SAN FILI BY PIETRO PERRI BLOG: maggio 2009

A chi non ha il coraggio di firmarsi ma non si vergogna di offendere anche a chi non (?) lo merita.

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mercoledì 13 maggio 2009

Piccola discussione con mia madre, per la serie "si stava meglio quando si stava peggio".



Nella foto a sinistra: Teresina “Letizia” Rende verso la fine degli anni Settanta del secolo scorso su uno dei balconi di casa sua in via Rinacchio a San Fili intenta a “conzare” presumibilmente un pantalone.

Letizia”, mia madre, come tutte le donne di una volta sapeva fare di tutto e si può dire che la stessa famiglia girasse (e forse continua a girare) intorno a lei.

Peccato non essercene resi conto, da figli, quando eravamo ancora in tempo.

Di seguito riporto un post pubblicato nel mese di maggio del 2009.

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Da qualche anno a questa parte i valori delle analisi del mio sangue non sono proprio ottimali: glicemia, trigliceridi e transaminasi decisamente alti.

Ma si sa: quannu c'é a salute... c'é tuttu! ... e puru dopu i quaranta anni sembra ca cc'è tuttu!

Lamentandomi con mia madre (80 e cchjiù! ..., toccannu fierru!), qualche giorno addietro mi sono sentito rispondere da lei: "Quando noi avevamo la vostra età, non avevamo di questi problemi. Un si sa cchjiù cchi cc'é 'nta l'aria! ... 'un si capisce cchi tiempi su venuti!".

"In che senso?", le chiesi... e continuando:

"Ohi ma'! ... quannu erati 'ntra rrobba e 'unn'aviati nente... cchi vi mangiavati? ... carduni, finuocchi de timpa, lattuceddre, scarcioffali (ossia verdura povera e frutta)? ... e a carne? ... gaddrine e cunigli (ossia carni bianche)? ... ppecchì vitieddri 'unn'aviati! ... pane jancu mancu a ru pagare a pisu d'oru (t'hannu c'era u pane ccu caniglia dintra (il pane integrale)! ... e u zuccaru? ... ccu ru cannocchiale! ... e a pasta? ...?"

"Na vota a settimana!", concluse subito mia madre!

"E seconn'a ttia", proseguii io, "u dutture a mie cchi m'à dittu de mangiare si vuogliu campare n'atru pocu senza gruossi problemi? ... virdura, frutta (magari mila), poca pasta, pocu pane jancu (magari 'ncuna fresa brunetta), nente zuccaru, poca (miegliu nente) carne vaccina, pisce (ca pisc'e pisciare su sembre buani), carni janche (gaddrine e cunigli)! ... e pue mangiare senza esagerare: pocu a matina, pocu a mienzijuornu, pocu are quattru e quasi nente a sira! ... sembra na fissaria... ma m'ha dittu propriu de mangiare chiru e cumu mangiavati vui na vota! E voliati avire puru e malattie d'oji mangiann'e chiru modu?".

Che buffo: abbiamo fatto tanto per migliorare la nostra tavola... e solo adesso ci rendiamo tristemente conto che non c'era migliore cucina di quella dei nostri genitori e dei nostri nonni: mangiare l'indispensabile e roba genuina.

Mangiare quello che la natura circostante ci offre. Dio, dopotutto, ha creato per ogni luogo il giusto cibo: i datteri per il deserto, i pesci per le zone fredde, la frutta secca per le zone montagnose, i carduni e i sc-kavuni (tipica erba commestibile che cresce spontanea in primavera negli acquitrini delle nostre zone) per San Fili.

domenica 3 maggio 2009

Passeggiando lungo il viale del tramonto (o verso il giardino degli eterni dormienti) a San Fili.



Nella foto a sinistra: entrata principale della cimitero di San Fili - sagrato della Chiesa del Ritiro (o dei frati Ritiranti) o di santa Maria degli Angeli.

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Il calendario segna il 3 maggio del 2009.

Stamane, fatto qualche metro con la macchina, la bacheca dei tristi annunci: è passato a miglior vita Francesco Costantino Conte.

79 anni, un vicino di casa.

Nella mitica via Rinacchio di San Fili.

Costantino stava male ormai da qualche tempo (così per lo meno ho sentito dire da mia madre).

Un altro, seppur breve, capitolo della mia vita si chiude davanti ai miei occhi.

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Ho deciso: la giornata è stupenda e così oggi porterò mia madre al cimitero a far visita ai cari familiari estinti: a mio padre morto nel mese di settembre del 2003, ai miei nonni (paterni e materni), a mia zia Adelina (sorella di mio padre) ed a Francesco (ovvero a quel fratellino che non ricordo di aver mai conosciuto... se non grazie ad una foto dei primi anni Sessanta del secolo scorso che mi ritrae assieme a lui, ad una incerta signora alle nostre spalle, ed a mia sorella Teresa).

Sfrutterò l'occasione anche per dare un'occhiata ad un “lavoro” che avevo in questi ultimi giorni consigliato di far fare agli amministratori locali al fine di preservare l'incolumità pubblica dei cittadini.

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Che desolazione!

Il cimitero comunale di San Fili? ... sporco, pieno d'erbacce ed a dir poco incustodito.

Che desolazione nel constatare che a coloro (amministratori) che avevo consigliato di far fare quel lavoro sembra non gliene sia fregato più di tanto.

Anzi, non gliene è fregato proprio un bel niente.

E pensare che era anche e soprattutto nel loro interesse che io avevo parlato di ciò.

San Fili, inutile far finta di niente o convincerci del contrario, ormai è nel pieno abbandono.

I diretti interessati mi provino il contrario.

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Il lavoro che avevo consigliato di fare?

Qualche tempo addietro (credo un paio di mesi or sono) sul piano inferiore del cimitero è crollato, colpito, credo, da un fulmine, un cipresso.

Al suo crollo sono venuti giù (sulla strada sottostante - quella che collega San Fili con la frazione Bucita) una decina di metri di muro e relativa ringhiera: una decina di metri di spazio aperto ed insicuro che lasciano scoperto un salto di oltre due metri.

Ai miei amici amministratori ho detto: "Non ci vuole molto, basta una transenna anche realizzata in economia!".

Dopotutto questo lavoro (la transenna) serviva anche a loro (in attesa di un vero e proprio lavoro di ripristino della zona) al fine di evitare che qualcuno (magari qualche fanciullo) sporgendosi al precipizio finisse giù e loro (responsabili) finissero sotto inchiesta.

Ne parleremo con il custode!”, qualcuno di loro mi disse, “Ma poi la gente è così stupida da cadere da quel precipizio?”, proseguì.

Queste alcune delle loro affermazioni del cavolo.

Stamane, ancora nessuna transenna!

Ed il futuro di San Fili? forse basta guardare il suo bel cimitero comunale.

Per la serie "Lasciate ogni speranza o voi che entrate!", anche se entrate con i vostri piedi.

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Un caro abbraccio dal sempre vostro... Pietro Perri.

... /pace!

venerdì 1 maggio 2009

Una nuova avventura, tutta sanfilese.



Voglio iniziare questa nuova avventura web (un blog su San Fili e sulla comunità sanfilese) ovviamente con un caro saluto rivolto a tutti i Sanfilesi nel Mondo.

Il blog (come gran parte del mio lavoro) è dedicato all'indimenticabile (sicuramente per pochi ormai) Francesco "Ciccio" Cirillo, il Sanfilese d'America. Prematuramente morto nel 1990 dopo aver comunque lasciato ai propri compaesani una preziosa quantità di materiale fotografico e scritto a salvaguardia della memoria popolare del paese natale: San Fili.

A Francesco "Ciccio" Cirillo voglio abbinare un altro nome che mi ha dato tanto (veramente un mio "maestro di vita"), quello del prof. Goffredo Iusi.

Nomi, purtroppo, che San Fili è la comunità sanfilese (quella con la "s" minuscola) ormai vanno via via dimenticando.

Un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro... Pietro Perri.

... /pace!