occasione della tradizionale ed annuale “Fiera di santa Maria degli angeli”, si tenne un convegno, se non ricordo male, sulla citata fiera stessa.
Al convegno parteciparono tra gli altri padre Rocco Benvenuto (dei minimi di Paola), il prof. Giosino Cesario e il dott. Mario Spizzirri (scrittore e ricercatore storico). Io… ero nel pubblico ed ero intento, oltre che ad ascoltare, a scattare qualche foto… per hobby ed in piena libertà… politica ed intellettuale.
Inutile dire che ad assistere al convegno eravamo… i soliti quattro gatti. La cultura, purtroppo e specie dalle nostre parti, ha sempre avuto e continua ad avere pochissimi estimatori.
In quest’occasione si parlò, sempre e comunque come tema portante la fiera che si svolgeva intorno alla struttura, di tutto e di più: si parlò delle fiere di paese così come erano una volta, si parlò di Aquilante Rocchetta (viaggiatore e scrittore cinque-seicentesco sanfilese) e del suo legame con la statua di santa Maria degli Angeli (custodita all’interno della Chiesa del Ritiro), si parlò… di San Fili in quanto paese legato ai fiori (‘e jinostre ‘tr’autri tiempi presenti aru cuozzu de juri - le ginestre in altri tempi presenti in località cozzo di Iorio) e di come possono nascere alcuni toponomastici o nomi di luoghi, di cose e magari di persone. Incluso il nome con cui siamo stati abituati dai nostri avi a chiamare il nostro torrente più rappresentativo: l’Emoli.
Su quest’ultimo punto, è qui ritorno sulla retta via (quella… du jume de Santu Fili), si sbizzarrì in modo particolare il bravissimo - trasportante nei suoi aneddoti e nelle sue romantiche fantasie - prof. Giosino Cesario.
Secondo Giosino il termine Emoli potrebbe derivare dalla voce latina AEMULUS che  a sua volta trova familiarità nella voce greca AIMYLOS (e noi calabresi di San Fili siamo sia un po’ romani che un po’ greci… l’attesta in modo per niente equivoco il nostro stupendo dialetto) e che significa “insinuante, lusinghevole, accorto, astuto”… “imitatore delle altrui virtù”… nel senso positivo del significato.
Potrebbe esserci un termine più bello e più appropriato per definire il nostro… jume Emoli? … certamente, no!
Così come l’affermò tale concetto, con amorevole convinzione, il prof. Giosino Cesario in quel ricco convegno… faccio mia tale ipotesi e… l’affermo oggi anch’io.
… com’è bello ricalpestare la sponda sabbiosa (… pietrosa?) del nostro torrente, com’è bello sentirne lo scosciare delle acque nel momento in cui sbattono contro i grandi levigati sassi che trovano sul loro inarrestabile cammino o quando… precipitano sulla parte inferiore di uno dei tanti dislivelli (… cascatine?) in cui costantemente s’imbattono per riprendere, dopo un breve attimo di smarrimento… il cammino verso un  corso d’acqua di maggiore portata e raggiungere finalmente quel grande recipiente naturale chiamato… mare.
Eccomi, dicevo, su uno spiazzo, pochi metri al di sotto della fontana di Palazia, sabbioso dove, quasi al centro del tutto, si vedono scorrere, in un sinuoso accattivante tracciato, le acque del torrente Emoli.
Qualche primo scatto con la mia Konica Minolta Imagine Z3 (da tempo uscita fuori produzione) e subito via verso la vera e propria… quotidiana ed inaspettata avventura… direzione ponte di Crispini… punto da cui poi dovrò decidere se risalire verso la superstrada o verso la parte inferiore del Canalicchio… punto strategico (incrocio di più vie) in cui da tempo immemore i nostri avi hanno seppellito un fantastico magico (stregato e malefico, a dire il vero) tesoro: a quadara d’oro di santufilisi.
… il resto del racconto? … alla prossima puntata.
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… un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.
… /pace!

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