E fu così (n. d’a.: in una
bella giornata di sabato del mese di marzo 2013) che, per alcuni versi in modo
non del tutto facile, raggiunsi il greto del torrente Emoli: il fiume (u jume) di San Fili: era uno spettacolo!
Era esattamente come me lo ricordavo.
Già, i ricordi… perché
ripercorrendo le stesse vie già e più volte percorse in tenera età, quando
ormai si è oltrepassata la soglia dei cinquanta (… altro che nel dantesco
“mezzo di nostra vita”), non si fa altro che iniziare a… ricordare: gli odori,
i suoni, il sapore della stessa aria di cui continuiamo famelicamente a
cibarci… oggi più che allora.
Emoli? … che stupendo nome e…
chissà da cosa deriva (ovvero qual’è la sua etimologia).
Agli inizi del Terzo
Millennio (2002 o 2003) A San Fili (e dove, se no?) in località Frassino, nella
struttura adiacente al teatro all’aperto, realizzato nel corso degli anni
Novanta del XX secolo, in occasione della tradizionale ed annuale “Fiera di
santa Maria degli angeli”, si tenne un convegno, se non ricordo male, sulla
citata fiera stessa.
Al convegno parteciparono tra
gli altri padre Rocco Benvenuto (dei minimi di Paola), il prof. Giosino Cesario
e il dott. Mario Spizzirri (scrittore e ricercatore storico). Io… ero nel
pubblico ed ero intento, oltre che ad ascoltare, a scattare qualche foto… per
hobby ed in piena libertà… politica ed intellettuale.
Inutile dire che ad assistere
al convegno eravamo… i soliti quattro gatti. La cultura, purtroppo e specie
dalle nostre parti, ha sempre avuto e continua ad avere pochissimi estimatori.
In quest’occasione si parlò,
sempre e comunque come tema portante la fiera che si svolgeva intorno alla
struttura, di tutto e di più: si parlò delle fiere di paese così come erano una
volta, si parlò di Aquilante Rocchetta (viaggiatore e scrittore
cinque-seicentesco sanfilese) e del suo legame con la statua di santa Maria
degli Angeli (custodita all’interno della Chiesa del Ritiro), si parlò… di San
Fili in quanto paese legato ai fiori (‘e
jinostre ‘tr’autri tiempi presenti aru cuozzu de juri - le ginestre in
altri tempi presenti in località cozzo di Iorio) e di come possono nascere
alcuni toponomastici o nomi di luoghi, di cose e magari di persone. Incluso il
nome con cui siamo stati abituati dai nostri avi a chiamare il nostro torrente
più rappresentativo: l’Emoli.
Su quest’ultimo punto, è qui
ritorno sulla retta via (quella… du jume
de Santu Fili), si sbizzarrì in modo particolare il bravissimo - trasportante
nei suoi aneddoti e nelle sue romantiche fantasie - prof. Giosino Cesario.
Secondo Giosino il termine
Emoli potrebbe derivare dalla voce latina AEMULUS che a sua volta trova familiarità nella voce
greca AIMYLOS (e noi calabresi di San Fili siamo sia un po’ romani che un po’
greci… l’attesta in modo per niente equivoco il nostro stupendo dialetto) e che
significa “insinuante, lusinghevole,
accorto, astuto”… “imitatore delle
altrui virtù”… nel senso positivo del significato.
Potrebbe esserci un termine
più bello e più appropriato per definire il nostro… jume Emoli? … certamente, no!
Così come l’affermò tale
concetto, con amorevole convinzione, il prof. Giosino Cesario in quel ricco
convegno… faccio mia tale ipotesi e… l’affermo oggi anch’io.
… com’è bello ricalpestare la
sponda sabbiosa (… pietrosa?) del nostro torrente, com’è bello sentirne lo
scosciare delle acque nel momento in cui sbattono contro i grandi levigati
sassi che trovano sul loro inarrestabile cammino o quando… precipitano sulla
parte inferiore di uno dei tanti dislivelli (… cascatine?) in cui costantemente
s’imbattono per riprendere, dopo un breve attimo di smarrimento… il cammino
verso un corso d’acqua di maggiore
portata e raggiungere finalmente quel grande recipiente naturale chiamato…
mare.
Eccomi, dicevo, su uno
spiazzo, pochi metri al di sotto della fontana di Palazia, sabbioso dove, quasi
al centro del tutto, si vedono scorrere, in un sinuoso accattivante tracciato,
le acque del torrente Emoli.
Qualche primo scatto con la
mia Konica Minolta Imagine Z3 (da tempo uscita fuori produzione) e subito via
verso la vera e propria… quotidiana ed inaspettata avventura… direzione ponte
di Crispini… punto da cui poi dovrò decidere se risalire verso la superstrada o
verso la parte inferiore del Canalicchio… punto strategico (incrocio di più
vie) in cui da tempo immemore i nostri avi hanno
seppellito un fantastico magico (stregato e malefico, a dire il vero) tesoro: a quadara d’oro di santufilisi.
… il resto del racconto? …
alla prossima puntata.
* * *
… un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro
affezionato Pietro Perri.
… /pace!
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