SAN FILI BY PIETRO PERRI BLOG: Firenze... ah, Firenze! ... ma preferisco la Calabria! (1)

A chi non ha il coraggio di firmarsi ma non si vergogna di offendere anche a chi non (?) lo merita.

Eventuali commenti a post di questo blog non verranno pubblicati sia se offensivi per l'opinione pubblica e sia se non sottoscritti dai relativi autori. Se non avete il coraggio di firmarvi e quindi di rendervi civilmente rintracciabili... siete pregati di tesorizzare il vostro prezioso tempo in modo più intelligente (se vi sforzate un pochino magari per sbaglio ci riuscirete pure).
* * *
Ricordo ad ogni buon file l'indirizzo di posta elettronica legata a questo sito/blog: pietroperri@sanfili.net

giovedì 26 luglio 2012

Firenze... ah, Firenze! ... ma preferisco la Calabria! (1)


Firenze, ah… Firenze: dopo l’esperienza subita la fine di giugno 2012… ci andrei a passare sicuramente un’altra settimana… invitato dal sindaco Renzi ed a spese del Comune di Firenze perché, onestamente, come i cinque giorni che c’ho passato nella succitata occasione (a partire dall’inqualificabile ed innominabile hotel “tre stalle” in cui ho soggiornato)… a spese mie credo che basti ed avanzi.
Firenze, ah… Firenze: ancora si odono i gemiti rinascimentali dei simpatici Massimo Troisi e Roberto Benigni nel più che azzeccatissimo titolo del film di cui sono stati co-protagonisti “Non ci resta che piangere”.
… ed io ho pianto! … ma ci ritornerei, giusto per vedere se le mie lacrime erano di coccodrillo o di novello bischero. Perché, diciamo la verità, Firenze un po’ bischeri ci fa diventare a tutti coloro che hanno la fortuna (… il piacere?) di calpestare il suo suolo. Un piacere spesso messo su e ai danni degli incauti turisti.
In quei cinque giorni sono passato davanti a tantissimi ristoranti (… decisamente improvvisati, visto la capacità di gestire la cucina da quelle parti! … ovviamente parlo dei ristoranti in cui ho anche avuto il coraggio di entrare!) e mi sono fermato a leggere i menù posti sull’entrata. L’uno (per prezzi e pietanze) a volte era la fotocopia dell’altro.
Ma come si fa, mi domando e dico, propinare (vendere) un piatto di spaghetti (ma potevano anche essere penne o altre cavolate del genere) al pomodoro o al limite all’arrabbiata (il che poco cambia) ad otto o nove euro ciascuno? … ovvero a sedici o diciotto vecchie mila lire? … diamine: stiamo parlando di un piatto di spaghetti al pomodoro e magari pomodoro neanche italiano!
Provate un po’ a chiedervi quanto può costare in materie prime e lavoro un piatto di spaghetti al pomodoro, metteteci poi su un giusto (onesto) rincaro per profitto e traetene le ancor più giuste conseguenze.
Se poi considerate la leggerezza a mettere, da parte dei gestori, gente del tutto incapace (spesso extracomunitari che magari fino al giorno prima hanno cotto semplicemente un po’ di farina mischiata con acqua su qualche pietra riscaldata dal sole o dalla brace) dietro i fornelli… altro che “Non ci resta che piangere”.
Persino un ristorante cinese in cui mi sono imbattuto mi ha fatto rimpiangere un ristorante cinese (gestito dall’amico “Gino”) di via Kennedy nella calabresissima Rende.
In un ristorante, ovviamente siamo ritornati a parlare di Firenze perché in Calabria la cucina e tutta un’altra cosa… decisamente seria, ho chiesto una carbonara pensando che almeno la carbonara da quelle parti la sapessero fare… no comment! … mi verrebbe voglia d’invitare Renzi e company dalle nostre parti… a loro spese, ovviamente (ormai sono diventato un po’ bischero anch’io). Gli spaghetti (se di spaghetti si trattava) erano scotti. Il guanciale? … meglio coprire con un velo pietoso. Le uova? … crema d’uova… onestamente non saprei dire cosa s’intende per “crema d’uova” in culinaria ma vi assicuro che fa decisamente schifo al palato.
Intendiamoci: se vi contentate d’una bistecca (… fiorentina?) alla piastra… quella, si!, la sanno cucinare. Forse perché quella basta metterla sulla piastra rovente e rigirarla di tanto in tanto.
Nei pressi del duomo (… o della basilica di San Lorenzo) un giorno notai davanti all’entrata di un ristorante un cartello con il simbolo dell’Associazione Cuochi d’Italia e con la scritta, al di sotto, “qui c’è un cuoco professionista”.
Entrai, mi sedetti ed ordinai una bella calamarata… ne è valsa la pena: c’era veramente in circolazione un cuoco professionista e la differenza di costo tra un piatto di spaghetti col pomodoro e una calamarata (cannaruozzi ccu calamari aru sucu) era davvero irrisorio.
Alcuni ristoranti poi ti prendono per i fondelli mostrandoti prezzi decisamente più bassi dei ristoranti attigui. Di più basso troverai quasi certamente la qualità perché per quanto riguarda il prezzo… aggiungendo il servizio e gli extra maggiorati (acqua ecc.) vedrai che alla fine avrai pagato la stessa cosa.
… tempo di crisi? … per i fessi!
… i turisti ci boicottano? … non posso dar loro torto! … farei lo stesso anch’io.
(continua).
*     *     *
… un abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.
… /pace!

Nessun commento: