SAN FILI BY PIETRO PERRI BLOG: Piccola discussione con mia madre, per la serie "si stava meglio quando si stava peggio".

A chi non ha il coraggio di firmarsi ma non si vergogna di offendere anche a chi non (?) lo merita.

Eventuali commenti a post di questo blog non verranno pubblicati sia se offensivi per l'opinione pubblica e sia se non sottoscritti dai relativi autori. Se non avete il coraggio di firmarvi e quindi di rendervi civilmente rintracciabili... siete pregati di tesorizzare il vostro prezioso tempo in modo più intelligente (se vi sforzate un pochino magari per sbaglio ci riuscirete pure).
* * *
Ricordo ad ogni buon file l'indirizzo di posta elettronica legata a questo sito/blog: pietroperri@sanfili.net

mercoledì 13 maggio 2009

Piccola discussione con mia madre, per la serie "si stava meglio quando si stava peggio".



Nella foto a sinistra: Teresina “Letizia” Rende verso la fine degli anni Settanta del secolo scorso su uno dei balconi di casa sua in via Rinacchio a San Fili intenta a “conzare” presumibilmente un pantalone.

Letizia”, mia madre, come tutte le donne di una volta sapeva fare di tutto e si può dire che la stessa famiglia girasse (e forse continua a girare) intorno a lei.

Peccato non essercene resi conto, da figli, quando eravamo ancora in tempo.

Di seguito riporto un post pubblicato nel mese di maggio del 2009.

*     *     * 

Da qualche anno a questa parte i valori delle analisi del mio sangue non sono proprio ottimali: glicemia, trigliceridi e transaminasi decisamente alti.

Ma si sa: quannu c'é a salute... c'é tuttu! ... e puru dopu i quaranta anni sembra ca cc'è tuttu!

Lamentandomi con mia madre (80 e cchjiù! ..., toccannu fierru!), qualche giorno addietro mi sono sentito rispondere da lei: "Quando noi avevamo la vostra età, non avevamo di questi problemi. Un si sa cchjiù cchi cc'é 'nta l'aria! ... 'un si capisce cchi tiempi su venuti!".

"In che senso?", le chiesi... e continuando:

"Ohi ma'! ... quannu erati 'ntra rrobba e 'unn'aviati nente... cchi vi mangiavati? ... carduni, finuocchi de timpa, lattuceddre, scarcioffali (ossia verdura povera e frutta)? ... e a carne? ... gaddrine e cunigli (ossia carni bianche)? ... ppecchì vitieddri 'unn'aviati! ... pane jancu mancu a ru pagare a pisu d'oru (t'hannu c'era u pane ccu caniglia dintra (il pane integrale)! ... e u zuccaru? ... ccu ru cannocchiale! ... e a pasta? ...?"

"Na vota a settimana!", concluse subito mia madre!

"E seconn'a ttia", proseguii io, "u dutture a mie cchi m'à dittu de mangiare si vuogliu campare n'atru pocu senza gruossi problemi? ... virdura, frutta (magari mila), poca pasta, pocu pane jancu (magari 'ncuna fresa brunetta), nente zuccaru, poca (miegliu nente) carne vaccina, pisce (ca pisc'e pisciare su sembre buani), carni janche (gaddrine e cunigli)! ... e pue mangiare senza esagerare: pocu a matina, pocu a mienzijuornu, pocu are quattru e quasi nente a sira! ... sembra na fissaria... ma m'ha dittu propriu de mangiare chiru e cumu mangiavati vui na vota! E voliati avire puru e malattie d'oji mangiann'e chiru modu?".

Che buffo: abbiamo fatto tanto per migliorare la nostra tavola... e solo adesso ci rendiamo tristemente conto che non c'era migliore cucina di quella dei nostri genitori e dei nostri nonni: mangiare l'indispensabile e roba genuina.

Mangiare quello che la natura circostante ci offre. Dio, dopotutto, ha creato per ogni luogo il giusto cibo: i datteri per il deserto, i pesci per le zone fredde, la frutta secca per le zone montagnose, i carduni e i sc-kavuni (tipica erba commestibile che cresce spontanea in primavera negli acquitrini delle nostre zone) per San Fili.

Nessun commento: